La Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (CPE-S) ha concluso ieri la discussione iniziata nelle ultime due sedute sull’esito dei negoziati fra la Svizzera e l’Unione europea (UE) su un accordo quadro istituzionale.

​Dopo che il Consiglio federale aveva deciso di consultare le Commissioni della politica estera in merito all’accordo quadro istituzionale, la CPE-S ha intavolato nelle sue sedute del 31 gennaio e 1° febbraio 2019 e del 18 febbraio 2019 una prima discussione sull’esito dei negoziati. Alla seduta di ieri la CPE-S ha proseguito e terminato la deliberazione in presenza del capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), il consigliere federale Ignazio Cassis. La Commissione ha riassunto le sue riflessioni e argomentazioni più importanti nella lettera di risposta al Consiglio federale.

Divergenze riguardo al secondo contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell’UE (18.067)

Nella fase di appianamento delle divergenze la CPE-S si è nuovamente occupata del secondo contributo svizzero volto a ridurre le disparità economiche e sociali nell’UE allargata (credito quadro coesione) nonché del sostegno a misure nell’ambito della migrazione (credito quadro migrazione).

Il Consiglio nazionale ha discusso questo oggetto nella sessione primaverile e si è scostato su due punti rispetto alla decisione del Consiglio degli Stati della sessione invernale 2018. La prima divergenza riguarda la ripartizione delle risorse finanziarie sui due crediti quadro. Mentre il Consiglio degli Stati si allinea alla proposta del Consiglio federale, il Consiglio nazionale ha deciso di trasferire 190 milioni di franchi dal credito quadro coesione al credito quadro migrazione. La seconda divergenza si riferisce a una nuova disposizione introdotta dal Consiglio nazionale con la quale si chiede al Consiglio federale di presentare al Parlamento la richiesta di un credito per il rinnovo dell’associazione della Svizzera al programma UE sulla promozione della formazione (Erasmus+) al più tardi entro il 2020.

Per entrambe queste divergenze la CPE-S ha deciso all’unanimità di attenersi alla decisione del Consiglio degli Stati.

Partecipazione della Svizzera all’Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala (eu-LISA; 19.017)

Nel dicembre 2016 la Svizzera ha ripreso il regolamento UE sulla costituzione dell’Agenzia eu-LISA, che rappresenta un ulteriore sviluppo dell’acquis di Schengen/Dublino. Questo regolamento precisa che la Svizzera dovrà in seguito stabilire le modalità della sua partecipazione effettiva. A tale scopo è stato negoziato un accordo fra la Svizzera e gli altri Stati associati, da un lato, e l’UE, dall’altro, nel quale sono disciplinate le modalità e la portata della partecipazione dei Paesi e che prevede in particolare disposizioni relative ai contributi finanziari, al personale e ai diritti di voto. Il Consiglio federale propone al Parlamento di approvare questo accordo di partecipazione a eu-LISA.

La CPE-S è stata informata su eu-LISA e in particolare sul rapporto costi-benefici per la Svizzera. Essa ha deciso all’unanimità di entrare in materia sul progetto e propone al Consiglio degli Stati, pure all’unanimità, di approvare senza modifiche il disegno del Consiglio federale.

Postulato di Commissione relativo alla restituzione degli averi dei potentati

La CPE-S ha deciso con 8 voti contro 1 di presentare un postulato di commissione con il quale il Consiglio federale è invitato a esaminare nuove disposizioni che permettano di seguire la restituzione di beni patrimoniali acquisiti illecitamente. Queste nuove disposizioni devono consentire alle autorità giudiziarie e a quelle coinvolte nell’assistenza giudiziaria di incaricare il DFAE di gestire le restituzioni ordinate dalle predette autorità nell’ambito di procedimenti penali e di procedure di assistenza giudiziaria.

Altri temi

Dopo che, nella sua seduta di mercoledì 3 aprile 2019, il Consiglio federale ha stabilito il futuro modo di procedere in materia di accordo sulle armi nucleari, la Commissione è stata informata in maniera approfondita sulle motivazioni alla base di questa decisione. Alcuni membri della Commissione hanno espresso il loro stupore per il fatto che questo modo di procedere è completamente in contrasto con quanto espressamente richiesto dalle due Camere.