Inizialmente le Commissioni delle istituzioni politiche delle due Camere avevano dato seguito a questa iniziativa parlamentare, che chiede di impedire ai singoli parlamentari di assumere mandati retribuiti conferiti da imprese od organizzazioni che potrebbero essere interessate da norme giuridiche oggetto di deliberazioni in commissioni di cui i parlamentari sono membri. Tuttavia nel preparare la relativa modifica della legge sul Parlamento è risultato che l’iniziativa sollevava problemi di ordine giuridico e pratico. Dopo aver sentito vari esperti in materia e aver ottenuto una perizia dell’Ufficio federale di giustizia sugli aspetti di diritto costituzionale, la Commissione è giunta alla conclusione che la misura proposta dall’iniziativa parlamentare non avrebbe potuto essere attuata in modo conforme alla Costituzione, in particolare poiché avrebbe creato una disparità di trattamento tra i singoli deputati e limitato eccessivamente la loro libertà economica, dando inoltre luogo a difficoltà di interpretazione e di attuazione. La Commissione ha ritenuto che la trasparenza sulle attività accessorie dei deputati rispondesse a una preoccupazione dei cittadini e ha pertanto discusso lungamente la possibilità di presentare un’iniziativa che estendesse gli attuali obblighi di dichiarazione delle relazioni d’interesse dei parlamentari. Tuttavia, con 7 voti contro 4 e 1 astensione, ha prevalso la convinzione che una simile estensione non avrebbe apportato nessun valore aggiunto e che il diritto vigente offre sufficienti garanzie.
Sulla scheda è sufficiente che figuri l’oggetto su cui si vota
Con 9 voti contro 1 e 1 astensione la Commissione ha respinto una mozione, accolta a chiara maggioranza dal Consiglio nazionale il 7 giugno 2022, che chiede di menzionare sulle schede di voto federali concernenti le iniziative popolari gli eventuali controprogetti indiretti elaborati dal Parlamento (22.3132). La Commissione si è detta convinta che sulla scheda di voto debba figurare esclusivamente l’oggetto concreto su cui si vota, poiché è solo su questo che sono chiamati a esprimersi gli aventi diritto di voto. Il fatto di indicare sulla scheda di voto altri oggetti rischia di creare incertezza in merito all’oggetto del voto, accrescendo la confusione anziché rendere l’operazione più trasparente. È opportuno invece che siano le spiegazioni di voto del Consiglio federale a presentare l’eventuale controprogetto indiretto a un’iniziativa popolare.
No all’utilizzo della scrittura inclusiva nei testi ufficiali della Confederazione
La mozione 21.3143 n (Il rispetto delle regole della lingua francese deve prevalere sull'ideologia), depositata dal consigliere nazionale Benjamin Roduit e accolta dal Consiglio nazionale, chiede che l’Amministrazione federale rinunci ad applicare soluzioni di scrittura detta “inclusiva” nei testi ufficiali. La Commissione ha condiviso la preoccupazione dell’autore della mozione, ma ha sottolineato che le direttive della Cancelleria federale vietano già il ricorso alla scrittura inclusiva nei testi dell’Amministrazione federale e ha quindi ritenuto che l’obiettivo sia stato raggiunto. Con 5 voti contro 1 e 5 astensioni ha pertanto proposto di respingere la mozione.
Disegni del Consiglio federale riguardanti la legislazione sugli stranieri e la loro integrazione
La Commissione ha concluso l’esame preliminare di quattro disegni del Consiglio federale riguardanti varie modifiche della legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI), che sono quindi pronti per la trattazione da parte della Camera.
Il primo disegno concerne i centri di partenza cantonali alla frontiera svizzera (22.044), nei quali le persone obbligate a lasciare il Paese poiché prive di permesso di soggiorno possono essere trattenute in fermo di breve durata per assicurarne la consegna allo Stato limitrofo. La Commissione ha approvato all’unanimità il disegno, che prevede che la Confederazione versi aiuti finanziari ai Cantoni che gestiscono tali centri. La maggioranza della Commissione ha invece respinto una disposizione aggiunta dal Consiglio nazionale che vieta il fermo di persone che non hanno ancora compiuto 15 anni.
Il secondo disegno (22.047) prevede di prorogare fino a fine giugno 2024 l’attuale disposizione della LStrI secondo cui le persone tenute a lasciare il Paese possono essere obbligate a sottoporsi a un test COVID-19 se questo è un presupposto ai fini dell’allontanamento. La Commissione ha approvato la proroga con 10 voti contro 2.
Gli ultimi due disegni in materia di diritto degli stranieri concernono sviluppi dell’acquis di Schengen. La Commissione ha proposto all’unanimità di adottarli.
Il primo disegno prevede una riforma del sistema di informazione visti (VIS) (22.039). Questa banca dati gestita dall’Unione europea garantisce la comunicazione tra le guardie di confine alle frontiere esterne Schengen e i consolati degli Stati Schengen. Il disegno prevede un ampliamento del sistema per assicurare che le autorità coinvolte dispongano di tutte le informazioni necessarie. Il secondo disegno Schengen concerne una modifica del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS) (22.019) volta a garantire la compatibilità con altri sistemi d’informazione Schengen.
No all’espulsione di terroristi verso Paesi in cui rischiano di subire torture
La Commissione propone all’unanimità di togliere dal ruolo la mozione 16.3982 (Espulsione di terroristi verso i loro Paesi di origine, sicuri o meno), depositata dal consigliere nazionale Fabio Regazzi. Le Camere avevano accolto la mozione, ma in un rapporto del 4 maggio 2022 (22.055) il Consiglio federale ha poi affermato che la sua realizzazione era impossibile per motivi giuridici. La mozione sarebbe infatti contraria a disposizioni cogenti del diritto internazionale, in particolare al divieto di respingimento. Questo principio del diritto internazionale protegge le persone dall’espulsione verso Paesi in cui rischiano di subire torture o la pena di morte. La Commissione ha seguito la tesi del Consiglio federale, confermando così la posizione già assunta in occasione dell’esame preliminare della mozione.
Centro degli interessi in Svizzera, criterio fondamentale per ottenere un permesso di dimora
La Commissione ha approvato senza proposte contrarie la mozione del consigliere nazionale Piero Marchesi (21.4076) secondo cui il principio del centro degli interessi in Svizzera deve tornare a costituire un criterio fondamentale per il rilascio e il rinnovo dei permessi di dimora per stranieri.
Tirocinio e attività lucrativa di richiedenti l’asilo respinti e di sans papier
La Commissione ha discusso in modo approfondito la possibilità per i richiedenti l’asilo respinti e i sans papier di iniziare o concludere una formazione professionale oppure di esercitare un’attività lucrativa. La Commissione ha ritenuto che le persone la cui domanda di asilo è stata respinta con decisione passata in giudicato debbano lasciare la Svizzera e che non sia opportuno creare incentivi a favore di un soggiorno illegale. Per questo motivo, con 8 voti contro 4 ha raccomandato di respingere la mozione 22.3392 (Estensione del disciplinamento per i casi di rigore per l'accesso alla formazione professionale), depositata dalla Commissione omologa del Consiglio nazionale; con 8 voti contro 3 e 1 astensione ha raccomandato altresì di respingere la mozione 20.4119 del consigliere nazionale Fabio Regazzi (Autorizzare l'attività lucrativa ai richiedenti l'asilo che dopo aver ricevuto una decisione negativa della SEM sono in attesa dell'allontanamento). La minoranza commissionale chiede invece di accogliere le due mozioni.
La Commissione ha iniziato l’esame della mozione 20.3322 (Nessuna interruzione del tirocinio per i richiedenti l'asilo già integrati nel mercato svizzero del lavoro), depositata dalla consigliera nazionale Christa Markwalder. Al riguardo ha chiesto all’Amministrazione ulteriori informazioni.
La Commissione ha inoltre discusso con la consigliera federale Karin Keller-Sutter la situazione dei profughi ucraini in Svizzera e lo statuto di protezione S, soffermandosi in particolare su aspetti concreti e sulle sfide da attendersi durante l’inverno, come pure sull’eventuale proroga dello statuto di protezione S.
Presieduta dal consigliere agli Stati Mathias Zopfi (GL, G), la Commissione si è riunita a Berna il 17 e il 18 ottobre 2022.