Con 14 voti contro 10, la Commissione chiede di non dare seguito all’iniziativa del Cantone di Nidvaldo (12.319 Legge sull’energia nucleare. Modifica). L’iniziativa chiede che nessun deposito in strati geologici profondi di scorie radioattive possa essere imposto a un Cantone o a una regione di ubicazione. I membri della Commissione sono d’accordo sul fatto che debba essere trovata una soluzione per lo smaltimento delle scorie radioattive e tale smaltimento, come prescritto dalla legge sull’energia nucleare, deve avvenire in Svizzera. La maggioranza della Commissione ritiene inoltre che le regole che disciplinano l’attuale procedura di ricerca di un luogo adatto per un deposito in strati geologici profondi non debbano essere modificate. Durante l’elaborazione della nuova legge sull’energia nucleare, entrata in vigore il 1° febbraio 2005, il Parlamento aveva stabilito che la decisione concernente l’ubicazione di un deposito in strati geologici profondi sarebbe stata presa a livello federale. In tal senso, il Parlamento aveva rinunciato intenzionalmente a introdurre un diritto di veto per i Cantoni di ubicazione, ma aveva accordato loro il diritto di partecipare alla procedura e il diritto di essere sentiti e di ricorrere. La maggioranza della Commissione spiega che si tratta dell’unico sistema efficace; in caso contrario, il diritto di veto impedirebbe di giungere a una soluzione per un deposito sicuro delle scorie radioattive a livello regionale. Considerata l’importanza di questo tipo di decisione, è indispensabile e opportuno che la procedura e la decisione stessa rimangano di competenza della Confederazione.
Una minoranza della Commissione ritiene invece che il dialogo con la popolazione interessata e il suo sostegno siano indispensabili per trovare la giusta ubicazione di un deposito in strati geologici profondi. Nel processo di selezione dovrebbe essere prestata particolare attenzione alle peculiarità della regione di ubicazione, come ad esempio il suo interesse turistico o l’accessibilità con i mezzi di trasporto. La minoranza della Commissione è convinta che, se questo processo viene gestito basandosi sulla fiducia reciproca e in modo trasparente, non ci sono motivi di temere la decisione presa democraticamente dalla regione interessata. Di conseguenza, chiede di dare seguito all’iniziativa cantonale.
Misure d’emergenza in caso di contaminazione radioattiva dell’acqua potabile
La Commissione si è detta soddisfatta del rapporto elaborato dal Consiglio federale in risposta al postulato 10.3533 sulle sfide in materia di approvvigionamento idrico. Nell’ambito della deliberazione ha tuttavia rilevato lacune nelle misure d’emergenza in caso di fuoriuscite di acqua contaminata radioattiva. Considerato l’importante ruolo dei laghi e dei fiumi svizzeri nell’approvvigionamento di acqua potabile, la Commissione chiede al Consiglio federale di analizzare le conseguenze di un’eventuale contaminazione radioattiva dell’acqua e di presentare le misure opportune.
Per un’attuazione flessibile dell’iniziativa sulle abitazioni secondarie
Nell’ambito dell’esame dell’iniziativa del Cantone Ticino (12.310 «Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie!». Che non sia di pregiudizio alle regioni di montagna), la Commissione si è detta favorevole a una considerazione delle esigenze particolari dei Cantoni alpini nell’attuazione dell’iniziativa sulle abitazioni secondarie. Con 13 voti contro 11, chiede di dare seguito all’iniziativa cantonale per garantire che durante l’elaborazione della legislazione le ripercussioni negative dell’iniziativa sulle abitazioni secondarie vengano compensate. Una minoranza della Commissione, d'accordo con il Consiglio degli Stati, rifiuta l’iniziativa del Cantone Ticino e rinvia all’ordinanza sulle abitazioni secondarie, che è stata varata dopo il deposito dell’iniziativa cantonale e che tiene già in considerazione la richiesta formulata dal Cantone.
Con 13 voti contro 12, la Commissione ha inoltre dato seguito all’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Oskar Freysinger (12.504 Riserve d’emergenza e d’alloggio). L’obiettivo dell’iniziativa è di consentire ai proprietari di edifici abitativi di metterli a disposizione della protezione civile come riserva in caso di emergenze e come alloggio in caso di eventi nazionali di ampia portata sostenuti dalle Camere federali. Le residenze secondarie messe a disposizione della protezione civile non sarebbero considerate nel calcolo della proporzione di residenze secondarie di un determinato Comune. Una parte della Commissione rifiuta l’iniziativa e giudica particolarmente problematica una reinterpretazione in questo senso dell’iniziativa popolare sulle abitazioni secondarie.
Rifiuto di un catasto degli edifici contenenti amianto
Con 17 voti contro 6 e 2 astensioni, la Commissione chiede di non dare seguito all’iniziativa parlamentare 12.480. Quest’ultima prevede la gestione di un catasto di tutti gli edifici pubblici e privati per i quali è stata riscontrata la presenza di amianto, con l’obiettivo di ridurre al minimo i rischi legati all’amianto. A tale scopo, tutte le aziende che hanno lavorato con l’amianto e tutti i proprietari di edifici in cui è stato riscontrato questo materiale sarebbero tenuti per legge a segnalarne la presenza. Per la maggioranza della Commissione, la gestione di un catasto non è la soluzione adatta per migliorare la protezione dai rischi legati all’amianto. L’informazione, la prevenzione e un intervento accurato in caso di presenza sospetta di amianto sono strumenti più importanti. La minoranza della Commissione è invece favorevole a un catasto, poiché contribuirebbe tra l’altro a informare meglio tutta la popolazione.
Presieduta dal consigliere nazionale Eric Nussbaumer (S/BL), la Commissione si è riunita il 6 e 7 maggio 2013 a Berna.
Berna, 7 maggio 2013 Servizi del Parlamento