Anche la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N) è dell’avviso che i membri di una commissione parlamentare non debbano più poter assumere alcun mandato retribuito da imprese o organizzazioni che potrebbero essere interessate da norme giuridiche della cui elaborazione è competente la commissione.

Con 15 voti contro 6 e 1 astensione la CIP-N si allinea alla decisione della sua omologa del Consiglio degli Stati, che lo scorso mese di agosto aveva dato seguito a un’iniziativa parlamentare del consigliere agli Stati Beat Rieder (VS) (19.414 s Iv. Pa. Divieto di assumere mandati retribuiti in relazione all’attività di membro di commissioni parlamentari). È infatti emerso, proprio con il cambio di legislatura, che organizzazioni e imprese si sono attivate per reclutare in modo mirato deputati appartenenti a commissioni parlamentari importanti per i loro interessi, mettendo in atto una sorta di «shopping parlamentare». Questo può dar luogo a composizioni poco eterogenee di alcune commissioni. Con il disciplinamento proposto non è messa in questione la possibilità dei membri dell’Assemblea federale di esercitare altri mandati accanto a quello di parlamentare, sempreché l’abbiano già fatto prima di esser stati nominati membri della rispettiva commissione. La minoranza della Commissione ritiene inutile il divieto proposto nell’iniziativa, dato che l’impegno in un’azienda o in un’organizzazione non significa che un parlamentare si lascia «comperare».

La Commissione omologa del Consiglio degli Stati può dunque elaborare le necessarie modifiche da apportare alla legge sul Parlamento.

Accesso gratuito a documenti ufficiali: inviata in consultazione la modifica della legge sulla trasparenza

In adempimento di un’iniziativa parlamentare (16.432 n Iv. Pa. Graf-Litscher. Disciplinamento degli emolumenti. Principio della trasparenza nell’amministrazione federale), la CIP-N, con 16 voti contro 4 e 1 astensione, è favorevole a porre in consultazione un progetto che prevede che l’accesso a documenti ufficiali, disciplinato nella legge sulla trasparenza, non sia di norma soggetto a emolumenti. È previsto che un emolumento possa essere riscosso unicamente nel caso in cui una domanda d’accesso comporti un trattamento particolarmente dispendioso da parte delle autorità, anche se esso non potrà superare l’importo di 2000 franchi. Questo tetto massimo è stato deciso con 13 voti contro 8; la minoranza propone di non fissarne alcuno.

La Commissione ha constatato che in alcuni dipartimenti vengono emesse fatture che talvolta ammontano a diverse migliaia di franchi, ciò che ha l’effetto di svuotare il principio dell’accesso a documenti ufficiali. La Commissione ritiene pertanto che sia legittimo ancorare nella legge il principio della gratuità.

Il progetto è in consultazione fino alla fine di maggio e si può consultare al seguente link: https://www.parlament.ch/it/organe/commissioni/commissioni-tematiche/commissioni-cip/rapporti-consultazioni-cip/consultazione-cip-16-432

Le trasferte non ufficiali dei parlamentari non devono essere rese pubbliche

Dall’inizio della legislatura viene tenuto un registro pubblico delle trasferte all'estero che i parlamentari compiono a spese dell'Assemblea federale. Con la sua iniziativa parlamentare, la consigliera nazionale Nadine Masshardt (S, BE) chiede che nel registro figurino anche le trasferte che i parlamentari compiono su invito di autorità e gruppi d’interesse svizzeri, esteri o internazionali (18.492 n Iv. Pa. Trasparenza anche per quanto riguarda le trasferte compiute all'estero su invito di gruppi d'interesse). Con 12 voti contro 11 e 1 astensione, la Commissione si è espressa contro questa richiesta, che era già stata discussa e respinta al momento dell’istituzione del registro. La minoranza ritiene invece che questa piccola misura apporterebbe un significativo vantaggio in termini di trasparenza.

Con 14 voti contro 10 e 1 astensione, la Commissione si è espressa anche contro la proposta di sancire nella legge che i parlamentari paghino essi stessi le spese di questi viaggi, come chiede la consigliera nazionale Masshardt con un’altra sua iniziativa (18.490 n Iv. Pa. Per una maggiore trasparenza dei viaggi compiuti su invito di un gruppo d'interessi). Questo aspetto è già contenuto nelle raccomandazioni che gli Uffici fanno ai membri dei Consigli e non è pertanto necessario che venga anche sancito per legge. La minoranza ritiene invece che esso debba essere fissato e precisato a livello di legge.

Trasparenza dei parlamentari immutata

Con 17 voti contro 8, la Commissione si oppone a estendere l’obbligo esistente per i membri del Parlamento di indicare le relazioni d’interesse in modo tale che debbano essere dichiarati, per esempio, anche tutti gli importi che i deputati ricevono per le loro attività politiche e professionali. Essa respinge un’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Mathias Reynard (S, VS), che chiede che i parlamentari siano tenuti a dichiarare tutte le loro relazioni d’interesse sul modello in uso presso il Consiglio d’Europa (18.476 n Iv. Pa. Dichiarare in modo trasparente le relazioni d’interesse dei parlamentari). Secondo la Commissione, l’obbligo di dichiarare redditi non è compatibile con un Parlamento di milizia. Per una minoranza, proprio il fatto che i deputati possano conseguire guadagni oltre al mandato parlamentare richiede obblighi più rigidi per quanto riguarda l’indicazione delle relazioni d’interesse.

Garanzia conferita anche alla disposizione costituzionale urana sul sistema di voto

La CIP-N propone di conferire la garanzia federale alle costituzioni rivedute dei Cantoni di Uri, Ticino, Vaud, Vallese e Ginevra (19.066). Ha dato adito a discussioni in particolare la revisione della Costituzione del Cantone di Uri, che prevede una modifica del sistema di voto nelle elezioni del Gran Consiglio. Con 13 voti contro 11 e 1 astensione la Commissione ha infine deciso di pronunciarsi per il conferimento della garanzia anche a questa disposizione costituzionale, attenendosi in tal modo alla prassi secondo cui, in un caso limite, si decide in favore della sovranità cantonale, accordando la garanzia federale. La minoranza ritiene per contro che il sistema maggioritario previsto non soddisfi le esigenze del diritto federale in materia di un’equa procedura elettorale.

Presieduta dal consigliere nazionale Andreas Glarner (UDC/AG), la Commissione si è riunita a Berna il 13 e il 14 febbraio 2020.