I cittadini con doppia cittadinanza che partecipano, nel nostro Paese o all’estero, ad attività terroristiche o prestano servizio nelle file di forze armate straniere non devono perdere automaticamente la nazionalità svizzera.

​Nella sessione invernale 2015 il Consiglio nazionale ha dato seguito a un’iniziativa parlamentare (14.450 Iv. Pa. Brunner. Revoca della cittadinanza svizzera ai mercenari) che chiede di revocare imperativamente la cittadinanza agli svizzeri con doppio passaporto che partecipano ad attività terroristiche. Con 7 voti contro 4, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S) propone invece alla propria Camera di non dare seguito a questa iniziativa. Pur riconoscendo la necessità di contrastare fermamente questo fenomeno, che porta cittadini svizzeri a prestare servizio nelle zone di crisi del Vicino Oriente, la Commissione ritiene che la legge sulla cittadinanza consenta già oggi di revocare la nazionalità svizzera alle persone con doppio passaporto la cui condotta danneggia gli interessi del nostro Paese. La CIP-S fa notare che una revoca automatica della cittadinanza sarebbe contraria ai principi dello Stato di diritto in quanto non sarebbe più sottoposta al potere discrezionale del giudice. Infine la Commissione constata che i termini «attività terroristiche» e «azioni belliche» impiegati nel testo dell’iniziativa non sono definiti in modo chiaro e sollevano numerosi interrogativi in materia di delimitazione. La minoranza della Commissione è invece del parere che, al rientro in Svizzera, i soldati jihadisti costituiscano un pericolo per il nostro Paese e che quindi, se in possesso di un doppio passaporto, vada loro revocata imperativamente la cittadinanza svizzera.

 

L’iniziativa del Cantone di San Gallo sulla politica d’asilo sfonda porte aperte

Con 6 voti contro 0 e 2 astensioni la Commissione propone alla propria Camera di non dare seguito, per motivi formali, a un’iniziativa del Cantone di San Gallo che chiede di orientare maggiormente la politica svizzera in materia di asilo e rifugiati agli aspetti legati alla politica di sicurezza (16.300 Iv. Ct. SG. Garantire la sicurezza nonostante i flussi di rifugiati). La Commissione condivide indubbiamente quanto chiesto dall’iniziativa, ma constata che le misure nell’ambito di competenza del Parlamento sono state già adottate. Il Parlamento ha infatti approvato nel preventivo 2016 il richiesto aumento del personale del corpo delle guardie di confine (Cgcf). Altre richieste quali la maggiore cooperazione tra Cgcf, forze di polizia ed esercito, il rimpatrio sistematico di richiedenti l’asilo criminali o il potenziamento degli aiuti in loco nelle regioni di crisi del Vicino Oriente sono certamente incontestabili, ma indirizzate a un destinatario sbagliato: ad essere competenti in materia sono le autorità esecutive e non l’Assemblea federale in quanto legislatore.

 

Rinviata la questione concernente la richiesta sistematica dell’estratto del casellario giudiziario per i permessi di dimora di cittadini UE

La Commissione si è inoltre occupata di due iniziative del Cantone Ticino secondo cui i cittadini dell’UE possono chiedere il rilascio di un permesso di dimora o essere distaccati in Svizzera dai loro datori di lavoro unicamente presentando un estratto del casellario giudiziario (15.320/15.321 Iv. Ct. TI. Possibilità di richiedere sistematicamente la fedina penale ai cittadini dell’Unione europea che chiedono il rilascio di un permesso di dimora). La CIP-S ha sentito una delegazione del Gran Consiglio ticinese. Poiché le due iniziative sollevano difficili questioni concernenti la libera circolazione delle persone, la loro trattazione è temporaneamente rinviata in attesa che venga fatta chiarezza sull’attuazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa.

 

Indicazione delle relazioni d’interesse da parte dei parlamentari: sì a una maggiore trasparenza, no al voyeurismo

Secondo l’articolo 11 della legge sul Parlamento, ogni membro dell’Assemblea federale deve comunicare quali attività esercita oltre al mandato parlamentare. La CIP del Consiglio nazionale (CIP-N) ritiene opportuno completare questa disposizione introducendo l’obbligo di indicare se un’attività è retribuita o è svolta a titolo onorifico. Il 4 febbraio 2016 ha quindi dato seguito, con 16 voti contro 8, a una corrispondente iniziativa parlamentare (15.437 Iv. Pa. Keller Peter. Registro degli interessi. Distinguere le attività retribuite da quelle onorifiche.). La CIP-S si è convinta che sia anche nell’interesse dei parlamentari chiarire di fronte all’opinione pubblica che un loro particolare impegno non è legato a una corrispondente entrata finanziaria. Si è quindi allineata alla decisione della Commissione del Consiglio nazionale, dando seguito, con 6 voti contro 1 e 1 astensione, all’iniziativa. La modifica di legge necessaria può dunque essere elaborata.

Il 4 febbraio 2016, la CIP-N si è chiaramente dichiarata a favore, con 20 voti contro 4, di un’iniziativa parlamentare che chiede che gli organi di informazione possano essere informati dei viaggi effettuati da membri dell’Assemblea federale nell’ambito di un mandato in seno a una delegazione parlamentare (ad es. Consiglio d’Europa, OSCE ecc.) o a una commissione (15.442 Iv. Pa. Heer. Obbligo d’informazione sui viaggi dei membri dell’Assemblea federale). La CIP-S respinge invece tale iniziativa con 7 voti contro 2 e 2 astensioni. I costi dei viaggi parlamentari all’estero sono pubblicati già oggi nei rapporti annuali delle singole delegazioni. I parlamentari partecipano a questi viaggi non a titolo privato bensì su mandato di un’istituzione. Una suddivisione delle informazioni per persona non è rilevante ma favorirebbe solo un certo voyeurismo che non si vuole alimentare.

 

Presieduta dal consigliere agli Stati Peter Föhn (V, SZ), la Commissione si è riunita a Berna il 3 maggio 2016.

 

 

Berna, 4 maggio 2016 Servizi del Parlamento