Il servizio nazionale degli indirizzi (SNI) proposto dal Consiglio federale deve permettere ad alcuni servizi amministrativi e a terzi con mandato legale di consultare gli indirizzi della popolazione residente in tutta la Svizzera. Attualmente consultare questi dati è possibile soltanto a livello cantonale o comunale: da qui l’interesse di disporre in futuro di un registro centralizzato che raggruppi queste informazioni.
Durante la sessione invernale 2023 il Consiglio degli Stati aveva approvato questo disegno a larga maggioranza, apportandovi un’unica modifica.
Tuttavia, secondo la maggioranza della CIP-N il disegno di legge sul servizio nazionale degli indirizzi (23.039) pone un problema fondamentale di costituzionalità e non convince dal punto di vista materiale. Per quanto riguarda la costituzionalità, la Commissione considera che la Confederazione non disponga di una base costituzionale per agire in quest’ambito. Sotto il profilo materiale non si capisce quale sia il vantaggio di una simile normativa per i cittadini del nostro Paese. La Commissione propone pertanto di rinviare il disegno al Consiglio federale con un duplice mandato: da un lato, esaminare altri modelli che permettano di raggiungere lo stesso obiettivo lasciando ai Cantoni la competenza di agire; dall’altro, se il Consiglio federale desidera comunque proporre una legge federale, proporre la creazione di una base costituzionale adeguata, mostrare l’utilità concreta della nuova legge per i cittadini e mettere in pratica il principio «once only» (comunicare i dati una sola volta) per le persone coinvolte.
Trasparenza nel funzionamento del Parlamento
Secondo il diritto vigente i membri dell’Assemblea federale devono indicare le attività professionali e accessorie esercitate oltre al mandato parlamentare e se per esse percepiscono una retribuzione oppure no. La CIP-N ritiene che in questo modo vi sia sufficiente trasparenza. La Commissione si è pertanto espressa con 13 voti contro 12 contro un’iniziativa parlamentare della consigliera agli Stati Mazzone (22.485) che la Commissione omologa del Consiglio degli Stati aveva invece accolto. L’iniziativa chiede che i parlamentari indichino per ogni attività accessoria in quale intervallo rientra la retribuzione percepita e la data d’inizio dell’attività. Secondo la Commissione sarebbe pressoché impossibile fare una distinzione netta tra attività professionale e attività accessorie, cosa che rende difficile l’attuazione dell’iniziativa. È anche poco probabile che la popolazione sia molto interessata a queste informazioni. Una minoranza desidera compiere questo piccolo passo verso una maggiore trasparenza, il quale consente di ponderare i mandati.
La Commissione è invece del parere che per garantire la parità di trattamento con le persone che ottengono un diritto di accesso al Palazzo del Parlamento da parte di un parlamentare, debba essere pubblicato anche l’elenco dei rappresentanti dei Cantoni con diritto di accesso. La Commissione si è così espressa con 13 voti contro 12 a favore di un’iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Masshardt (23.425). Una minoranza non vi ravvisa alcun valore aggiunto.
Nessun abbassamento di età per il diritto di voto e di elezione
La Commissione ha ribadito la sua opposizione all’iniziativa parlamentare 19.415 «Dare voce ai giovani. Diritto di voto e di elezione attivo per i sedicenni come primo passo nella vita politica attiva», con cui si vuole abbassare di due anni l’età alla quale si ottiene il diritto di voto e di elezione a livello nazionale. Con 15 voti contro 10 propone ancora una volta alla propria Camere di togliere l’iniziativa dal ruolo. Nonostante i pareri negativi ricevuti durante la consultazione, nella sessione estiva 2023 il Consiglio nazionale aveva deciso, contrariamente alla proposta della CIP-N, di non stralciare l’iniziativa.
La CIP-N continua a opporsi all’iniziativa per le ragioni già note: concedere il diritto di voto e di elezione ai sedicenni creerebbe un contrasto ingiustificato con i diritti e gli obblighi previsti dal diritto civile e penale per gli Svizzeri a partire dai 18 anni. Secondo la Commissione separare la soglia di età per il diritto di elezione da quella per il diritto di eleggibilità costituisce un problema. Rimanda nuovamente al chiaro rifiuto emerso dalla consultazione, in particolare da parte dei Cantoni. Il neoeletto Consiglio nazionale deve in linea di principio avere la possibilità di decidere nuovamente sulla questione. La minoranza della Commissione indica invece che il Consiglio nazionale si è già più volte espresso a favore del diritto di voto ai sedicenni e la Commissione dovrebbe di conseguenza dare alla Camera la possibilità di procedere a una deliberazione di dettaglio al riguardo.
Partecipazione politica dei disabili: adozione di un postulato
Dopo aver preso atto del rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato Carobbio Guscetti 21.3296 «Piena partecipazione alla vita politica e pubblica delle persone con disabilità intellettiva», la Commissione ha discusso in modo approfondito su questa tematica. Nell’ambito dell’esame di tre petizioni (23.2019, 23.2020 e 23.2021) della Sessione delle persone con disabilità che chiedono di migliorare in diversi modi l’esercizio dei diritti politici per i disabili, la Commissione ha affrontato diversi temi come il ruolo dell’incapacità di discernimento e delle curatele nella privazione dei diritti politici, e anche l’impiego della «lingua facile» per il materiale di voto. Sono state formulate diverse proposte. Tuttavia, vista l’importanza e la complessità della tematica, la Commissione ha deciso di continuare in una prossima seduta i dibattiti riguardanti il seguito da dare a queste petizioni. La Commissione ha però già adottato, con 13 voti contro 12, un postulato (24.3001) che chiede al Consiglio federale di esaminare diverse misure concrete volte a garantire la partecipazione politica dei disabili.
Scambio di dati del casellario giudiziale con l’Italia
La Commissione ha adottato all’unanimità un postulato (24.3002) che chiede al Consiglio federale di esaminare la possibilità e l’opportunità di concludere un accordo bilaterale con l’Italia allo scopo di facilitare lo scambio di dati del casellario giudiziale, per esempio nel caso di procedimenti giudiziari o del rilascio di un permesso di dimora.
Valutazione d’impatto sulla salute quale parte integrante dei messaggi del Consiglio federale
Con 15 voti contro 10 la Commissione propone di non dare seguito all’iniziativa parlamentare 23.407 depositata dal consigliere nazionale Félix Wettstein, che chiede che i messaggi del Consiglio federale valutino sistematicamente l’impatto che i disegni di legge hanno sulla salute delle persone (valutazione d’impatto sulla salute).
La Commissione non ravvisa la necessità di agire in quest’ambito. Infatti, secondo il diritto vigente (art. 141 cpv. 2 LParl), i messaggi del Consiglio federale devono già illustrare le conseguenze sulla salute, sempre che ciò sia pertinente per il disegno di legge che accompagnano. Pertanto è inutile complicare ulteriormente una procedura legislativa già abbastanza complessa.
Una minoranza propone di dare seguito all’iniziativa parlamentare allo scopo di incitare il Consiglio federale a pensare in modo più sistematico alle conseguenze sanitarie dei suoi disegni.
Presieduta dalla consigliera nazionale Greta Gysin (G, TI), la Commissione si è riunita a Berna l’11 e il 12 gennaio 2024.