I "senatori" hanno invece deciso di non dare seguito (25 a 16 e due astenuti) a un'iniziativa cantonale di Basilea Campagna dal contenuto simile, che però chiede al Parlamento di conferire alla Confederazione la competenza d'introdurre in tutta la Svizzera un'assicurazione obbligatoria contro i terremoti. Una via più classica, considerata però ingiusta dalla maggioranza, sia per i premi che graverebbero a lungo sui proprietari di immobili sia per le notevoli differenze fra Cantoni a livello di rischio sismico.
Pur se rari, i terremoti in Svizzera sono possibili e possono provocare danni per centinaia di miliardi di franchi, ha motivato a nome della commissione Beat Rieder (Centro/VS). Tuttavia, non esiste un'assicurazione obbligatoria a livello nazionale e il classico trasferimento del rischio dei prodotti assicurativi è notevolmente complicato dal fatto che soltanto poche volte ogni cento o mille anni si verificano eventi sismici catastrofici.
Attualmente, poco meno del 10% dei valori degli edifici in Svizzera sono coperti da prodotti assicurativi contro i terremoti. La crisi legata al coronavirus ha però dimostrato che anche eventi improbabili possono verificarsi ed è dunque opportuno prendere precauzioni. Dopo 20 anni di discussioni infruttuose è il momento di compiere progressi, ha dichiarato Elisabeth Baume-Schneider (PS/JU).
Quale alternativa all'introduzione di un'assicurazione obbligatoria contro i terremoti, viene quindi proposto il concetto di impegno eventuale. Secondo questo principio, i proprietari di edifici sarebbero tenuti a versare in un fondo comune o un'assicurazione una determinata percentuale del valore del loro immobile come premio unico, ma solo in caso di terremoto, ha spiegato ancora Rieder. Questi soldi sarebbero destinati esclusivamente ad affrontare le conseguenze del sisma.
Rispetto alla soluzione assicurativa classica, tale approccio prevede che nel meccanismo di ridistribuzione sia coinvolta soltanto la generazione di proprietari di edifici al momento del terremoto. Verrebbe inoltre attuata una sorta di solidarietà tra i proprietari di immobili svizzeri. Le casse pubbliche non verrebbero invece intaccate.
Diversi "senatori" hanno tentato invano di opporsi all'idea, giudicandola inappropriata in un periodo di crisi economica come quello attuale. Contrario alla mozione, pur se in principio favorevole a un progetto simile, anche il governo. Molti attori non sono d'accordo e pertanto sarebbe inutile imbarcarsi in grandi lavori, ha fatto notare il consigliere federale Ueli Maurer.