Proprio questa eventualità sostenuta dall'UDC alla Camera del popolo - i democentristi chiedevano un minimo di 5 miliardi di franchi l'anno per il periodo 2017-2020 - è all'origine della bocciatura della riforma al voto finale.
Per il presidente della commissione, Alex Kuprecht (UDC/SZ), fissare un importo minimo non rappresenterebbe alcun vantaggio. Ogni anno, infatti, il parlamento è chiamato ad esaminare il preventivo. Non è detto che tale voce di spesa riesca a raccogliere una maggioranza di consensi.
La commissione è rimasta fedele al piano iniziale per il finanziamento: un credito quadro di 20 miliardi su 4 anni, per una somma annuale di circa 5 miliardi. Dal momento che diversi progetti di armamento non sono ancora maturi, la dotazione dell'esercito dovrebbe risultare inferiore a quanto previsto: Kuprecht ha evocato la somma di 19,4 miliardi per il prossimo quadriennio.
L'esercito del futuro dovrebbe essere più piccolo (100 mila effettivi), ma meglio equipaggiato e pronto ad essere mobilitato rapidamente in caso di eventi eccezionali.
Al Nazionale, la sinistra si è battuta per un esercito più piccolo e meno caro. Opposta la posizione dell'UDC, che ha chiesto più uomini - 140 mila - e più mezzi. Queste posizioni non hanno tuttavia convinto la maggioranza del plenum.
Anche la proposta della commissione preparatoria di fissare nella legge un importo minimo - volta ad impedire ulteriori tagli all'esercito nei futuri piani di risparmio - è fallita. I democentristi, delusi, hanno quindi bocciato in votazione finale l'intero progetto: al loro voto negativo si è aggiunto il "no" del campo rosso-verde.
ATS, 11.08.2015