(ats) L'espressione "omicidio passionale" non sarà modificata nel Codice penale. Il Consiglio degli Stati ha bocciato oggi - con 24 voti contro 20 - una mozione di Marina Carobbio (PS/TI) che chiedeva di eliminare il riferimento alla passione dall'articolo 113 a favore di un termine neutro.

In base al Codice penale, l'omicidio è detto "passionale" quando è commesso "cedendo a una violenta commozione dell'animo scusabile per le circostanze o in stato di profonda commozione" e prevede per questo crimine una pena minima inferiore a quella dell'omicidio intenzionale.

Per Marina Carobbio si tratta di cambiare un'espressione "che dà adito a fraintendimenti e che è pericolosa per la promozione della parità di genere". Il termine "passionale" non è infatti neutro: la società e i media lo associano a dei crimini di genere.

"Il linguaggio della società evolve, ed è bene che lo faccia anche quello legislativo", ha detto la ticinese. Nel 2019, ha ricordato Carobbio, la parola arrivata in seconda posizione in Romandia era "femminicide". "È un termine che esprime un grave problema, quello dell'uccisione delle donne per ragioni di genere". Da qui la necessità di utilizzare un termine neutro nelle versioni italiana e francese del Codice penale, come già avviene in quella tedesca dove si parla di "Totschlag".

Contrariamente a quanto i media lasciano intendere, l'omicidio passionale è un reato molto poco pronunciato dai tribunali, in quanto devono essere soddisfatti due importanti elementi costitutivi, ha replicato il relatore commissionale Philippe Bauer (PLR/NE).

Insomma, la giurisprudenza è chiara, al contrario della stampa che che tende a confondere l'elemento costitutivo del reato "violenta commozione dell'animo" con le particolarissimi circostanze che rendono scusabile l'omicidio. Una eventuale modifica del termine andrebbe inoltre discussa nell'ambito del progetto di armonizzazione delle pene attualmente al vaglio del Consiglio nazionale, ha concluso il neocastellano convincendo una risicata maggioranza del plenum.