La Commissione dell’energia del Consiglio nazionale ha deciso di depositare due mozioni che fissano alcuni elementi centrali della configurazione del mercato dell’energia elettrica dopo il 2020. Da un lato si chiede di attuare la liberalizzazione totale del mercato elettrico. Dall’altro, la Commissione sostiene l’adozione di una riserva strategica con cui garantire la disponibilità di energia in situazioni di emergenza.

​La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia (CAPTE) del Consiglio nazionale è stata aggiornata dall’Ufficio federale dell’energia (UFE) sullo stato dei lavori preparatori concernenti la configurazione del mercato dell’energia elettrica per il periodo successivo al 2020 (revisione LAEI). Uno studio in tal senso è stato presentato anche al pubblico venerdì scorso dalla presidente della Confederazione Doris Leuthard, in occasione dell’annuale Giornata delle infrastrutture del DATEC. In considerazione delle condizioni quadro della Strategia energetica 2050, nello studio si ritiene che la sicurezza dell’approvvigionamento in Svizzera sia fondamentalmente garantita. Lo scambio e la connessione con il mercato energetico dei Paesi vicini sono tuttavia di importanza centrale per il mantenimento futuro della sicurezza dell’approvvigionamento.
Riallacciandosi al dibattito che la Commissione sta conducendo da inizio anno riguardo alle sfide nel mercato dell’energia elettrica, la Commissione ha deciso, con 15 voti contro 4 e 3 astensioni, di depositare una mozione (17.3971) che incarica il Consiglio federale di intraprendere la via verso un’apertura completa del mercato. Da questa misura ci si attende un aumento dell’efficienza nel mercato elettrico e l’eliminazione delle distorsioni causate dall’attuale situazione di apertura parziale del mercato. Al contempo, la Commissione si è espressa unanimemente a favore di una mozione (17.3970) che chiede l’introduzione nel mercato elettrico di una riserva strategica con cui garantire la disponibilità di energia in situazioni di emergenza. In tal modo la Commissione sostiene gli sforzi dell’UFE, che vorrebbe che la prospettata apertura del mercato fosse collegata a una misura del genere. Una minoranza è del parere che la mozione con cui la Commissione chiede di andare verso una liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica non sia opportuna.

La Commissione è tornata infine a occuparsi del disegno 2 della «Strategia sulle reti elettriche» (16.035). Il disegno, che prevede l’adozione di eventuali misure di sostegno dell’energia idroelettrica, durante la sessione estiva era stato rinviato dal Consiglio nazionale alla CAPTE per un’analisi approfondita. Nel frattempo la Commissione ha provveduto a chiarire vari aspetti riguardanti l’urgenza di queste misure. Con 20 voti contro 4 e 1 astensione, è giunta alla conclusione che per quanto riguarda il settore dell’energia idroelettrica nel suo complesso non esiste un’esigenza immediata di intervenire. Un’indicazione in tal senso giunge anche dai primi risultati scaturiti dall’ampio rilevamento di dati condotto dall’UFE presso i gestori di impianti idroelettrici, svolto nell’ambito dei lavori preparatori della revisione della LAEI. Con 18 voti contro 5 e 2 astensioni, la Commissione ha deciso formalmente di non più dedicarsi oltre al disegno 2 dell’oggetto concernente la trasformazione e l’ampliamento delle reti elettriche.
La Commissione è ad ogni modo cosciente del fatto che l’attuale situazione di mercato costituisce una sfida proprio per quelle aziende che non dispongono di clienti vincolati. Per evitare che in questi casi si producano deficit d’investimento a media-lunga durata, la Commissione continuerà ad occuparsi di questo complesso tema nell’ambito delle discussioni concernenti la nuova configurazione del mercato dell’energia elettrica.

Presieduta dal consigliere nazionale Stefan Müller-Altermatt (PPD, SO), la Commissione si è riunita a Berna il 30 e il 31 ottobre 2017.