Le CdG esercitano l’alta vigilanza sulla gestione dei tribunali della Confederazione (Tribunale federale, Tribunale penale federale, Tribunale amministrativo federale e Tribunale federale dei brevetti). Per motivi legati alla separazione dei poteri e all’indipendenza dei giudici, devono dar prova di moderazione nell’esercizio del controllo politico. Tuttavia, nell’ambito della loro attività le CdG hanno ripetutamente constatato irregolarità anche gravi da parte dei giudici. Pur non influendo sulla giurisprudenza, questi comportamenti hanno pregiudicato il funzionamento e l’immagine del tribunale in questione. Per questo motivo, secondo le CdG occorre introdurre un sistema disciplinare al fine di rafforzare la fiducia in queste istituzioni e la loro capacità di funzionamento.
Sistema disciplinare depoliticizzato e costituzionale
L’iniziativa parlamentare presentata chiede l’istituzione di una base legale per introdurre una vigilanza disciplinare sui giudici dei tribunali della Confederazione. Tale vigilanza riguarda al momento il rispetto dei doveri d’ufficio da parte dei giudici e ha carattere individuale. L’istituzione di un sistema disciplinare e la possibilità di un procedimento di destituzione dovranno essere esaminate in modo approfondito e attuate nel quadro del processo legislativo, garantendo imperativamente la possibilità di ricorso ai giudici sanzionati con misure disciplinari. A tal fine sarà inoltre necessario tenere rigorosamente conto dei principi costituzionali dell’indipendenza dei giudici, dell’autonomia dell’organizzazione dei tribunali e della separazione dei poteri.
Con l’attuazione del sistema disciplinare bisognerebbe idealmente istituire un organo di vigilanza esterno ai tribunali, indipendente da influenze politiche. Potrebbe trattarsi di un cosiddetto tribunale di giustizia, come quello che già esiste in diversi Cantoni. Anche quest’organo sarebbe subordinato all’alta vigilanza dell’Assemblea federale conformemente alla Costituzione.
Il diritto vigente senza possibilità di sanzionamento è insoddisfacente
La mancanza di una vigilanza disciplinare è una questione di rilevanza politico-istituzionale. Le esperienze delle CdG mostrano che spesso non è stato possibile censurare o affrontare in modo adeguato il comportamento scorretto di singoli giudici. Ciò è dovuto in particolare al fatto che, a eccezione della destituzione o della non rielezione, non esistono possibilità sanzionatorie vincolanti.
L’unica misura disciplinare prevista dal diritto vigente nei confronti dei giudici dei tribunali della Confederazione di primo grado è la destituzione da parte dell’Assemblea federale, una possibilità che però non è data nei confronti dei giudici del Tribunale federale.
A questo si aggiunge il fatto che le condizioni necessarie per la destituzione o la non rielezione da parte del Parlamento sono e devono essere molto severe. Anche la Commissione amministrativa del Tribunale federale considera insoddisfacente questo meccanismo del «tutto o niente» attualmente applicato nelle questioni disciplinari presso i tribunali della Confederazione di primo grado.
Una vigilanza disciplinare costituzionale è possibile
Le CdG hanno commissionato due perizie (perizia del prof. Thurnherr e perizia del prof. Tanquerel) per chiarire il margine di manovra costituzionale e giuridico. È emerso che l’introduzione di una vigilanza disciplinare nei confronti dei giudici dei tribunali della Confederazione di primo grado è costituzionale se vengono rispettati i già citati principi costituzionali. Le due perizie non si esprimono sull’opportunità di introdurre una vigilanza disciplinare anche nei confronti dei giudici del Tribunale federale, poiché ciò richiederebbe ulteriori chiarimenti.
Ad essere maggiormente interessata dall’attuazione dell’iniziativa sarebbe la Commissione giudiziaria delle Camere federali, la quale ha il compito di elaborare le proposte di elezione e di rielezione dei giudici federali all’attenzione dell’Assemblea federale. Consultata dalle CdG in merito all’iniziativa, si è espressa in termini favorevoli.
Per ragioni di economia procedurale l’iniziativa parlamentare viene presentata soltanto dalla Commissione della gestione del Consiglio degli Stati; il progetto è però sostenuto anche dalla Commissione omologa del Consiglio nazionale. Le CdG hanno inoltre deciso di pubblicare le due perizie. Presiedute dal consigliere agli Stati Charles Juillard (Il Centro, JU) le CdG si sono riunite congiuntamente a Berna il 23 gennaio 2025.