Il 14 marzo 2016 il Consiglio degli Stati ha dato seguito con 20 voti contro 17 e un’astensione a un’iniziativa parlamentare presentata dal consigliere agli Stati Didier Berberat (NE) (15.438 Iv. Pa. Berberat. Per una normativa volta a instaurare la trasparenza in materia di lobbismo nel Parlamento federale). L’iniziativa chiede che i lobbisti che intendono avere accesso al Palazzo del Parlamento siano accreditati. Dopo che anche la Commissione del Consiglio nazionale ha accolto l’iniziativa, spettava alla Commissione delle istituzioni politiche (CIP) del Consiglio degli Stati elaborare le relative modifiche della legge sul Parlamento. Con 5 voti contro 5 e il voto determinante del presidente, la Commissione ha però deciso di non entrare in materia su un avamprogetto sottopostole dalla segreteria della Commissione e propone alla propria Camera di togliere dal ruolo l’iniziativa parlamentare.
L’avamprogetto propone di istituire un registro degli accreditamenti in cui i lobbisti sono tenuti a iscrivere i loro datori di lavoro e i mandati. Un numero limitato di lobbisti registrati riceverebbe dunque il permesso di accedere al Palazzo del Parlamento per la durata di una determinata sessione. L’avamprogetto sarà pubblicato assieme al rapporto della Commissione destinato alla Camera inteso a togliere dal ruolo l’iniziativa.
Nella Commissione hanno prevalso gli argomenti esposti già in sede di esame dell’iniziativa secondo cui un sistema simile risulta troppo complicato e non apporta alcun valore aggiunto. Spetta ai parlamentari assumersi la responsabilità delle persone a cui intendono dare accesso al Palazzo del Parlamento.
Le organizzazioni politiche devono continuare a ricevere aiuti per le attività giovanili
La Commissione ritiene che le sezioni giovanili dei partiti svolgano un’attività preziosa nel settore della formazione e della motivazione politica dei giovani. Per finanziare le loro attività giovanili extrascolastiche, le organizzazioni politiche devono perciò poter chiedere aiuti finanziari alla Confederazione così come hanno fatto finora e come fanno altre organizzazioni giovanili. Con 7 voti contro 3 e 1 astensione la Commissione si dichiara perciò contraria a un’iniziativa parlamentare che intende rifiutare aiuti finanziari a organizzazioni che perseguono scopi politici (15.483 Iv. Pa. Rutz. Nessun sovvenzionamento statale a partiti e organizzazioni politiche). La palla passa dunque alla Commissione omologa del Consiglio nazionale che con 14 voti contro 11 si è espressa a favore dell’iniziativa e deve ora presentare proposte alla propria Camera.
Occorre disciplinare le conseguenze di un rifiuto del preventivo
La procedura di trattamento del preventivo della Confederazione può avere come conseguenza un rifiuto totale del progetto presentato dal Consiglio federale: uno scenario che nella sessione invernale trascorsa sembrava per un certo periodo possibile, ma che poi non si è verificato. Il diritto in vigore non disciplina le conseguenze nel caso in cui venga presa una simile decisione. La CIP del Consiglio degli Stati rileva una lacuna giuridica che può comportare una notevole incertezza del diritto. Con 7 voti contro 1 e 1 astensione ha perciò deciso di elaborare un disciplinamento legale che la colmi (17.404 Iv. Pa. CIP-S. Disciplinare le conseguenze di un rifiuto del preventivo da parte dell’Assemblea federale). La maggioranza dei Cantoni conosce simili disciplinamenti per i propri preventivi. La Commissione delle finanze del Consiglio degli Stati ha invece deciso diversamente, poiché non vede alcuna necessità di intervenire dal profilo legislativo (cfr. comunicato stampa del 17 gennaio 2017). Per iniziare i lavori, la CIP del Consiglio degli Stati ha ancora bisogno dell’approvazione della sua omologa del Consiglio nazionale.
Presieduta dal suo presidente, il consigliere agli Stati Peter Föhn (V, SZ), la Commissione si è riunita a Berna il 21 febbraio 2017.