La Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N), dopo aver discusso sulla situazione nella Siria settentrionale, fa appello agli attori armati della regione affinché cessino i combattimenti. Precedentemente ha preso atto del rapporto del Consiglio federale sulla politica estera 2017. La Commissione è pure stata informata sulla precisazione del mandato negoziale del Consiglio federale per quanto riguarda le questioni istituzionali tra la Svizzera e l’Unione europea (UE).

​In presenza del capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), il consigliere federale Ignazio Cassis, la CPE-N è stata informata sulla crisi siriana. In tale contesto ha preso atto degli ultimi sviluppi e degli sforzi profusi dalla Svizzera a livello bilaterale e multilaterale in favore del processo di pace in Siria e per rispondere ai bisogni urgenti della popolazione civile. La Commissione si è detta molto preoccupata per l’inasprimento degli scontri e per le conseguenze drammatiche sul piano umanitario.

Di conseguenza ha deciso, con 15 voti contro 7 e 2 astensioni, di proporre alla propria Camera una dichiarazioneCessare i crimini di guerra in Siria») in virtù dell’articolo 32 del regolamento del Consiglio nazionale. La maggioranza della Commissione è del parere che tale dichiarazione (18.033), rilasciata in ossequio al mandato umanitario sancito nella Costituzione federale, lanci un segnale forte alla comunità internazionale. La maggioranza ritiene peraltro che la neutralità non impedisca al Parlamento di reagire di fronte a una simile situazione. La minoranza, pur riconoscendo la drammaticità della situazione umanitaria, non vuole invece creare un precedente per tutte le altre le crisi nel mondo. Essa è peraltro dubbiosa circa la compatibilità di una siffatta dichiarazione con la neutralità svizzera. (cf. il punto stampa)

Nel quadro di tale discussione, la Commissione si è pure chinata sul coinvolgimento e il peso della Turchia nell’assedio delle città siriane e sul dialogo regolare che la Svizzera intrattiene con la Turchia, specialmente a questo proposito. Sono pure state affrontate le pratiche di spionaggio della Turchia sul territorio svizzero, ritenute inaccettabili dalla CPE-N.

Rapporto sulla politica estera 2017 (18.009 ns)

Secondo la CPE-N, la nuova forma del rapporto, più concisa rispetto alle versioni precedenti, rappresenta una sintesi precisa delle principali attività condotte dalla Svizzera nel 2017 nel settore della politica estera. Alcuni membri della Commissione lamentano tuttavia il fatto che la cooperazione svizzera allo sviluppo e il ruolo dei diversi dipartimenti nella definizione e nell’applicazione della politica estera non siano stati sviluppati sufficientemente. È pure stato evocato il rischio che un rapporto succinto veicoli il messaggio che l’attività estera sia diminuita.
Fra gli altri temi discussi spiccano gli sviluppi della politica mondiale nel contesto dell’emergenza di un mondo multipolare caratterizzato da numerose crisi, le relazioni della Svizzera con i Paesi vicini e gli stretti legami tra le politiche migratorie e l’aiuto allo sviluppo.

Politica europea

A seguito della comunicazione del Consiglio federale del 5 marzo 2018 relativa alla sua analisi dell’evoluzione delle relazioni tra la Svizzera e l’UE, la CPE-N è stata informata sugli elementi costitutivi delle precisazioni apportate dal Governo al mandato negoziale del 18 dicembre 2013 per quanto riguarda le questioni istituzionali.
La Commissione plaude allo sforzo di trasparenza del Consiglio federale nel tracciare il bilancio dell’evoluzione delle relazioni tra la Svizzera e l’UE e la sua volontà di migliorare e precisare tali relazioni. In generale la CPE-N accoglie favorevolmente i contorni delle precisazioni apportate al mandato, ritenendo che siano nell’interesse della Svizzera e che permetteranno di contribuire alla stabilizzazione delle relazioni tra la Svizzera e l’UE. La discussione ha riguardato in particolare le questioni ancora aperte e i limiti che il Governo esclude di superare.

Altre decisioni

Con 9 voti contro 6 e 8 astensioni, la Commissione ha adottato una proposta di mozione di commissione che incarica il Consiglio federale, in virtù dell’articolo 152 della legge sul Parlamento, di coinvolgere il Parlamento in modo più appropriato nelle procedure di consultazione interne relative ai rapporti stilati dalle organizzazioni internazionali sulla Svizzera.

Infine, con 17 voti contro 6, la Commissione non ha dato seguito all’iniziativa parlamentare del gruppo UDC (17.506) «No ai trattati internazionali con ‹clausola ghigliottina›». La maggioranza della Commissione ritiene che non sia necessario legiferare in questo ambito. Anche in futuro – sempre che Parlamento e Popolo lo approvino – il Consiglio federale deve poter decidere liberamente quali impegni internazionali intende contrarre nell’interesse della Svizzera. La minoranza propone invece di dare seguito all’iniziativa per garantire che in futuro la Svizzera non contragga impegni che limitano eccessivamente la sua sovranità.