La Commissione delle istituzioni politiche (CIP) del Consiglio degli Stati ritiene che stabilendo un tetto salariale generale di un milione di franchi per le retribuzioni dei quadri superiori nelle aziende della Confederazione e nelle imprese e istituti della Confederazione si creino falsi incentivi. Con una chiara maggioranza respinge un relativo progetto del Consiglio nazionale.

La Commissione ha respinto nella votazione sul complesso, con 10 voti contro 0 e 1 astensione, il progetto adottato dal Consiglio nazionale il 18 marzo 2021 con 139 voti contro 44 e propone alla sua Camera di non entrare in materia (16.438 n Iv. Pa. Per retribuzioni adeguate e contro gli eccessi salariali delle aziende della Confederazione e di aziende parastatali). Il progetto prevede di stabilire un tetto salariale massimo di un milione di franchi per determinate imprese della Confederazione, come le FFS e La Posta. I quadri delle imprese interessate dal progetto sono tuttavia attualmente remunerati in modo molto differenziato. L’introduzione di un tetto salariale massimo di un milione di franchi potrebbe essere interpretata anche come la necessità di aumentare i salari in determinate aziende. Un disciplinamento differenziato per ciascuna azienda sarebbe tuttavia difficile da attuare. Se i tetti massimi fossero stabiliti sulla base delle attuali retribuzioni, non sarebbe più possibile rispondere in modo dinamico agli sviluppi. Il Consiglio federale deve pertanto continuare a disporre dei necessari margini di manovra. La Commissione ha preso atto con soddisfazione che negli ultimi anni il Consiglio federale ha praticato nei confronti dei quadri superiori una politica salariale all’insegna della moderazione: i salari non sono stati aumentati e talvolta sono stati perfino diminuiti. Il Consiglio federale segue pertanto la giusta direzione, sicché al momento non vi è alcun bisogno di intervenire.

Secondo la Commissione non vi è più alcuna necessità di intervenire neppure per quanto riguarda le indennità di partenza: propone pertanto alla Camera di togliere dal ruolo l’iniziativa parlamentare del consigliere agli Stati Minder (18.428 s Iv. Pa. Aziende federali e imprese parastatali. Nessuna indennità di partenza per i quadri superiori), che chiede di vietare le indennità di partenza per i quadri superiori della Confederazione e che sarebbe anch’essa stata adempiuta con l’iniziativa parlamentare in esame.

Le mozioni sul lavoro mobile e sul plurilinguismo nell’Amministrazione federale sfondano porte aperte

La Commissione propone all’unanimità alla sua Camera di respingere la mozione presentata dal consigliere nazionale Romano e accolta dal Consiglio nazionale concernente la promozione del lavoro mobile nell’Amministrazione federale (20.4010 Forme di lavoro mobile. Adattare le basi legali affinché l’amministrazione pubblica sia un modello esemplare). Il Consiglio federale ha nel frattempo messo già in vigore le necessarie modifiche d’ordinanza e promuove in tal modo le forme di lavoro mobile nell’Amministrazione federale come richiesto dalla mozione. La Commissione ritiene che quanto richiesto da questo intervento parlamentare sia in tal modo adempiuto. Poiché anche le richieste della mozione 19.3153 sono già adempiute, la Commissione propone all’unanimità di respingere questa mozione presentata del consigliere nazionale Romano e accolta dal Consiglio nazionale. Con la mozione si chiede al Consiglio federale di presentare annualmente in un «Rapporto sulla gestione del personale dell’Amministrazione federale, dei Servizi del Parlamento, dei Tribunali federali e del Ministero pubblico» un'analisi dettagliata delle quote linguistiche per dipartimento, unità amministrativa e livello di quadri.

Nessuna precisazione per le sotto-congiunzioni di liste alle elezioni del Consiglio nazionale

Con 6 voti contro 4 e 1 astensione la Commissione ha respinto un’iniziativa parlamentare della Commissione omologa del Consiglio nazionale (21.402 Precisazione per le sotto-congiunzioni). L’iniziativa vuole precisare la legge federale sui diritti politici in modo tale che le sotto-congiunzioni di liste possano essere soltanto congiunzioni all’interno di un partito. La CIP del Consiglio degli Stati è del parere che non si debba modificare la legge a causa di un problema d’applicazione, con il rischio di creare nuovi problemi. La CIP-S vuole garantire anche ai gruppi, e non solo ai partiti, la possibilità di realizzare sotto-congiunzioni. Si aspetta tuttavia che le autorità cantonali limitino questa possibilità ai veri gruppi, conformemente alla legge. Inoltre, le sotto-congiunzioni di liste devono essere rese trasparenti per gli elettori.

Mozioni concernenti la partecipazione parlamentare nell’applicazione della legge sulle epidemie: deliberazioni sospese

La Commissione vuole attendere l’esito dei lavori della CIP del Consiglio nazionale sulle possibilità di partecipazione parlamentare nell’emanazione di «ordinanze di necessità» da parte del Consiglio federale (20.438 n Iv. Pa. CIP-N. Uso delle competenze in materia di diritto di necessità e controllo del diritto di necessità del Consiglio federale in situazioni di crisi). In seguito si esprimerà su due mozioni, depositate al Consiglio degli Stati, che chiedono un maggiore coinvolgimento del Parlamento nell’applicazione della legge sulle epidemie (21.3033 s Mo. Stark. Coinvolgere meglio il Parlamento nella lotta contro future pandemie / 21.3034 s Mo. Salzmann. Il Parlamento deve essere coinvolto quando è decretata una situazione straordinaria ai sensi della LEp).

La CIP-S è inoltre stata consultata dalla Cancelleria federale in merito alla prevista modifica di ordinanza sul voto elettronico. Diversamente dalla Commissione omologa del Consiglio nazionale, la CIP-S non vede la necessità di indirizzare raccomandazioni al Consiglio federale. La Commissione ha infine discusso con la Segreteria di Stato della migrazione sulle condizioni nei centri federali d’asilo e sulla situazione critica in Afghanistan.

Presieduta dal consigliere agli Stati Andrea Caroni (RL/AR), la Commissione si è riunita a Berna il 17 agosto 2021.