La Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) si è occupata approfonditamente della Strategia del Consiglio federale relativa all’Africa subsahariana. In tale contesto ha discusso in particolare dei valori cardine della collaborazione con il settore privato nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. La CPE-N è stata anche consultata in merito al mandato negoziale del Consiglio federale in vista di un accordo di libero scambio con il Kosovo e ha approvato due convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL).

La CPE-N ha discusso la Strategia Africa subsahariana del Consiglio federale prendendo atto in tale contesto dei rapporti in adempimento dei postulati Gugger 19.4628 «La Svizzera deve definire una strategia per l'Africa» e Chevalley 17.3842 «Quale è l'impatto delle normative svizzere sulle opportunità d'investimento delle nostre PMI in Africa?». In presenza del consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), la Commissione ha esaminato la situazione attuale di questa regione eterogenea, che diviene sempre più importante sui piani politico ed economico. Nell’ambito della cooperazione internazionale essa ha sottolineato l’importanza di una buona cooperazione fra l’ente pubblico e il settore privato al fine di mobilitare le risorse e la forza innovativa delle imprese. Ha inoltre discusso delle numerose sfide che caratterizzano questa regione e delle priorità tematiche che ne risultano, quali il benessere, la sostenibilità e la sicurezza, nonché dei possibili partenariati con la Svizzera.

Accordi di libero scambio con il Kosovo e l’Indonesia

In presenza del presidente della Confederazione Guy Parmelin, capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), la CPE-N è stata consultata in merito al mandato negoziale del Consiglio federale in vista di un accordo di libero scambio con il Kosovo. Con 15 voti contro 8 e 1 astensione, essa ritiene che i negoziati debbano puntare a un accordo commerciale e di partenariato di vasta portata. Alla luce degli importanti argomenti relativi alla sostenibilità sollevati nel dibattito pubblico sull’accordo di libero scambio con l’Indonesia, con 16 voti contro 8 la Commissione chiede che, anche nell’accordo con il Kosovo, la concessione di preferenze tariffali sia subordinata al rispetto di processi di produzione sostenibili. La Commissione ha approvato il mandato negoziale nel suo insieme con 23 voti contro 0 e 1 astensione.

Con 14 voti contro 7 e 2 astensioni, essa ha respinto una proposta riguardante l’accordo di partenariato economico fra gli Stati dell’AELS e l’Indonesia che è stato accettato nella votazione popolare del 7 marzo 2021. Tale proposta prevedeva di sospendere la notifica dell’accordo finché non saranno constatati miglioramenti nei settori della protezione dell’ambiente, dei diritti umani e del diritto del lavoro.

Convenzioni n. 170 e n. 174 dell’Organizzazione Internazionale del lavoro (OIL) (21.005 n)

Con 18 voti contro 0 e 6 astensioni la CPE-N ha approvato la ratifica delle convenzioni OIL n. 170 concernente la sicurezza nell’utilizzazione dei prodotti chimici sul lavoro e n. 174 concernente la prevenzione degli incidenti industriali rilevanti. L’obiettivo di queste Convenzioni è di tener conto dei pericoli nell’utilizzazione di sostanze chimiche e di introdurre misure di protezione specifiche.

La CPE-N ritiene importante che la Svizzera ribadisca la sua volontà di proteggere i lavoratori da effetti potenzialmente dannosi delle sostanze chimiche. Queste Convenzioni promuovono inoltre un impegno mondiale coerente, efficace e solidale in materia di condizioni di lavoro e protezione da sostanze chimiche. Secondo alcuni membri della Commissione, la ratifica delle Convenzioni non è necessaria dato che la legislazione svizzera in materia di sostanze chimiche offre già una protezione sufficiente.

Situazione in Turchia

La CPE-N è stata informata sui recenti sviluppi in Turchia e sulle ripercussioni sullo stato della democrazia e sullo Stato di diritto. Essa si dice particolarmente preoccupata per l’uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne.