La Commissione delle finanze ha avuto un colloquio con il presidente del Consiglio di amministrazione della FINMA circa il versamento dei bonus di UBS SA. La Commissione ha tematizzato il ruolo della FINMA, criticando in particolare il versamento di elevati bonus e la mancanza di comunicazione a questo proposito. È stata informata dal direttore dell’Amministrazione delle finanze sullo stato dell’attuazione delle misure per rafforzare il sistema finanziario svizzero (08.077 ns). La maggioranza della Commissione condivide il disegno del Consiglio federale di revisione della legge sulle finanze della Confederazione: Norma complementare al freno all’indebitamento ( 08.068 ).

Colloquio con il presidente del Consiglio di amministrazione della FINMA

Poiché la Commissione delle finanze aveva proceduto all’esame preliminare del pacchetto di misure per rafforzare il sistema finanziario svizzero (08.077 ns), si occupa ora anche della sua attuazione. In questo ambito rientra anche il versamento dei bonus da parte di UBS SA, reso noto negli scorsi giorni. Per questo motivo ha invitato per un colloquio il presidente del Consiglio di amministrazione della FINMA, dottor Eugen Haltiner. La Commissione ha voluto informazioni di prima mano sui fatti noti fino a questo momento, visto che nell’opinione pubblica vi è grande confusione in merito ai destinatari e all’entità di queste rimunerazioni.

Il presidente del Consiglio di amministrazione della FINMA ha spiegato alla Commissione cosa si intende in generale con il termine bonus. Solo una parte dei bonus è assicurata per contratto quale parte integrante variabile del salario, un’altra parte dipende dal successo dell’impresa.

Il dottor Haltiner segnala che in alcuni settori dell’ambito bancario vi è tuttora una grande concorrenza per quanto riguarda gli specialisti di talento. Questa situazione ha spinto UBS a versare i bonus per evitare che tali collaboratori, importanti per il rendimento della banca, lascino l’impresa. Chi beneficia dei bonus sono per lo più impiegati dei livelli medio-bassi della banca, che devono lavorare in condizioni difficili, e non i quadri dirigenti. I fatti relativi a UBS saranno chiari solo il 10 febbraio 2009. La Commissione aspetta questa data e si occuperà di nuovo del problema.

Di fronte ai risultati dell’impresa, la Commissione ritiene non giustificato il versamento di elevati bonus non garantiti dal contratto e di bonus che dipendono da obiettivi quantitativi. Ha dimostrato però una certa comprensione per il fatto che sia stata versata in misura ragionevole la parte integrante garantita del salario ai collaboratori che lavorano qualitativamente bene in una situazione difficile. In questo contesto non si può utilizzare il termine «bonus» in senso stretto, come è stato utilizzato negli ultimi tempi nelle discussioni pubbliche inerenti i salari milionari dei manager. Per molti di questi dipendenti stralciare la componente dello stipendio in questione equivarrebbe a un’importante riduzione del salario, poiché il salario totale viene calcolato, proprio in base a questa suddivisione, in una parte fissa e una variabile.

Per la Commissione è fondamentale che i sistemi salariali siano adeguati alle nuove circostanze e che vengano eliminati i falsi sistemi di incentivi che hanno portato tra l’altro alla crisi finanziaria. Solo in questo modo si possono impedire queste conseguenze.

È stato analizzato criticamente anche il ruolo della FINMA e in particolare quello svolto dal presidente del Consiglio di amministrazione, che in precedenza aveva lavorato per UBS. Il signor Haltiner ha spiegato dettagliatamente il suo ruolo, la sua funzione e la sua relazione con il suo precedente datore di lavoro. Si sono chieste informazioni anche sulla suddivisione dei ruoli e sulla collaborazione tra Consiglio federale e FINMA.

La Commissione valuta insufficiente la comunicazione da parte di tutte le parti in gioco: la FINMA avrebbe dovuto reagire in modo più rapido e aperto alle indiscrezioni della stampa. Neppure da parte di UBS la comunicazione è stata sufficiente. Secondo la Commissione anche le dichiarazioni del Consiglio federale del 28 gennaio 2009 non hanno contribuito a fare chiarezza sui fatti, ma, anzi, hanno aumentato la confusione. La Commissione si aspetta che ora le decisioni vengano prese rapidamente e che il pubblico ne sia informato in modo trasparente.

La Commissione ha respinto con 16 voti contro 7 la proposta di presentare una mozione di commissione che incarichi in Consiglio federale di fare in modo che UBS revochi la decisione di versare i bonus per il 2008. Per la maggioranza è chiaro che prima di tutto è necessario avere sotto gli occhi i fatti. Ritiene che la mozione non sia attuabile. Il Parlamento ha già respinto tale richiesta nella sessione invernale, nel dibattito concernente il pacchetto di misure. Verrebbero inoltre penalizzati anche i dipendenti dei livelli medio-bassi di UBS. La minoranza ritiene che il versamento di elevati bonus sia ingiustificato e chiede, anche se i fatti non sono ancora completamente noti, che il Consiglio federale provveda affinché la decisione venga revocata.

La Commissione delle finanze seguirà da vicino la questione del versamento dei bonus e terrà un altro colloquio con il dottor Eugen Haltiner.

Informazioni sull’attuazione del pacchetto di misure per rafforzare il sistema finanziario svizzero (08.077 ns)

Il direttore dell’Amministrazione federale delle finanze ha fornito informazioni su diversi aspetti del pacchetto di misure e sull’andamento generale del settore finanziario. Ha affermato che la situazione sui mercati finanziari resta difficile. L’amministrazione del prestito obbligatoriamente convertibile in azioni si svolge secondo i piani. Sul mercato del credito privato (mercato interbancario) e per quanto riguarda la disponibilità creditizia dell’economia privata si possono osservare alcune difficoltà che però non hanno ancora effetti sulle statistiche. È stata discussa anche la situazione di altre banche, le conseguenze economiche generali della crisi finanziaria, le soluzioni proposte da altri Stati con problemi analoghi in ambito finanziario e le conseguenze per le finanze dello Stato.

La Commissione riesaminerà il problema nella prossima seduta.

Norma complementare al freno all’indebitamento ( 08.068 )

Dopo che il Consiglio degli Stati si è occupato dell’oggetto nella sessione invernale, la Commissione ha iniziato l’esame. L’oggetto prevede di estendere le regole del freno all’indebitamento anche alle entrate e uscite straordinarie. Dopo la relazione d’entrata in materia, la Commissione delle finanze ha proceduto a un’audizione in cui tre esperti si sono pronunciati sugli effetti dell’attuale freno all’indebitamento e sui possibili effetti congiunturali della norma complementare.

La Commissione ha discusso in modo controverso. La maggioranza della Commissione è dell’opinione che il freno all’indebitamento svolge un ruolo importante per la stabilizzazione del debito della Confederazione. Le uscite straordinarie comportano il rischio di mettere in pericolo i risultati raggiunti. Per la minoranza della Commissione, l’ampliamento del freno all’indebitamento comporta il rischio che, in caso di recessione, la Confederazione non possa praticare una politica congiunturale efficace, poiché la spesa pubblica dovrà essere ridotta troppo rapidamente.

Con 17 voti contro 8 è stata respinta la proposta di non entrata in materia, che viene presentata in plenum come proposta di minoranza. Sono state presentate due proposte di minoranza per l’articolo 17b (nuovo) che disciplina in quanto tempo un disavanzo del conto di ammortamento debba essere compensato con la riduzione dell’importo massimo. La prima proposta intendeva ridurre il termine a 4 anni, la seconda innalzarlo a 10 anni. La prima proposta è stata respinta con 16 voti contro 6, la seconda con 14 voti contro 8. Condivide dunque la posizione del Consiglio federale, che propone 6 anni. Ha invece accettato una proposta del Consiglio federale per la cosiddetta «clausola valvola» (art. 17 cpv. 2bis).

Nella votazione sul complesso, la Commissione ha approvato l’oggetto con 12 voti contro 8.

Altri oggetti

La Commissione ha rinviato la trattazione del rapporto 2008 del Consiglio federale concernente i sussidi (08.051 s). Ha preso atto del rapporto sulla sesta riunione ordinaria 2008 della DVN e di due rapporti di sottocommissione.

La Commissione si è riunita a Berna il 29 e il 30 gennaio sotto la presidenza di Fabio Abate (PLR TI). Erano presenti anche il direttore e alcuni collaboratori dell’Amministrazione federale delle finanze (AFF); a parte della seduta ha partecipato anche il presidente del Consiglio di amministrazione della FINMA, dottor Eugen Haltiner.

 Berna, 30 gennaio 2009 Servizi del Parlamento