La digitalizzazione progressiva conduce a un costante aumento dell’utilizzazione di dati mobili da parte dell’economia e dei consumatori. Il passaggio allo standard 5G è pertanto necessario in Svizzera. L’adeguamento a livello europeo delle disposizioni in materia di radioprotezione continuerà a garantire un’elevata protezione della salute.

​Con 7 voti contro 6 la Commissione ha deciso di presentare una mozione (18.3006) con cui chiede al Consiglio federale di modificare l’ordinanza del 23 dicembre 1999 sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ORNI), al fine di evitare il collasso delle reti di telefonia mobile e di garantire il proseguimento della digitalizzazione. La Commissione fa notare che l’implementazione nella telefonia mobile dello standard 5G è indispensabile per non rimanere arretrati rispetto ai Paesi limitrofi. In considerazione delle già forti sollecitazioni dell’infrastruttura della rete di telefonia mobile, dell’impennata nel consumo di dati nonché delle crescenti difficoltà nella costruzione di nuovi impianti, la Commissione ritiene che l’ORNI debba essere adeguata, nel rispetto delle disposizioni internazionali in materia di radioprotezione, in modo da continuare a garantire un’elevata protezione della salute. Una minoranza propone di respingere la mozione; da un lato, ritiene che l’adeguamento dell’ordinanza sia in primo luogo compito del Consiglio federale e, dall’altro, fa valere che gli effetti delle radiazioni non ionizzanti sulla salute umana non sono stati stabiliti con certezza e che pertanto ogni temperamento delle disposizioni deve essere affrontato con la massima prudenza.

La Commissione propone con 6 voti contro 0 e 3 astensioni di accogliere la mozione del consigliere nazionale Candinas «Aumento della velocità Internet minima a 10 megabit per secondo nel servizio universale» (16.3336). La Commissione auspica che le regioni periferiche possano in futuro beneficiare di migliori condizioni minime di accesso, in modo che il divario digitale con le regioni del centro del Paese non aumenti ulteriormente. Considerate le possibilità tecniche e la domanda, l’attuale regolamentazione che prevede una velocità minima di 3 megabit per secondo pare inadeguata.

La Commissione propone inoltre con 11 voti contro 0 e 1 astensione di respingere la mozione del consigliere nazionale Gschwind «Reti di telecomunicazione. Installazione di una rete di alimentazione a banda larga in tutte le regioni periferiche della Svizzera» (15.3648). La mozione chiede una modifica di legge volta a sgravare fiscalmente gli investimenti degli operatori di reti televisive e della telecomunicazione, in modo da consentire lo sviluppo di una copertura a banda larga nelle regioni periferiche della Svizzera. La Commissione condivide la preoccupazione di ottenere un migliore collegamento delle regioni periferiche, ma ritiene che la promozione fiscale sia poco adeguata, tanto più che la sua attuazione sarebbe complicata sotto il profilo amministrativo. La consapevolezza di una promozione futura a beneficio di tali regioni potrebbe inoltre spingere le imprese a ritardare gli investimenti già previsti.

La mozione del consigliere nazionale (Steiert) Maire Jacques-André «Basta ingannare i consumatori. Stop ai numeri di telefono svizzeri usati per simulare attività economiche nel nostro Paese» (16.3526) verrà trattata dalla Commissione in concomitanza con la revisione della legge sulle telecomunicazioni (17.058).

Dopo che nell’ultima seduta la consigliera federale Leuthard ha presentato il rapporto del Consiglio federale «Valutazione delle possibilità di sviluppo di FFS Cargo» (15.3496), la Commissione ha sentito a tal proposito rappresentanti dell’economia (CargoRail). Essa ritiene che il rafforzamento del traffico merci su rotaia sia un obiettivo importante. Sostiene pertanto l’azione del Consiglio federale volta a sviluppare FFS Cargo in seno al Gruppo FFS e a dotare il consiglio d’amministrazione di FFS Cargo di membri del settore che dispongano delle necessarie competenze specialistiche e che s’impegnino a lungo termine in seno all’impresa.