La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S) popone alla propria Camera di sostituire la modifica della legge sul materiale bellico formulata dal Consiglio federale con una propria proposta volta ad allentare la prassi di autorizzazione per gli affari con l’estero per quanto riguarda i Paesi menzionati nell’allegato 2 dell’ordinanza sul materiale bellico. Con 10 voti contro 3, raccomanda alla propria Camera di approvare questa variante della modifica della legge sul materiale bellico (25.024).

La CPS-S ha deciso con 11 voti contro 2 di entrare in materia sul progetto. La maggioranza della Commissione ritiene che l’Esercito svizzero debba essere rafforzato e la sua capacità di difesa aumentata. A tal fine è essenziale che vi sia una ben sviluppata Base tecnologica e industriale rilevante in materia di sicurezza (STIB). La modifica di legge mira a promuovere lo sviluppo della STIB, facilitando l’esportazione di materiale bellico.

Una minoranza della Commissione propone di non entrare in materia sul progetto. A suo avviso, un allentamento della legge sul materiale bellico metterebbe fondamentalmente in discussione la neutralità della Svizzera.

Invece di introdurre una facoltà di deroga per il Consiglio federale, come proposto nel messaggio, la Commissione propone (con 8 voti contro 3 e 2 astensioni) che le richieste di esportazione verso i Paesi menzionati nell’allegato 2 dell’ordinanza sul materiale bellico siano di principio autorizzate, a meno che si imponga un rifiuto a seguito di eventi straordinari e per salvaguardare gli interessi di politica estera o di politica di sicurezza della Svizzera. Pertanto, per questi Paesi non si applicano le disposizioni di cui all’articolo 22a capoverso 2 della legge sul materiale bellico, che elenca i criteri per rifiutare l’autorizzazione per affari con l’estero. Per i motivi sopra esposti, una minoranza della Commissione si oppone a questa proposta invocando la salvaguardia della neutralità.

Con 12 voti contro 1 è stata respinta una proposta volta a consentire l’autorizzazione all’esportazione diretta o indiretta di materiale bellico verso Paesi che, conformemente all’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, si difendono con le armi da un’aggressione contraria al diritto internazionale (art. 2 n. 4 dello Statuto delle Nazioni Unite) e da altri crimini di guerra commessi dall’aggressore o da suoi aiutanti (art. 6–8 dello Statuto di Roma).

L’affare passa ora al Consiglio degli Stati, che in questo caso è la Camera prioritaria.

Iniziato l’esame dell’iniziativa Servizio civico

La Commissione ha iniziato l’esame dell’iniziativa popolare «Per una Svizzera che si impegna (Iniziativa Servizio civico)» (24.079). Il Consiglio degli Stati è la seconda Camera a occuparsi dell’oggetto. In precedenza, il Consiglio nazionale si era allineato alla decisione del Consiglio federale di respingere l’iniziativa senza contrapporle un controprogetto.

Dopo l’audizione del comitato d’iniziativa e le prime valutazioni, la Commissione ha deciso di sospendere l’esame dell’affare e sta valutando la possibilità di presentare uno controprogetto diretto. È stato deciso (con 6 voti contro 5 e 2 astensioni) di incaricare l’amministrazione di elaborare una proposta che introduca il modello dell’obbligo di prestare servizio di sicurezza, come spiegato nel Rapporto concernente l’ulteriore sviluppo del sistema dell’obbligo di prestare servizio. Il Consiglio federale ha preso atto di questo rapporto il 15 gennaio 2025. Nel controprogetto diretto s’intende inoltre proporre di estendere l’obbligo di prestare servizio di sicurezza alle donne. Queste misure mirano a garantire l’apporto di personale all’esercito e alla protezione civile e a soddisfare una richiesta importante dell’iniziativa popolare, ovvero estendere gli obblighi di servizio civico a una parte più ampia della società.

In tale contesto, con 10 voti contro 2 la Commissione ha deciso di presentare la mozione 25.3420 Introduzione dell’obbligo di prestare servizio di sicurezza, identica alla mozione 25.3015 presentata dalla Commissione omologa del Consiglio nazionale. La maggioranza della CPS-S ritiene che un sufficiente apporto di personale a favore dell’esercito e della protezione civile rivesta un’importanza fondamentale per poter reagire rapidamente alle attuali sfide geopolitiche. A tale scopo, quale modello di obbligo di servizio, la variante «obbligo di prestare servizio di sicurezza» è da preferire alla variante «obbligo di prestare servizio orientato al fabbisogno».

Una minoranza è dell’avviso che il Consiglio federale debba analizzare approfonditamente le due varianti di ulteriore sviluppo del sistema dell’obbligo di prestare servizio e, come previsto, esprimere la sua preferenza entro la fine del 2027. È opportuno che il Parlamento si pronunci soltanto dopo tale decisione.

Sì alla modifica della legge federale sull’approvvigionamento economico del Paese

All’unanimità, la CPS-S raccomanda alla propria Camera di approvare, senza apportare cambiamenti, la modifica della legge federale sull’approvvigionamento economico del Paese (25.028). La revisione della legge mira a migliorare e rafforzare l’organizzazione e il funzionamento dell’approvvigionamento economico della Svizzera, in particolare trasformando la funzione di delegato all’approvvigionamento economico del Paese da un’attività accessoria a un posto a tempo pieno. La Commissione vuole essere consultata in merito alle disposizioni d’esecuzione.

La Commissione è stata inoltre informata in merito al rapporto Analisi delle capacità della protezione della popolazione, adottato dal Consiglio federale il 26 giugno 2024 in adempimento del postulato 22.3007 Capacità necessarie alla gestione dei pericoli naturali dovuti al clima.

Durante la seduta la CPS-S è stata anche informata in merito alla situazione attuale in Vicino Oriente e agli sviluppi della guerra in Ucraina. È stata inoltre informata dal procuratore generale della Confederazione sulla situazione della sicurezza interna.

Presieduta dalla consigliera agli Stati Andrea Gmür-Schönenberger (Il Centro, LU), la Commissione si è riunita a Berna il 31 marzo e il 1° aprile 2025. A parte della seduta era presente il consigliere federale Guy Parmelin, capo del DEFR.