Con 14 voti contro 8 e 2 astensioni la Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale (CAPTE-N) ha deciso di presentare un’iniziativa parlamentare (25.481) volta a rendere più flessibile l’esecuzione delle prescrizioni in materia di emissioni di automobili, autofurgoni e trattori a sella leggeri nuovi. La proposta prevede che le emissioni di CO2 del parco veicoli nuovi siano calcolate sulla media degli anni 2025, 2026 e 2027 invece che su base annuale. Eventuali sanzioni verrebbero applicate soltanto una volta decorso il triennio.
La media triennale proposta si orienta a una normativa dell’Unione europea (UE) in vigore da luglio 2025. La Commissione ritiene opportuno prevedere una soluzione analoga in Svizzera per evitare che nel nostro Paese si applichino prescrizioni in materia di emissioni più rigorose, ritenuto anche che sinora le prescrizioni svizzere si sono allineate in larga misura alle norme UE. Il settore automobilistico è sotto forte pressione a causa delle difficoltà del mercato e subirebbe quindi un aggravio sproporzionato se dovesse versare sanzioni elevate già a partire dal 2026. Il rinvio del conteggio delle emissioni a dopo il 2027 concederebbe agli importatori maggiore liquidità a breve termine e permetterebbe loro di compensare un eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi nel 2025 migliorando i risultati per gli anni successivi. La Commissione sottolinea che gli attuali valori obiettivo per il CO2 non subiscono modifiche.
Accelerazione delle procedure di trasformazione e ampliamento delle reti elettriche
La CAPTE-N ha approvato all’unanimità il progetto di accelerazione delle procedure di autorizzazione delle reti elettriche (25.057). È convinta che il potenziamento delle energie rinnovabili non debba essere rallentato dalla mancanza di capacità delle reti elettriche e condivide la posizione del Consiglio federale secondo cui a tale scopo è necessario semplificare urgentemente le procedure di autorizzazione. La Commissione approva nelle grandi linee il messaggio del Consiglio federale, completando il disegno con proposte puntuali volte a snellire le procedure di autorizzazione senza perdere di vista i principi dello Stato di diritto e della pianificazione del territorio.
La Commissione ritiene necessarie misure per agevolare l’ampliamento anche nei livelli inferiori della rete elettrica, vale a dire nei raccordi delle economie domestiche e dei quartieri. Propone quindi, con 15 voti contro 8, di attribuire un interesse nazionale prevalente di principio su altri interessi nazionali anche agli impianti della rete di distribuzione. Inoltre, sempre nell’ottica dell’ampliamento della rete, ha deciso all’unanimità di prevedere meno possibilità di ricorso in via giudiziaria contro l’approvazione di progetti concernenti la rete elettrica: sarà legittimato a ricorrere soltanto chi ha un interesse degno di protezione all’annullamento dell’approvazione. In tal modo intende evitare ricorsi che hanno il solo scopo di rallentare la realizzazione dei rispettivi progetti.
Accumulatori di corrente nelle immediate vicinanze di un’infrastruttura esistente
La Commissione ritiene inoltre che gli accumulatori di energia sgravino efficacemente la rete elettrica e costituiscano dunque un complemento economico all’ampliamento della rete. Con 14 voti contro 9 propone pertanto di consentire, a determinate condizioni, la costruzione di accumulatori anche al di fuori delle zone edificabili nelle immediate vicinanze di un’infrastruttura già esistente, come un impianto di produzione di energia di grandi dimensioni. Una minoranza della Commissione si è espressa a favore di una maggiore flessibilità nella scelta dell’ubicazione anche per quanto attiene alle stazioni di trasformazione proponendo che, seppur realizzate in ubicazioni al di fuori della zona edificabile, le stazioni debbano confinare direttamente con tale zona qualora così si possa evitare un’espropriazione. Questa proposta è stata respinta con 12 voti contro 12 e il voto decisivo del presidente.
Per quanto attiene alla procedura del piano settoriale, in futuro si rinuncerà alla procedura di conciliazione tra Cantoni e autorità federali in quanto questi attori sono in grado di far valere i propri interessi anche senza tale procedura. Inoltre, si dovrà favorire l’edificazione di linee ad altissima tensione lungo le strade nazionali e le linee ferroviarie visto che in questi casi è possibile rinunciare alla procedura del piano settoriale.
Modifica dell’impostazione tariffale nel servizio universale di fornitura dell’elettricità
Con 13 voti contro 11, la Commissione ha deciso di elaborare un’iniziativa (25.482) volta a modificare le prescrizioni in merito all’impostazione tariffale nel servizio universale. Secondo il diritto vigente, i gestori delle reti di distribuzione sono tenuti ad acquistare l’energia elettrica con il massimo anticipo possibile. Di conseguenza, capita che essi debbano vendere l’energia elettrica in eccesso a prezzi bassi a causa di eccedenze inattese di energia (ad es. in caso di produzione elevata da parte degli impianti fotovoltaici). La maggioranza della Commissione ritiene che le relative perdite debbano essere compensate da possibili guadagni e imputate nelle tariffe del servizio universale. Il trasferimento di costi inutili ai clienti continuerà a essere evitato grazie all’acquisto preventivo effettuato sulla base di buone previsioni.
Maggiori possibilità di intervenire nella regolazione dei lupi
La Commissione ha accolto due mozioni che chiedono l’introduzione di misure più estese di regolazione per gestire la crescente popolazione dei lupi: la mozione Broulis 25.3549 «Lupo problematico appartenente a un branco. Bisogna poter intervenire!», con 16 voti contro 9, e la mozione Friedli 25.3715 «Consentire l’abbattimento di lupi nelle bandite di caccia», con 11 voti favorevoli, 11 contrari, 3 astensioni e il voto decisivo del presidente. Entrambi gli interventi invitano il Consiglio federale a colmare le lacune legislative per permettere una regolazione efficace dei lupi problematici che appartengono a un branco o si trovano in bandite di caccia.
Due minoranze respingono entrambe le mozioni. A loro parere devono prima essere analizzati gli effetti delle nuove disposizioni della legge sulla caccia, entrate in vigore da poco, poi si potrà agire in maniera mirata. Dubitano infatti dell’efficacia delle misure previste dalle mozioni che minacciano la protezione del lupo.
Presieduta dal consigliere nazionale Christian Imark (V, SO), la Commissione si è riunita a Berna il 10 e 11 novembre 2025. A parte della seduta era presente il consigliere federale Albert Rösti.