1. Nel corso della seduta del 9 gennaio 2017 la CET-S ha consultato i rappresentanti della Commissione della concorrenza (COMCO), di hotelleriesuisse e di booking.com a proposito della mozione Bischof 16.3902 «Vietare le clausole di parità tariffaria stabilite dalle piattaforme di prenotazione on line a scapito degli albergatori». Nel corso della seduta del 2 febbraio la Commissione ha concluso l’esame della mozione e ha deciso di contrastare la politica tariffaria restrittiva praticata da alcune piattaforme di prenotazione online in virtù della loro posizione di forza sul mercato. La maggioranza della Commissione ritiene infatti che l’applicazione della clausola di parità tariffaria ristretta limiti il margine di manovra degli albergatori e ostacoli così la concorrenza, con il risultato che a trarne profitto non sono né i consumatori né gli albergatori, bensì solo le piattaforme. Nonostante ciò l’utilità globale di queste piattaforme non è in discussione.
Va inoltre considerato che la situazione internazionale nel corso dell’ultimo anno è profondamente mutata. Per legge o con decisione delle autorità della concorrenza, tutti i Paesi vicini hanno vietato le clausole di parità tariffaria ristretta o stanno per farlo. Nella regione alpina, dunque, i diretti concorrenti degli albergatori svizzeri non sono più vincolati a queste clausole. Per la CET-S è pertanto essenziale fare in modo che gli albergatori svizzeri, già confrontati alle difficoltà derivanti dal franco forte, non debbano anche fare i conti con ulteriori svantaggi concorrenziali. La Commissione spera inoltre che il divieto delle clausole di parità tariffaria ristretta comporti una riduzione delle commissioni che gli albergatori devono versare per ogni pernottamento prenotato attraverso queste piattaforme e che possono raggiungere o addirittura superare il 12%.
2. Approvato lo scambio automatico di rendicontazioni Paese per Paese
Applicando una misura del progetto BEPS (Base Erosion and Profit Shifting) elaborato dall’OCSE, il progetto (16.078) mira a migliorare la trasparenza in materia di imposizione dei gruppi di imprese multinazionali e a stabilire un quadro uniforme per lo scambio delle rendicontazioni Paese per Paese adottando uno standard minimo. In seguito all’entrata in materia dello scorso 10 gennaio 2017 (v. comunicato stampa), la Commissione ha proceduto all’esame per articolo del disegno di decreto di approvazione e del disegno di legge e ha chiarito le questioni che restavano ancora aperte. Dopo aver lungamente discusso l’opportunità di conferire la competenza d’approvazione dell’accordo internazionale al Parlamento piuttosto che al Consiglio federale, la Commissione ha infine ritenuto che, conformemente all’ordine giuridico svizzero, la competenza sia dell’organo legislativo. Essa ha quindi precisato che tutte le modifiche future dell’accordo devono imperativamente essere sottoposte all’approvazione del Parlamento. Con 11 voti contro 1, la CET-S propone al suo Consiglio di accogliere il decreto.
Per quanto concerne il disegno di legge, la Commissione ha proceduto solo a qualche modifica. Con 4 voti contro 2 e 4 astensioni, essa propone di stralciare la disposizione che prevede una sanzione penale di al massimo 100'000 franchi per colui che per negligenza fornisce una rendicontazione Paese per Paese inesatta o incompleta. La maggioranza della Commissione ritiene infatti che una negligenza non giustifichi una sanzione, poiché un errore nella redazione di una rendicontazione può essere commesso molto facilmente. La CET-S ha inoltre precisato che il comportamento intenzionale sarà punito solo se fornisce indicazioni inesatte o incomplete che falsano fondamentalmente le informazioni desiderate e danno un’immagine falsata della situazione. La Commissione ha tuttavia rinunciato a trasferire la responsabilità penale dalla persona fisica alla persona giuridica.
La CET-S ha inoltre nuovamente precisato nella legge che è necessaria l’approvazione del Parlamento per ogni modifica dell’accordo internazionale. Tuttavia, con 8 voti contro 3, la Commissione ha respinto una proposta che intendeva stabilire l’obbligo per le imprese multinazionali di fornire alle autorità fiscali il file principale (Master-file) e il file locale (Local-File), poiché questa esigenza supererebbe lo standard minimo internazionale. Nel voto sull’insieme, la commissione ha adottato il progetto di legge con 10 voti contro 2. L’oggetto sarà esaminato dal Consiglio degli Stati durante la sessione di primavera 2017.
3. Provvedimenti per lottare in modo sistematico contro il lavoro nero
La CET-S ha portato a termine l’esame del disegno di legge contro il lavoro nero (15.088), per il quale, nel corso dell’ultima seduta, aveva deciso l’entrata in materia. Rispetto al disegno del Consiglio federale e alle decisioni del Consiglio nazionale, la Commissione propone alcune modifiche. La procedura di conteggio semplificata per i premi delle assicurazioni sociali e le imposte deve potere essere applicata, oltre che alle economie domestiche, anche a microaziende e ad associazioni. Tuttavia, per evitare gli abusi che si sono verificati in passato, la Commissione propone di completare l’articolo 2 con un secondo capoverso che escluda la possibilità di applicare la procedura summenzionata a società di capitali e società cooperative nonché al coniuge e ai figli che lavorano nell’azienda (10 voti a favore, nessuno contrario e 2 astensioni). La Commissione propone, in seguito, di modificare l’articolo 9 della legge in modo tale che l’invio del verbale alle persone e aziende controllate non avvenga su richiesta bensì in modo automatico (art. 9). Riguardo alla comunicazione dei risultati dei controlli (art. 12), la Commissione ritiene, diversamente dal Consiglio nazionale, che l’organo di controllo debba informare le autorità competenti anche quando sussistono indizi d’infrazione a un contratto collettivo di lavoro di obbligatorietà generale (art. 12). La maggioranza della Commissione propone, alla stessa stregua del Consiglio nazionale, di stralciare l’articolo 16a sulla conclusione di accordi di prestazioni con i Cantoni; una minoranza invece concorda con la proposta del Consiglio federale (5 contro 8). Per quanto riguarda l’articolo 18a, che disciplina le sanzioni in caso di violazione degli obblighi di annuncio e di annotazione, la maggioranza appoggia il Consiglio federale (9 voti contro 4), mentre una minoranza propone, come il Consiglio nazionale, lo stralcio dell’articolo.
Il progetto, che nel voto sul complesso è stato approvato dalla Commissione con 8 voti a favore, 2 contrari e 3 astensioni, sarà discusso dal Consiglio degli Stati nella sessione primaverile.
4. Altri oggetti
Come preannunciato al termine dell’esame della mozione Egloff (13.3083) (cfr. il comunicato stampa dell’11 gennaio 2017), la Commissione ha inoltre adottato, con 11 voti favorevoli, 1 astensione e nessun voto contrario, il testo di un’iniziativa commissionale per un cambiamento di sistema di imposizione della proprietà abitativa (17.400).
Presieduta dal consigliere agli Stati Martin Schmid (PLR, GR), la Commissione si è riunita a Berna il 2 febbraio 2017. A parte della seduta erano presenti i Consiglieri federale Ueli Maurer e Johann Schneider-Ammann.