La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale propone di entrare in materia sul progetto di revisione della legge sul servizio civile (19.020) e di approvare tutte le proposte del Consiglio federale. In questo modo è ripristinata una certa equivalenza fra servizio civile e servizio militare, mentre è contrastata la tendenza che vede le persone assoggettate all’obbligo militare che non hanno un conflitto di coscienza passare al servizio civile. Tutte le proposte di sospensione, non entrata in materia e stralcio delle misure sono state respinte.

​La maggioranza della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale ritiene l’attuale situazione insostenibile. Con l’abolizione dell’esame di coscienza, le domande di ammissione al servizio civile sono aumentate nettamente pregiudicando l’equilibrio del sistema dell’obbligo del servizio. Secondo la maggioranza della Commissione le misure proposte dal Consiglio federale vanno nella giusta direzione. Esse permetteranno di ridurre chiaramente i passaggi al servizio civile, segnatamente di militari che hanno assolto la scuola reclute e di specialisti e quadri, ciò che contribuirà a garantire a lungo termine gli effettivi dell’esercito e della protezione civile. La maggioranza ritiene inoltre che il principio di proporzionalità sia tutelato, dato che le misure servono in primo luogo a ripristinare una certa equivalenza fra servizio civile e servizio militare e questo fa sì che la Costituzione sia rispettata. La Commissione propone pertanto con 15 voti contro 9 di entrare in materia sulla revisione della legge sul servizio civile.

Una minoranza non vede alcun pericolo per gli effettivi dell’esercito riconducibile al servizio civile e ritiene inutile questa revisione. Le limitazioni delle ammissioni avrebbero unicamente quale scopo di indebolire il servizio civile e di renderlo meno attrattivo, ciò che è inaccettabile. Alcune misure del Consiglio federale avrebbero carattere punitivo e sarebbero contrarie alla Costituzione e al diritto internazionale; altre sarebbero arbitrarie, sproporzionate per gli interessati o costituirebbero persino un’inutile angheria. Un servizio civile poco attrattivo non rende l’esercito più attrattivo. Piuttosto si dovrebbe temere che queste misure comportino un aumento degli esoneri dal servizio militare per motivi medici.

Un’altra minoranza considera questa revisione prematura e propone di sospenderla. A suo avviso si dovrebbero analizzare soprattutto le ripercussioni dell’ulteriore sviluppo dell’esercito (USEs) sugli effettivi e attendere i risultati del gruppo di lavoro incaricato dal DDPS prima di decidere un eventuale inasprimento della legge sul servizio civile. La proposta di sospensione è stata pure respinta con 15 voti contro 9.

La Commissione propone in concreto di approvare tutte le proposte del Consiglio federale, fra cui anche quella volta ad abolire gli impieghi all’estero. Con 15 voti contro 8 la maggioranza si esprime a favore dell’abolizione di questa possibilità. Essa fa notare che nell’esercito non sono nemmeno possibili impieghi all’estero che possano essere organizzati autonomamente. Peraltro questi impieghi all’estero nel servizio civile causano un onere amministrativo eccessivamente elevato. I civilisti potrebbero comunque essere attivi nell’ambito della cooperazione allo sviluppo dalla Svizzera. La minoranza sottolinea per contro che la cooperazione allo sviluppo rappresenta una priorità di politica estera della Svizzera e questi impieghi sono preziosi perché correlati a un grande impegno. Inoltre questa misura riguarda soltanto un numero molto esiguo di ammissioni e contribuisce pertanto in misura ridotta al raggiungimento dell’obiettivo perseguito dalla maggioranza.

Anche le altre sette misure sono state discusse a fondo e infine approvate con la seguente ripartizione di voti:

  1. «numero minimo di 150 giorni di servizio»: con 16 voti contro 9;
  2. «periodo d’attesa di 12 mesi»: con 16 voti contro 9;
  3. «fattore 1,5 anche per i sottufficiali e gli ufficiali»: con 15 voti contro 9;
  4. «nessun impiego che richieda studi in medicina umana, dentaria o veterinaria»: con 14 voti contro 7;
  5. «nessuna ammissione di militari che non hanno più giorni di servizio da prestare»: con 17 voti contro 8;
  6. «obbligo d’impiego annuale a partire dall’ammissione»: con 16 voti contro 9;
  7. «obbligo di terminare il periodo d’impiego di lunga durata entro l’anno civile successivo al passaggio in giudicato dell’ammissione se la domanda è presentata durante la SR »: con 16 voti contro 9.

Per tutte le otto misure sono state presentate proposte di minoranza.

Nella votazione sul complesso la Commissione ha approvato la revisione con 16 voti contro 8. Il Consiglio nazionale tratterà questo oggetto nella sessione invernale.

Ulteriori trattande

La Commissione è stata informata dalla responsabile del DDPS su diversi temi, come ad esempio la situazione nel Nord della Siria e la disponibilità della flotta di F/A-18. A questo proposito la responsabile del DDPS ha assicurato che il servizio di polizia aerea è garantito. Farà inoltre tutto il possibile affinché la flotta di F/A 18 rimanga operativa fino al 2030. Sono stati inoltre discussi esaurientemente anche i risultati del censimento dell’esercito 2019 e il futuro sviluppo degli effettivi dell’esercito e del servizio di protezione civile.

Presieduta dal consigliere nazionale Werner Salzmann (UDC, BE), la Commissione si è riunita il 28 ottobre 2019 a Berna. A parte della seduta erano presenti la consigliera federale Viola Amherd, responsabile del DDPS, e il consigliere federale Guy Parmelin, capo del DFE.

La Commissione si riunisce anche oggi. I risultati della seduta saranno resi noti con un comunicato stampa separato mercoledì mattina alle ore 11.15.