Con 16 voti contro 6 la Commissione è favorevole all’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Andrea Caroni (RL, AR) (12.430 Regole del gioco chiare e trasparenza per la rappresentanza di interessi a Palazzo federale) intesa a modificare le disposizioni in materia di rappresentanza di interessi al Palazzo del Parlamento. L’attuale sistema di consegna delle tessere d’accesso per lobbisti da parte dei parlamentari dev’essere sostituito da un sistema di accreditamento per rappresentanti di interessi, in base al quale questi ultimi sono tenuti a indicare i rispettivi mandanti e i datori di lavoro, nonché a osservare determinate norme di comportamento.
Pur riaffermandone la legittimità in quanto elemento di una democrazia funzionante, la Commissione ritiene che il lobbismo debba svolgersi entro un quadro ben definito ed essere più trasparente. L’attuale sistema in base al quale i rappresentanti di interessi hanno accesso al Palazzo del Parlamento al seguito dei parlamentari non giova né all’immagine del lobbismo né a quella del Parlamento e dei suoi membri. Non vi è una chiara delimitazione tra le funzioni dei parlamentari e quelle dei lobbisti. La Commissione vuole comunque evitare che il nuovo disciplinamento comporti in un aumento del numero totale dei lobbisti. Per elaborare le nuove disposizioni che disciplinano l’attività dei lobbisti, la Commissione necessita del consenso della sua omologa del Consiglio degli Stati.
La minoranza della Commissione dubita che sia possibile trovare validi criteri per l’ammissione di lobbisti. Istituire una nuova categoria di persone con diritto di accesso comporta il rischio di un aumento del numero di lobbisti a Palazzo federale. L’attuale disciplinamento, fondato sulla responsabilità personale del singolo parlamentare che consegna le sue due autorizzazioni di accesso a terzi, funziona e garantisce una trasparenza sufficiente: le funzioni degli ospiti devono essere indicate in un registro e figurano sui badge.
Più trasparenza anche per quanto concerne le relazioni di interesse dei membri del Parlamento
L'iniziativa presentata dalla consigliera nazionale Isabelle Moret (RL, VD) (12.423 Iv. Pa. Relazioni d'interesse. Precisare se si tratta di un'attività remunerativa o di un impegno civico) va anch'essa nella direzione di una maggior trasparenza. La Commissione dà seguito all'iniziativa con 12 voti contro 9 e 2 astensioni poiché ritiene sensato che il registro delle relazioni d'interesse dei membri del Parlamento menzioni se le attività elencate siano remunerate o meno. La minoranza della Commissione ritiene invece che la distinzione sia irrilevante.
Nessuna norma federale sulla trasparenza per i membri delle autorità politiche
Con la sua iniziativa parlamentare, il consigliere nazionale Stéphane Rossini (S, VS) chiede che tutti i membri delle autorità politiche in Svizzera siano assoggettati alle stesse norme per quanto concerne la ricusazione, l'indicazione delle relazioni d'interesse, i motivi di incompatibilità ecc. (12.452 Iv. Pa. Legge federale sull'indipendenza delle autorità politiche). La Commissione respinge l'iniziativa con 18 voti contro 6, osservando che l'attuazione richiederebbe una modifica costituzionale da cui deriverebbe una limitazione dell'autonomia dei Cantoni e dei Comuni sancita dall'articolo 47 della Costituzione federale. Ne risulterebbe un'onerosa e ingiustificata ingerenza nell'attuale e ben funzionante sistema federalistico. Sarebbe del tutto inopportuno prevedere una normativa unitaria per le diverse autorità di tutti i Cantoni e Comuni. La minoranza della Commissione ritiene invece necessario e sensato definire esigenze minime applicabili alla qualità del sistema democratico a tutti i livelli dello Stato.
Nessun referendum finanziario a livello federale
La Commissione respinge con 13 voti contro 8 la proposta di introdurre un referendum finanziario a livello federale (12.459 Iv. Pa. Gruppo V. Introduzione del referendum finanziario). Ritiene infatti tuttora validi gli argomenti esposti dall'allora CIP nell'esaustivo rapporto del 1° novembre 2007 contro l'istituzione di questo diritto popolare a livello federale (FF 2007 7565). Il referendum finanziario rischierebbe di ostacolare l'attività dello Stato fondata sulla legge e sulla legittimazione democratica. Le esperienze fatte nei Cantoni mostrano inoltre che spesso i criteri per assoggettare al referendum le decisioni in materia di spese non sono chiaramente applicabili e possono pertanto dare adito a controversie giuridiche. La minoranza della Commissione considera invece che il referendum finanziario rappresenti un'importante estensione della democrazia diretta, che ha peraltro già dato ottimi risultati a livello cantonale.
Procedura in caso di soppressione dell'immunità parlamentare
Subito dopo la conclusione del procedimento relativo alla richiesta di revoca dell'immunità parlamentare del consigliere nazionale Christoph Blocher, le cerchie vicine al Gruppo UDC hanno presentato due iniziative parlamentari (12.455 Iv. Pa. Baader Caspar. Possibilità di impugnare con opposizione dinanzi alle Camere una decisione nell'ambito della procedura di soppressione dell'immunità parlamentare relativa; 12.458 Iv. Pa. Gruppo V. Immunità parlamentare. Ripristino del sistema antecedente di provata efficacia) al fine di abrogare in parte (12.455) o del tutto (12.458) le modifiche della procedura di immunità entrate in vigore all'inizio della legislatura in corso. Durante il dibattito in seno alla Commissione gli iniziativisti hanno ritirato l'iniziativa 12.458 e hanno insistito in particolare sulla rivendicazione formulata nell'iniziativa 12.455 di poter impugnare dinnanzi all'Assemblea plenaria la decisione della Commissione competente. La Commissione propone con 13 voti contro 7 di non dare seguito all'iniziativa. Ritiene infatti superfluo un diritto di ricorso in questo ambito poiché la decisione in merito alla domanda di soppressione dell'immunità non rappresenta una sanzione ma serve unicamente a stabilire se un membro del Parlamento debba essere tutelato da un procedimento penale di cui non si conosce l'esito. Una trattazione da parte dell'Assemblea plenaria vanificherebbe lo scopo stesso della revisione appena decisa: questo tipo di decisioni non deve poggiare prevalentemente su criteri politici, bensì giuridici.
Nessuno scambio di dati tra i registri degli abitanti e la Posta
L’iniziativa parlamentare del consigliere agli Stati Hannes Germann (V, SH) chiede che siano istituite le basi legali per lo scambio regolare di indirizzi tra la Posta svizzera e i servizi ufficiali competenti per la tenuta dei registri degli abitanti (11.488 Iv. Pa. Adeguamento della legge sull’armonizzazione dei registri). Dopo una prima fase di disaccordo tra le CIP delle due Camere, in cui il Consiglio degli Stati aveva deciso di dar seguito all’iniziativa, la Commissione propone ora al Consiglio nazionale, con 16 voti contro 7, di respingerla definitivamente. La Commissione è critica sull’utilità di tale scambio di dati e intravede grossi rischi a livello di protezione dei dati. Essa continua a ritenere adeguato l’approccio del suo postulato commissionale (12.3661), mediante il quale il Consiglio nazionale incaricava il Consiglio federale di verificare l’opportunità di istituire una base legale in tal senso. Una minoranza della Commissione propone di dare seguito all’iniziativa poiché non intende attendere il rapporto del Consiglio federale, previsto al più presto per il 2015. È convinta che un’attuazione accelerata dell’iniziativa parlamentare contribuirà a migliorare la qualità degli indirizzari della Posta e dei registri degli abitanti.
Mantenere invariato il sistema delle misure coercitive
Con 14 voti contro 8, la Commissione propone alla sua Camera, di non dare seguito all’iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Cesla Amarelle (S, VD) che chiede di semplificare il sistema delle misure coercitive nella legislazione sull’asilo (12.475 n Iv. Pa. Semplificare l'ordinamento delle misure coercitive. Ridurre il numero delle forme di carcerazione). La Commissione osserva che le diverse misure di carcerazione amministrativa previste nella legge sugli stranieri hanno dato buoni risultati nella pratica poiché consentono alle autorità di procedere in modo differenziato a seconda del caso concreto.
La minoranza della Commissione è favorevole all’iniziativa ritenendo troppo complicato l’attuale sistema delle misure coercitive, che prevede sei forme di carcerazione. Essa rileva che nella pratica l’applicazione di misure coercitive è sempre meno trasparente e pone sempre più problemi di interpretazione.
Presieduta dal consigliere nazionale Ueli Leuenberger (Verdi, GE), la Commissione si è riunita a Berna il 27 e il 28 maggio 2013.
Berna, 28 maggio 2013 Servizi del Parlamento