Le relazioni che l’Assemblea federale intrattiene con le assemblee parlamentari delle organizzazioni internazionali e con i Parlamenti dei Paesi limitrofi sono curate, oltre che dalle Commissioni della politica estera, da varie delegazioni. Sotto la guida dei presidenti delle due Commissioni della politica estera, ossia la consigliera nazionale Tiana Angelina Moser (PVL/ZH) e il consigliere agli Stati Damian Müller (PLR/LU), i membri dei suddetti organi si sono incontrati in occasione del primo «Giorno della politica estera parlamentare». Scopo dell’evento era un migliore coordinamento e uno scambio di conoscenze tra gli organi che si occupano di questioni di politica estera per conto dell’Assemblea federale.
La prima parte dell’evento è stata dedicata all’esame dei modelli di cooperazione tra l’UE e i Paesi europei non membri dell’Unione e, in particolare, a come tali modelli differiscono in termini di livello di integrazione, settori politici e organizzazione istituzionale. Diversi esperti provenienti da Norvegia, Regno Unito e Bruxelles sono stati invitati a riferire sulle rispettive esperienze di cooperazione tra l’UE e Paesi terzi nonché sulle peculiarità del modello impiegato:
- Christian Leffler, ex sostituto della segretaria generale del Servizio europeo per l’azione esterna, ha presentato gli approcci adottati dall’UE nei confronti dello SEE, della Svizzera e del Regno Unito e ha spiegato perché l’UE, basandosi sulla logica dell’integrità del mercato interno, insista su condizioni quadro stabili nella cooperazione con i Paesi non membri dell’Unione e sulla necessità di chiarire le questioni istituzionali.
- Ulf Sverdrup, direttore del «Norwegian Institute of International Affairs», ha fornito un resoconto sull’esperienza della Norvegia nei 25 anni di appartenenza allo SEE, spiegando come quest’ultimo goda di un ampio sostegno nel dibattito politico interno in Norvegia e sia percepito come l’unica soluzione di compromesso della maggioranza per configurare le relazioni con l’UE.
- Charles Grant, direttore del Centro per la riforma europea, ha fatto un primo bilancio dell’esperienza del Regno Unito dopo l’uscita dall’UE. Ha commentato le discussioni tra l’UE e il Regno Unito sull’attuazione del protocollo sull’Irlanda del Nord e ha delineato i primi effetti della Brexit sul commercio di merci con l’UE. Secondo Grant, le difficoltà nel commercio bilaterale e la carenza di lavoratori qualificati stanno causando seri problemi all’economia britannica, specialmente alle PMI.
- Matthias Oesch, professore di diritto pubblico, diritto europeo e diritto economico internazionale all’Università di Zurigo, ha illustrato le possibilità e i limiti dell’«adeguamento autonomo» del diritto europeo da parte della Svizzera e ha fornito una valutazione dell'analisi, preannunciata dal Consiglio federale, delle differenze normative tra Svizzera e UE.
La seconda parte dell’evento era incentrata sui diritti di partecipazione parlamentari nella politica europea. A prescindere dal dibattito sulle ulteriori opzioni della Svizzera in questo ambito, si pone la questione di sapere se e in che modo l’Assemblea federale intenda rafforzare in futuro i suoi diritti di partecipazione.
- I parlamentari si sono informati sul funzionamento dell’«European Consultative Comittee» del Parlamento norvegese. Per Nestande, rappresentante del Parlamento norvegese presso il Parlamento europeo a Bruxelles, ha illustrato le possibilità del Parlamento norvegese di influenzare il recepimento del diritto dell’UE nell’ambito dello SEE.
- Il Christian Rathgeb, consigliere di Stato del Cantone dei Grigioni e presidente della Conferenza dei governi cantonali, ha presentato i diritti di partecipazione dei Cantoni nella politica europea della Confederazione.
- Il consigliere nazionale Gerhard Pfister, presidente della sottocommissione «Attuazione dell’Accordo quadro» della CPE-N, ha riferito sui lavori della sottocommissione, che si occupa delle questioni legate ai diritti di partecipazione parlamentari. Le discussioni si sono concentrate su quali siano le possibilità di ampliare i diritti di partecipazione già esistenti per rafforzare l’influenza del Parlamento. La sottocommissione sottoporrà le sue proposte alla CPE-N nel primo trimestre 2022.
- Infine, Thomas Pfisterer, ex giudice federale, ex consigliere di Stato ed ex consigliere agli Stati, ha analizzato i margini di manovra del Parlamento nel recepimento del diritto dell’UE ed esortato il Parlamento a impegnarsi attivamente in tal senso. Soltanto il coinvolgimento tempestivo del Parlamento da parte del Consiglio federale può garantire uno standard minimo democratico nella politica europea.
Il primo «Giorno della politica estera parlamentare» ha offerto ai membri dei due Consigli la possibilità di trattare in modo approfondito le attuali sfide poste dalla politica europeo nonché di confrontarsi sul ruolo del Parlamento al fine di integrare le conoscenze acquisite nei lavori degli organi competenti.
Sulla base dell’articolo 8 capoverso 5 dell’ordinanza dell’Assemblea federale sulle relazioni internazionali del Parlamento i presidenti delle delegazioni e delle Commissioni della politica estera (CPE) coordinano le loro attività nell’ambito della conferenza annuale. Quest’anno, su iniziativa dei presidenti delle CPE, sono stati invitati per la prima volta tutti i membri di questi organi e il contenuto dell’evento è stato ampliato.