In considerazione delle conseguenze dell’iniziativa per l’economia svizzera e le finanze pubbliche, potenzialmente assai negative, la Commissione propone al Popolo e ai Cantoni di respingerla e si rinuncia a presentare un controprogetto. La validità dell’iniziativa, che dal punto di vista della Commissione è estremamente problematica anche sotto il profilo dello Stato di diritto, rimane incontestata.

L’iniziativa popolare federale presentata dai GISO «Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (Iniziativa per il futuro)» (24.082) chiede l’introduzione di un’imposta sulle successioni a livello federale del 50 per cento, con una franchigia unica di 50 milioni di franchi sull’importo complessivo della successione e di tutte le donazioni. Il gettito fiscale va vincolato all’utilizzo per la lotta ai cambiamenti climatici da parte della Confederazione e dei Cantoni.

All’avvio delle proprie deliberazioni, la Commissione ha convocato il comitato d’iniziativa e esponenti della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDCF), di economiesuisse, SwissHoldings, Swiss Family Business e del WWF Svizzera nonché, in rappresentanza del mondo scientifico, i professori Volker Grossmann e Marius Brülhart. Per quanto emerso dalle audizioni, la maggioranza della Commissione vede confermato il proprio convincimento di trattare rapidamente l’iniziativa popolare e di non procedere a ulteriori accertamenti. Come il Consiglio federale nel proprio messaggio, essa fa riferimento alle conseguenze potenzialmente assai negative dell’iniziativa. Un’imposta di successione elevata renderebbe più difficile o impossibile la successione a molte imprese familiari, causerebbe partenze e impedirebbe arrivi. A causa dei previsti cambiamenti di comportamento, nel peggiore dei casi vi potrebbero essere perdite fiscali per gli enti pubblici. L’iniziativa oltretutto infrange la sovranità fiscale cantonale e viola il principio della tassazione in base alla capacità economica. La Commissione condivide le considerazioni del Consiglio federale sulla validità dell’iniziativa, in particolare anche la sua valutazione che l’effetto retroattivo dell’iniziativa può essere applicato unicamente alle eredità e alle donazioni effettivamente versate dopo un’eventuale accettazione dell’iniziativa popolare. Anche alla luce della politica climatica attiva attuata da Confederazione e Cantoni, la maggioranza della Commissione ritiene che non vi sia motivo di stanziare fondi supplementari a tal fine tramite un’imposta di successione. Per tutti questi motivi, con 17 voti contro 8 la Commissione propone di raccomandare al Popolo e ai Cantoni di respingere l’iniziativa. Non vuole nemmeno presentare un controprogetto. Già poco tempo fa, la CET-N ha discusso questa idea nell’ambito dell’iniziativa parlamentare Jost 24.420 («Imposta di solidarietà sulle successioni multimilionarie per finanziare l’AVS») e l’ha chiaramente respinta rifacendosi agli stessi argomenti (cfr. comunicato stampa CET-N del 29 ottobre 2024). Così anche varie proposte per un controprogetto diretto – ad esempio per un’imposta sulle successioni con aliquota fiscale più bassa e franchigia più bassa – sono state respinte (ogni volta con 17 voti contro 8). Una minoranza della Commissione propone di raccomandare di accogliere l’iniziativa. A suo avviso, l’imposta sulle successioni è un’imposta che contribuisce all’equità delle opportunità e delle generazioni. Per la protezione del clima la Svizzera dovrebbe farsi carico di costi enormi e le misure e i mezzi attuali non basterebbero a raggiungere gli obiettivi di legge. Sono state inoltre presentate diverse proposte di minoranza per controprogetti diretti con un’imposta sulle successioni moderata. Il Consiglio nazionale discuterà l’iniziativa popolare nella sessione primaverile 2025.

Conclusa gran ​​parte della deliberazione di dettaglio sulla revisione parziale della legge sui cartelli

Dopo che nella seduta dell’8 ottobre 2024 aveva deciso, senza voti contrari, di entrare in materia sul progetto del Consiglio federale di revisione parziale della legge sui cartelli (23.047), la Commissione ha ora potuto svolgere e in gran parte concludere la deliberazione di dettaglio al riguardo. La votazione sul complesso è stata tuttavia posticipata a una prossima seduta poiché sono ancora necessari chiarimenti sulle effettive ripercussioni di diverse formulazioni. Il paragramma contenente le decisioni finali della Commissione sarà pubblicato soltanto in seguito.

Prima della deliberazione di dettaglio, la Commissione ha ancora una volta condotto audizioni specifiche al fine di poter meglio valutare la disposizione derogativa concernente le leghe sportive professionistiche proposta dal Consiglio degli Stati (cfr. comunicato stampa dell’8 ottobre 2024).

La CET-N si è in seguito pronunciata, con 14 voti contro 8 e 2 astensioni, contro l’introduzione di nuove disposizioni derogative specifiche al settore degli sport professionistici. Propone pertanto alla propria Camera di non allinearsi alla decisione del Consiglio degli Stati. La Commissione è del parere che il rafforzamento delle capacità finanziarie degli attori nel settore degli sport professionistici debba semmai essere trattato nell’ambito di una legislazione specifica.

Come già nelle precedenti deliberazioni parlamentari su questo oggetto, ha sollevato molte discussioni la questione su come valutare se un accordo in materia di concorrenza intralcia notevolmente la concorrenza (art. 5 LCart) e se vi è una pratica illecita da parte di imprese che dominano il mercato o che hanno una posizione dominante relativa (art. 7 LCart). Un elemento centrale del disegno di legge è infatti l’attuazione della mozione Français 18.4282 che, a seguito della decisione del Tribunale federale nel caso Gaba, chiede di precisare l’articolo 5 della legge sui cartelli. Secondo la maggioranza della Commissione, in taluni casi la LCart è applicata in modo eccessivamente ampio, sicché anche su accordi e comportamenti in materia di concorrenza innocui pende la spada di Damocle di una sanzione da parte della COMCO. La CET-N propone pertanto per entrambe le pertinenti disposizioni (art. 5 cpv. 1bis e art. 7 cpv. 3 LCart) una formulazione secondo la quale le autorità della concorrenza, per stabilire l’ammissibilità o meno di limitazioni della concorrenza, dovranno in futuro effettuare una valutazione complessiva caso per caso sulla base di valori empirici e delle circostanze specifiche del mercato rilevante. La Commissione stabilisce così due divergenze rispetto al Consiglio degli Stati, che vuole mantenere lo status quo per entrambe le disposizioni. Anche per quanto riguarda la fattispecie del cartello orizzontale sui prezzi secondo l’articolo 5 capoverso 3 lettera a LCart, la CET-N propone di non allinearsi alla decisione del Consiglio degli Stati e di mantenere lo status quo. Su diverse disposizioni sono state presentate mozioni di minoranza.

Registro per la trasp​​arenza: corapporto alla CAG-N

Nell’ambito di un corapporto alla competente Commissione per gli affari giuridici del Consiglio nazionale (CAG-N), la CET-N si è occupata del disegno del Consiglio federale 24.046 «Legge federale sulla trasparenza delle persone giuridiche e sull’identificazione degli aventi economicamente diritto». La Commissione sostiene, in linea di principio, l’orientamento del Consiglio degli Stati, che ha esaminato il disegno nella sessione invernale 2024. In particolare, è anche favorevole alla suddivisione del progetto in due disegni (16 voti contro 7). Su due punti, invece, si discosta dal Consiglio degli Stati. Con 14 voti contro 9 e un’astensione propone ad esempio che venga soppresso l’obbligo, da parte di intermediari finanziari, di segnalare le differenze nel registro per la trasparenza (art. 38). Inoltre, con 14 voti contro 10, si pronuncia contro la disposizione, inserita dal Consiglio degli Stati, sulla segnalazione delle differenze da parte degli enti giuridici (art. 39a). Infine, con 16 voti contro 8, raccomanda alla CAG-N di approvare nella votazione sul complesso il disegno con le relative modifiche. La CAG-N esaminerà le proposte della CET-N in febbraio, in occasione della deliberazione di dettaglio sul progetto.

Consentire più ape​rture domenicali a Cantoni e Comuni

In base all’iniziativa (23.325), presentata dal Cantone di Zurigo, mediante una modifica della legge sul lavoro i Cantoni avranno la possibilità di autorizzare, al posto di massimo 4, massimo 12 aperture domenicali l’anno. Con 15 voti contro 9 e 1 astensione, la CET-N approva la decisione della Commissione omologa di dare seguito a questa iniziativa. La CET-S è quindi incaricata di elaborare un progetto preliminare per l’attuazione dell’iniziativa. La CET-N sostiene la richiesta, in quanto offre ai Cantoni e ai Comuni un maggiore margine di manovra per decidere se e quanto spesso sia possibile il lavoro domenicale senza autorizzazione nei negozi. La formulazione facoltativa consente un adattamento flessibile alle esigenze locali senza modificare la legge sul lavoro nel suo insieme. I contrari alla proposta sottolineano che una modifica della legge sul lavoro può avere successo soltanto se le parti sociali sono coinvolte, altrimenti c’è il rischio di un fallimento alle urne.

Nuova situazione ​​per quanto riguarda la misura di protezione delle borse

La Commissione si è occupata del mantenimento della misura di protezione delle borse, messa in vigore nel 2019 dal Consiglio federale in risposta alla mancata proroga dell’equivalenza delle borse svizzere dall’UE. Essa ha rilevato che le ripercussioni negative della mancata concessione di detta equivalenza da parte dell’UE sono state ampiamente eliminate con l’adeguamento del pertinente regolamento UE (MiFIR) e che, nel contempo, la misura di protezione limita le società svizzere quotate in borsa nelle proprie attività in relazione alle borse dell’UE. Per questo motivo la Commissione raccomanda all’unanimità al Consiglio federale di stralciare l’UE dall’elenco delle giurisdizioni con restrizioni significative per la negoziazione di azioni in Svizzera.

Ulteriori deci​​sioni

La Commissione ribadisce la propria volontà di definire a livello di legge le prestazioni che le imprese della Confederazione possono fornire in regime di concorrenza con privati e le relative condizioni quadro e, con 16 voti contro 6 (senza astensioni), approva le due iniziative parlamentari dal tenore identico presentate dai consiglieri agli Stati Andrea Caroni (23.461) e Beat Rieder (23.469). La terza iniziativa parlamentare identica, presentata dal consigliere nazionale Jürg Grossen (23.462), è già in una fase avanzata: il progetto preliminare per la sua attuazione è in preparazione. La Commissione dovrebbe occuparsene dopo la pausa estiva.

Nel dicembre del 2023 il consiglio di amministrazione di Compenswiss (fondo di compensazione AVS/AI/IPG) ha deciso di revocare a UBS il mandato di banca depositaria e di affidarlo a un istituto bancario statunitense, la State Street Bank. Il trasferimento alla nuova banca depositaria è avvenuto nel luglio del 2024. Con 13 voti contro 7 e 4 astensioni, la CET-N ha deciso di presentare una mozione di commissione (23.3008) affinché Compenswiss revochi il nuovo mandato di banca depositaria e lo affidi nuovamente a una banca svizzera. Anche se la State Street Bank non amministra direttamente il patrimonio del fondo di compensazione dell’AVS, per la Commissione non si può escludere che debba assoggettarsi a eventuali istruzioni delle autorità statunitensi sfavorevoli alla Svizzera. La scelta di una banca depositaria svizzera potrebbe minimizzare questo rischio.

Presieduta dal consigliere nazionale Thomas Aeschi (UDC, ZG), la Commissione si è riunita a Berna il 20 e il 21 gennaio 2025 e, in parte della seduta, era presente la Presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter.