Dopo la Commissione dell’immunità del Consiglio nazionale (CdI-N) anche la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (CAG-S) ha deciso all’unanimità di non sopprimere l’immunità della consigliera nazionale Sibel Arslan. La decisione delle Commissioni in merito alla richiesta presentata il 6 luglio 2021 dal Ministero pubblico del Cantone di Basilea Città (21.190) è pertanto definitiva.

La consigliera nazionale Sibel Arslan è stata accusata di aver sostenuto una manifestazione non autorizzata durante lo sciopero delle donne a Basilea, il 14 giugno 2020, e di aver impedito alle forze di polizia di compiere gli atti dell’autorità più volte annunciati. In tale occasione si sarebbe resa colpevole dei reati di impedimento di atti dell’autorità (art. 286 CP) e di perturbamento di pubblici servizi (art. 239 CP) e avrebbe commesso un’infrazione all’ordinanza 2 COVID 19.
La Commissione rileva che, in base a quanto emerge dagli atti, la consigliera nazionale Sibel Arslan non ha partecipato alla dimostrazione in qualità di dimostrante ma è stata chiamata sul posto come mediatrice, in ragione della sua carica di consigliera nazionale. Al pari della CdI-N, la CAG ritiene che sussista un nesso diretto tra l’attività e la condizione ufficiale della deputata ed è pertanto entrata in materia all’unanimità sulla richiesta.
Successivamente, la Commissione ha deciso all’unanimità di non sopprimere l’immunità della consigliera nazionale Sibel Arslan, ritenendo che la portata e la gravità degli atti a lei imputati – ammesso che abbiano una qualsivoglia rilevanza penale – non siano tali da giustificare la revoca dell’immunità. La Commissione giunge dunque alla conclusione che in questo caso gli interessi istituzionali del Parlamento prevalgono sull’interesse dello Stato di diritto al perseguimento penale e che la soppressone dell’immunità sarebbe sproporzionata.

Presieduta dal consigliere agli Stati Beat Rieder (Il Centro, VS), la Commissione si è riunita a Berna il 20 settembre 2021.