A gennaio 2016, le Commissioni della gestione delle Camere federali (CdG) hanno incaricato il Controllo parlamentare dell’amministrazione (CPA) di valutare la partecipazione della Confederazione all’applicazione di sanzioni economiche. Nel corso della sua indagine il CPA ha esaminato la strategia del Consiglio federale in materia e ha controllato il lavoro svolto dall’Amministrazione federale per istituire le sanzioni. Ha inoltre valutato se quest’ultima eseguisse le sanzioni in modo appropriato. Sulla base di quanto emerso (cfr. Rapporto del CPA del 9 novembre 2017), la CdG-S ha formulato nel suo rapporto cinque raccomandazioni all’attenzione del Consiglio federale.
La CdG-S è giunta alla conclusione che sia la strategia del Consiglio federale concernente la sua politica delle sanzioni sia le procedure e le competenze definite nell’ambito della preparazione delle ordinanze che istituiscono sanzioni sono chiare. Ha tuttavia individuato la possibilità di apportare singoli miglioramenti alle basi d’informazione per il Consiglio federale. Per quanto riguarda la partecipazione all’applicazione di sanzioni decise dall’UE, il Consiglio federale effettua, caso per caso, una ponderazione degli interessi per vari aspetti di politica estera, di politica economica estera e del diritto. La Commissione invita il Consiglio federale ad adoperarsi affinché i criteri che esso applica per la ponderazione siano trasparenti.
La CdG-S ha inoltre rilevato lacune nel controllo del rispetto delle ordinanze che istituiscono sanzioni. Critica in particolare i mandati di prestazione degli uffici doganali, che non contengono alcun incentivo a effettuare controlli per ricercare i beni oggetto delle sanzioni. Constata altresì che la SECO non ha finora effettuato alcun controllo a sorpresa sul posto. La CdG-S raccomanda di conseguenza al Consiglio federale di verificare l’adeguatezza degli strumenti di controllo esistenti e di incoraggiarne un utilizzo appropriato.
La CdG-S chiede inoltre che le informazioni raccolte durante l’esecuzione della politica delle sanzioni siano sfruttate in modo sistematico. Attualmente, le informazioni ottenute, ad esempio quelle doganali oppure quelle provenienti da sistemi di dichiarazione e d’autorizzazione, sono infatti utilizzate soltanto in modo sporadico per controllare il traffico merci, lo scambio di prestazioni o le transazioni finanziarie. La Commissione ritiene necessario un miglioramento della qualità dei dati doganali e invita pertanto il Consiglio federale ad adoperarsi affinché sia creata una base di dati adeguata.
La CdG-S rileva poi che in vari settori manca un orientamento superiore da parte della SECO: dalle indagini del CPA è infatti emerso che i problemi ricorrenti legati all’attuazione sono risolti caso per caso, senza che ci sia un disciplinamento a livello generale. Come ultima raccomandazione la CdG-S chiede pertanto al Consiglio federale di rafforzare il ruolo della SECO per quanto riguarda l’orientamento e il coordinamento della politica delle sanzioni e di creare un organo di direzione ad hoc.
La CdG-S ha chiesto al Consiglio federale di esprimersi entro il 18 gennaio 2019 in merito alle sue constatazioni, alle sue raccomandazioni e al rapporto del CPA.
Presieduta dalla consigliera agli Stati Anne Seydoux-Christe (PDC, JU), la Commissione si è riunita a Berna il 19 ottobre 2018.