Nella primavera del 2020 oltre il 90 per cento dei bambini e dei giovani ha dovuto affrontare la chiusura degli istituti scolastici, una situazione purtroppo comune a numerosi loro coetanei. A prescindere dalla pandemia di Covid-19, 257 milioni di bambini e giovani non vanno a scuola e tra questi 127 milioni vivono in contesti di crisi. Il diritto all’istruzione è un diritto inalienabile. I parlamentari svizzeri si mobilitano a favore dell’istruzione in situazioni di emergenza.

Dal 25 al 29 gennaio, sotto la guida del consigliere nazionale Laurent Wehrli (PLR/VD), la delegazione svizzera parteciperà alla 46a sessione annuale dell’Assemblea parlamentare della francofonia. Quest’anno l’Assemblea si terrà online. Il consigliere nazionale Mathias Reynard (PS/VD) presenterà la versione finale del rapporto della delegazione sull’istruzione in situazioni di emergenza. Tra aprile e luglio 2020, quando la maggior parte degli istituti scolastici del mondo era ancora chiusa, la delegazione ha elaborato uno studio comparativo sul modo di affrontare le sfide educative imposte dalla situazione sanitaria. Lo studio concerne oltre 20 Paesi e territori francofoni.

Il divario digitale rivelatosi in tutti i Paesi nel contesto dell’educazione online, i problemi di una maggiore esposizione dei bambini e dei giovani alla violenza fisica e psicologica e i notevoli rischi per la loro salute sono alcune delle sfide identificate dalla delegazione alla conclusione del suo lavoro. Già fonte di disuguaglianze denunciate nei Paesi privilegiati, la chiusura delle scuole è potenzialmente drammatica per i bambini e i giovani che vivono in contesti più svantaggiati. I bambini sono tra i gruppi più vulnerabili in situazioni di crisi. La chiusura degli istituti scolastici dovuta a conflitti, violenze, disastri naturali, crisi sanitarie o sfollamenti forzati aumenta ulteriormente queste vulnerabilità. Insieme alle sue omologhe, la delegazione rivolgerà quindi una serie di raccomandazioni ai governi dell’area francofona e alle istituzioni della Francofonia, incoraggiandoli in particolare a ridurre il divario digitale nei loro territori e ad adattare ad altre crisi gli sforzi multilaterali messi in atto nel contesto della pandemia di Covid-19 per sostenere la continuità a livello pedagogico.

L’impegno della Svizzera a favore dell’istruzione in situazioni di emergenza non è una prerogativa esclusiva della delegazione. In collaborazione con diversi partner svizzeri e internazionali, il Dipartimento federale degli affari esteri si sta preparando al lancio ufficiale virtuale del polo che intende fare della Ginevra internazionale un centro mondiale per l’istruzione in situazioni di emergenza. L’evento si terrà 25 gennaio 2021. Chi è interessato a seguire l’evento può registrarsi qui.

Un appello per abolire la pena di morte

Il consigliere nazionale Laurent Wehrli farà il punto sui suoi appelli per abolire la pena di morte nell’aera francofona. Il 10 dicembre 2020, in qualità di relatore dell’Assemblea parlamentare sulla questione, è intervenuto davanti a tutti i rappresentanti permanenti dei Paesi membri dell’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF) per incoraggiare la piccola minoranza di Paesi che ancora praticano la pena di morte a riflettere sulla sua abolizione. Su iniziativa della delegazione svizzera, l’abolizione della pena di morte è diventata uno dei temi chiave dell’Assemblea parlamentare, tema che trova una eco favorevole anche tra i ministeri rappresentati all’OIF.

Per un accesso equo ai vaccini contro la COVID-19

Il consigliere agli Stati Christian Levrat (PS/FR), a nome della rete per la lotta contro le pandemie (Réseau de lutte contre les pandémies) dell’Assemblea parlamentare – di cui è presidente – presenterà una dichiarazione a favore della distribuzione universale ed equa dei vaccini in preparazione contro la Covid-19. Nel novembre 2020, il 50 per cento delle dosi di vaccini in preparazione nel mondo era già riservato da un esiguo numero di Paesi, fra quelli più ricchi. L'iniziativa Covax, lanciata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, mira a fornire due miliardi di dosi per vaccinare almeno il 20 per cento della popolazione di tutti i Paesi del mondo entro la fine del 2021. La Svizzera partecipa a questo progetto.