Cooperazione internazionale nell’ambito dell’istruzione militare e dell’armamento
Nel suo rapporto pubblicato oggi sulla cooperazione internazionale nell’ambito dell’istruzione militare e dell’armamento, la CdG-S constata che mancano precise basi strategiche per le cooperazioni e che non è chiaro in che misura le suddette cooperazioni contribuiscano al mandato che per legge spetta all’esercito. In particolare, la CdG-S riscontra problemi nel settore dell’armamento: vi è poca trasparenza, la gestione delle cooperazioni è inadeguata e non vi è sufficiente consapevolezza riguardo all’obbligatorietà e all’importanza dei relativi trattati nel contesto della politica estera.

​ Nel 2013 le Commissioni della gestione delle Camere federali (CdG) hanno incaricato il Controllo parlamentare dell’Amministrazione (CPA) di valutare le cooperazioni internazionali nel settore dell’istruzione militare e dell’armamento. Il CPA ha esaminato dunque la comprensibilità delle basi giuridiche e strategiche delle cooperazioni, il loro rispetto nella prassi e il coordinamento delle cooperazioni con altri interessi politici. Nel suo rapporto di valutazione dell’11 marzo 2015 il CPA ha evidenziato diverse lacune e ha espresso un giudizio particolarmente critico per quanto riguarda le cooperazioni in materia di armamento. In particolare ha messo l’accento sulla mancanza di gestione: infatti, presso il DDPS e presso armasuisse, responsabile delle cooperazioni in materia di armamento, non vi è alcun organo che abbia una visione d’insieme delle singole attività nell’ambito delle cooperazioni e che esamini se queste siano conformi alle basi giuridiche e strategiche.

La CdG-S condivide le osservazioni del CPA e in particolare la critica al settore dell’armamento che, a differenza del settore dell’istruzione, non solo non dispone di chiare basi strategiche, ma nemmeno di una gestione delle cooperazioni, né di sufficiente trasparenza; in parte viene a mancare anche una stima adeguata del vincolo giuridico degli accordi e delle convenzioni. Secondo la CdG-S, la concomitanza di queste circostanze è particolarmente critica: se a basi strategiche non chiaramente definite, alle lacune nella gestione e all’incertezza riguardo all’obbligatorietà degli accordi si aggiunge anche la scarsa trasparenza in merito alle cooperazioni, non si può escludere che le cooperazioni si rivelino non conformi al mandato che per legge spetta all’esercito oppure problematiche – se non addirittura dannose – dal punto di vista della politica estera. Secondo la Commissione, nel settore dell’armamento militare questi rischi sono sottovalutati.

Con cinque raccomandazioni la CdG-S chiede al Consiglio federale di intervenire precisando le basi strategiche per le cooperazioni in entrambi i settori e adottando misure per colmare le lacune nel settore dell’armamento (maggiore trasparenza, migliore gestione delle cooperazioni, chiarezza sull’obbligatorietà degli accordi e un adeguato coinvolgimento del DFAE). L’obiettivo è garantire che in futuro siano esaminate in modo più approfondito l’utilità delle cooperazioni per l’esercito svizzero e la loro pertinenza dal punto di vista della politica estera.

 

La CdG-S chiede al Consiglio federale di esprimere entro il 15 gennaio 2016 un parere riguardo alle osservazioni e alle raccomandazioni sottopostegli. Si è riunita a Berna il 6 ottobre 2015, presieduta dal consigliere agli Stati Hans Hess (PLR, OW).

 

Annexe: Materialien zum Bericht der PVK zuhanden der GPK-S vom 11. März 2015

 

 

Berna, 9 ottobre 2015 Servizi del Parlamento