Durante la seduta la Commissione ha esaminato la mozione 15.3687 che chiede una modifica dell’attuale prassi di ammissione agli studi di medicina umana e incarica il Consiglio federale di esaminare in collaborazione con i Cantoni la possibilità di introdurre uno stage per sostituire o completare gli attuali esami. Il nuovo metodo incentrato anche sulle competenze pratiche dovrebbe prendere in considerazione le competenze sociali e l’intelligenza emotiva migliorando l’attuale sistema basato sulle capacità cognitive. La mozione è stata adottata a larghissima maggioranza dal Consiglio nazionale in occasione dell’ultima sessione estiva.
Per prendere la sua decisione, la CSEC ha sentito un rappresentante della Conferenza svizzera delle scuole universitarie (CSSU), il consigliere di Stato Wyss (LU), una rappresentante di swissuniversities, il rettore dell’Università di Losanna signora Hernandez, e la rappresentante della FMH, nonché ex consigliera nazionale, Yvonne Gilli.
La Commissione ritiene che le competenze sociali siano importanti nell’esercizio della professione medica. Anche per altre professioni queste competenze sono e devono essere parte integrante della formazione. L’introduzione di uno stage obbligatorio prima dell’inizio della formazione non ha convinto la Commissione. In effetti il metodo proposto implicherebbe una disponibilità di posti di stage finanziariamente e organizzativamente difficile da concretizzare. La nuova prassi allungherebbe inoltre il periodo di formazione e renderebbe più soggettivi i criteri di selezione. Tra l’altro, l’attuale test sarà adeguato periodicamente. Per queste ragioni propone all’unanimità di respingere la mozione.
17.313 s Iv.ct. SO. Contenere gli sprechi di alimenti e 17.3272 n Mo. Consiglio nazionale (CSEC-CN). Evitare lo spreco alimentare riducendo la normativa
Alla stregua degli iniziativisti e dell’autrice della mozione, anche la Commissione è convinta che gli sprechi alimentari potrebbero essere ridotti, ma considera che quest’obiettivo non debba essere raggiunto né con un inasprimento dei requisiti cui devono sottostare l’industria, la distribuzione e la ristorazione, né attraverso una deregolamentazione. Ha in particolare preso atto delle misure già adottate dai settori in questione, dal commercio al dettaglio e dalle autorità.
Dopo aver aderito nel 2015 all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, la Confederazione si è impegnata a contribuire alla riduzione, entro il 2030 appunto, della metà su scala mondiale il volume degli scarti alimentari per abitante a livello di distribuzione e consumo. Poiché ritiene che si stia già operando nella direzione auspicata dagli iniziativisti, la Commissione propone all’unanimità alla propria Camera di non dare seguito all’iniziativa cantonale 17.313, e di respingere la mozione 17.3272.
Rassicurata dalle misure proposte, ma desiderosa di seguire da vicino l’evoluzione dei lavori in quest’ambito, la Commissione ha deciso con 6 voti contro 2 e un’astensione di presentare al riguardo il postulato 17.3966 (Bilancio intermedio Agenda 2030) con cui chiede entro 5 anni un rapporto sulle misure adottate nell’ambito dell’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile «Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili».
Nessun divieto d’importazione di prodotti ottenuti infliggendo sofferenze agli animali
Con 9 voti contro 0 e un’astensione la Commissione ha deciso di proporre alla propria Camera di respingere la mozione 15.3832 n Mo. Consiglio nazionale (Aebischer Matthias). Vietare l'importazione di prodotti ottenuti infliggendo sofferenze agli animali. La mozione chiede fondamentalmente che sia vietata l’importazione di prodotti ottenuti mediante metodi noti per infliggere sofferenze agli animali.
Dopo aver consultato rappresentanti delle cerchie interessate (Protezione Svizzera degli Animali, Unione Svizzera dei Contadini, Unione svizzera delle arti e mestieri), la Commissione ha tra l’altro cercato di chiarire cosa s’intende per «ottenuti infliggendo sofferenze agli animali» e quali prodotti sarebbero inclusi nel divieto generale. La maggioranza della Commissione comprende le preoccupazioni sulla protezione degli animali che stanno alla base della richiesta e sostiene l’intenzione della mozione. Tuttavia, dall’analisi sfaccettata della tematica è emerso che l’accettazione della mozione avrebbe conseguenze massicce per numerosi settori dalla produzione di derrate alimentari al settore tessile fino all’industria orologiera. Inoltre, non è chiaro se quest’aspetto possa essere migliorato in modo significativo mediante una simile normativa unilaterale sul benessere degli animali. La Commissione è pertanto molto scettica circa l’attuabilità della mozione e considera che una sorveglianza generale dell’importazione e di tutti i metodi di produzione impiegati all’estero sia irrealizzabile nonché inopportuna. La Commissione ritiene opportuno verificare se occorra intervenire sulle basi legali esistenti, in particolare per quanto riguarda l’obbligo di dichiarazione. Pertanto, con 9 voti contro 1 ha deciso di proporre al Consiglio degli Stati di accettare un postulato (17.3967 Dichiarazione obbligatoria dei metodi di produzione delle derrate alimentari) che chiede al Consiglio federale di illustrare in un rapporto le possibili misure concrete che permettono di rafforzare tale obbligo.
16.319 s Iv. Ct. TG. Agricoltura svizzera senza ingegneria genetica
Durante la sessione estiva, l’Assemblea federale ha deciso di prolungare la moratoria sull’ingegneria genetica di quattro anni nell’ambito dell’oggetto 16.056 (Legge sull'ingegneria genetica. Modifica). La Commissione ha preso atto delle considerazioni dei rappresentanti del Cantone di Turgovia, fortemente improntato all’agricoltura, e non rimette in discussione la durata della proroga della moratoria. Tuttavia, considera che un divieto totale o una moratoria di dieci anni siano eccessivi e non permetterebbero di tener conto di eventuali progressi della ricerca scientifica. Pertanto, con 7 voti contro 1 e 2 astensioni propone di non dare seguito all’iniziativa.
La Commissione ha inoltre preso atto del rapporto della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) concernente le sfide della digitalizzazione per la formazione e la ricerca in Svizzera. La CSEC-S vuole seguire da vicino gli sviluppi della digitalizzazione nei vari settori, dai vari livelli di formazione alla ricerca e alla promozione dell’innovazione.
Alla presenza del presidente della Camera delle alte scuole pedagogiche di swissuniversities, Hans-Rudolf Schärer, la Commissione ha preso atto della strategia delle alte scuole pedagogiche 2017-2020. Inoltre, ha assistito con interesse alla presentazione delle caratteristiche dell’Alta scuola pedagogica di Turgovia fatta dalla sua direttrice Priska Sieber. La Commissione ha quindi colto l’occasione per analizzare in dettaglio le sfide che si delineano attualmente nel panorama svizzero delle alte scuole.
Durante la seduta esterna, la Commissione ha avuto colloqui con la consigliera di Stato turgoviese Monika Knill, con il sindaco del Comune di Ermatingen e con altri rappresentanti cantonali.
Presieduta dalla consigliera agli Stati Brigitte Häberli-Koller (PPD/TG), la Commissione si è riunita a Lilienberg nel Cantone di Turgovia il 12 e 13 ottobre 2017.