Nella seduta preparatoria, la Delegazione svizzera presso l’APCE ha discusso gli attuali sviluppi in Russia e Turchia insieme a rappresentanti del DFAE e ad esperti. La Delegazione è preoccupata che sia la Russia che la Turchia stiano adempiendo in modo sempre più selettivo gli obblighi che si sono impegnate a rispettare aderendo al Consiglio d’Europa.
La Russia si rifiuta di soddisfare la richiesta della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) di rilasciare immediatamente l’oppositore al regime Alexei Navalny. Nega che ci sia una base legale per esigerne il rilascio e si oppone all’interferenza della Corte negli affari interni della Russia. Questo è solo l’ultimo e più recente esempio di un modello di comportamento che evidenzia sempre più spesso un’indisponibilità a rispettare le regole del Consiglio d’Europa.
La Turchia, da parte sua, si rifiuta di applicare varie sentenze della Corte di giustizia europea che chiedono la liberazione di Selahattin Demirtaş (parlamentare eletto, ex co-presidente dell’HDP e candidato alla presidenza) e Osman Kavala (promotore culturale e imprenditore in Turchia). È inoltre estremamente preoccupante la richiesta del Ministero pubblico turco di dichiarare illegale e sciogliere il partito filo-curdo HDP, il terzo più grande nel parlamento turco.
La Delegazione svizzera si è sempre impegnata per mantenere i membri del Consiglio d’Europa allo stesso tavolo e per fare in modo che tutti, con i loro diritti ma anche con i loro doveri, partecipino e siano rappresentati in tutti gli organi del Consiglio d’Europa. È convinta che questa cooperazione sia inestimabile a lungo termine per tutte le parti, in particolar modo per i cittadini di tutti gli Stati membri.
Il Consiglio d’Europa non deve tuttavia mai perdere la sua identità. Tutti i membri sono chiamati a rispettare le regole di base che discendono dall’adesione a questa comunità di valori. Il rispetto e l’applicazione delle sentenze della CEDU sono di fondamentale importanza. Nessuno Stato, per quanto grande e potente, può permettersi di adempiere ai suoi obblighi verso il Consiglio d’Europa soltanto in modo selettivo, secondo il proprio arbitrio. Se un simile comportamento persiste e si radica, non mina soltanto il fondamento e il significato stesso della cooperazione con i membri interessati, ma indebolisce il Consiglio d’Europa nel suo insieme.
A questo proposito, la Delegazione svizzera fa appello sia alle autorità russe che a quelle turche affinché rispettino le richieste della Corte e liberino le persone ingiustamente detenute. La Turchia, che fa parte del Consiglio d’Europa sin dal 1950, appartiene alla cerchia dei primi membri del Consiglio. Negli anni ’90 la Russia ha fatto uno sforzo sincero e attendibile per essere accettata e riconosciuta come membro della comunità di valori europea. La Delegazione svizzera conta su entrambi i membri affinché continuino a dare il loro contributo a un Consiglio d’Europa forte e credibile.
Infine, la Delegazione svizzera si rammarica che la Turchia si ritiri dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica e invita le autorità turche a riconsiderare questa decisione.
La Delegazione svizzera si è riunita nel Palazzo del Parlamento a Berna il 14 aprile 2021 per una seduta preparatoria in vista della prossima sessione a Strasburgo.