La CAPTE-N ha terminato i suoi lavori e approvato con 16 voti contro 9 il disegno di legge sulle abitazioni secondarie. Ha seguito in linea di massima le decisioni del Consiglio degli Stati, segnatamente per quanto concerne la costruzione di nuovi alloggi negli edifici protetti (art. 10). La Camera dei Cantoni aveva infatti esteso la portata di questa disposizione agli edifici degni di essere conservati e non solo protetti. Una forte minoranza ha tuttavia ritenuto che una simile modifica del disegno si spingesse troppo lontano e non rispettasse quindi l’articolo costituzionale accettato dal Popolo.
Riguardo alla possibilità di ingrandire gli alloggi realizzati secondo il diritto previgente, vale a dire prima del 11° marzo 2012 (art. 12 cpv. 12bis), la maggioranza della Commissione è convinta che le restrizioni della legge debbano essere adattate ai bisogni attuali della popolazione. Essa ha così deciso di sopprimere la superficie massima di 30 m2, ritenendo che la limitazione al 30 per cento delle superfici utili principali fosse un freno sufficiente. Anche a questo proposito una minoranza respinge questa modifica della versione adottata dal Consiglio degli Stati.
La maggioranza della Commissione propone inoltre di dichiarare urgente la legge, affinché quest’ultima possa entrare in vigore a partire dalla sua approvazione in votazione finale da parte delle Camere federali. Questo permetterà di porre fine all’attuale incertezza giuridica che di fatto ha portato a un arresto delle costruzioni. Una minoranza si oppone a una simile dichiarazione d’urgenza e sottolinea che la situazione si complicherebbe viepiù nell’ipotesi che la legge dovesse essere respinta in votazione popolare.
Numerose minoranze si oppongono alle disposizioni che permettono di costruire o di ingrandire le abitazioni secondarie nei Comuni che hanno già superato la soglia del 20 per cento. Esse respingono in particolare la possibilità di trasformare liberamente in residenze secondarie le abitazioni costruite prima dell’accettazione dell’iniziativa popolare.
Entrata in materia sull’«Economia verde»
Con 14 voti contro 10 e un’astensione, la Commissione è entrata in materia sul controprogetto indiretto all’iniziativa popolare «Economia verde» (14.019). La maggioranza della Commissione vede la necessità di intervenire urgentemente al fine di migliorare l’efficacia nella gestione delle risorse e il sistema a circolo chiuso, in particolare per ridurre le quantità di rifiuti in Svizzera, la dipendenza dall’estero a causa delle importazioni di materie prime, nonché al fine di rafforzare le convenzioni settoriali evitando in tal modo operazioni parassitarie. È inoltre necessario adeguare la legge sulla protezione dell’ambiente per rimanere al passo con gli sviluppi internazionali in questo ambito. Infine il sistema di gestione a circolo chiuso promuove anche il settore delle tecnologie pulite (cleantech) e crea posti di lavoro nell’economia legata allo smaltimento dei rifiuti.
Una minoranza propone di non entrare in materia sul controprogetto indiretto. La revisione non è nata da una necessità urgente di legiferare, bensì da una reazione del Consiglio federale all’iniziativa popolare «Economia verde». L’economia fa già molto per migliorare l’efficacia nella gestione delle risorse e la Svizzera è ben posizionata sul piano internazionale riguardo alle questioni ambientali. Occorre pertanto rinunciare a ulteriori oneri e a una regolamentazione eccessiva. La minoranza dubita che il progetto possa apportare benefici per l’ambiente.
La Commissione respinge l’iniziativa per l’efficienza energetica
Con 15 voti contro 9 e un’astensione la Commissione raccomanda a Popolo e Cantoni di respingere l’iniziativa per l’efficienza energetica (14.026). Essa ritiene che le richieste ivi contenute siano troppo radicali. Tali disposizioni dovrebbero inoltre essere sancite a livello di legge e non nella Costituzione. Una minoranza sottolinea invece l’importanza degli obiettivi di efficienza nel consumo di elettricità. Fintantoché questi non saranno recepiti nel progetto relativo alla Strategia energetica 2050, essa sosterrà l’iniziativa per l’efficienza energetica e ne raccomanderà l’accettazione.
Finanziamento del Fondo per l’ambiente globale
Con 18 voti contro 7, la Commissione si attiene alla proposta del Consiglio federale relativa a un credito quadro di circa 148 milioni di franchi volta a sostenere tre meccanismi di finanziamento per l’attuazione di convenzioni e protocolli internazionali in ambito ambientale (14.062). Con il credito quadro, la maggioranza dei membri della Commissione vuole riaffermare l’impegno svizzero nella lotta ai problemi ambientali globali e considera la cooperazione internazionale quale decisivo fattore di successo per un’efficace politica ambientale. Una minoranza dubita peraltro dell’efficacia e dell’efficienza del fondo per l’ambiente globale e propone di non entrare in materia.
Presieduta dal consigliere nazionale Hans Killer (V/AG), la Commissione si è riunita il 26 e il 27 gennaio 2015 a Berna. A parte della seduta era presente la consigliera federale Doris Leuthard.
Berna, 27 gennaio 2015 Servizi del Parlamento