Sin dalla sua riapparizione nel 1995, lo statuto del lupo in Svizzera ha suscitato parecchie discussioni ed è stato spesso un tema alle sessioni delle Camere federali. La normativa che lo protegge è già stata adattata, ma il Parlamento non ha smesso di fare pressione per inasprire i toni.
Paura di un'eradicazione del lupo
Di fronte alla svolta della nuova riforma, i gruppi per la tutela della natura hanno già minacciato di indire un referendum. Alla Camera del popolo, dopo la bocciatura (con 126 voti a 58) della richiesta di rinvio del dossier al Consiglio federale, la sinistra ha ripetutamente cercato, invano, di limitare la portata del progetto di modifica.
Martin Bäumle (PVL/ZH) ha espresso il sospetto che l'intento di alcuni deputati sia di eradicare il lupo dalla Svizzera. Secondo Silva Semadeni (PS/GR) i grandi predatori non sono solo dannosi. Dove ci sono i lupi, la foresta sta meglio perché attaccano i cervi che quindi fanno meno danni. Inoltre sono responsabili solo di una minoranza dei decessi dei greggi.
Secondo la commissione preparatoria invece, le misure sono essenziali: i grandi predatori pongono problemi che non avevano la stessa portata trent'anni fa, ha detto Pierre-André Page (UDC/FR).
Il toni sono risultati più duri tra le file dell'UDC e del PPD. In Svizzera non ci sono aree sufficientemente grandi per accogliere il lupo, che non si accontenta più solo delle montagne. Sempre meno timido, si avvicina ai villaggi e sbarca in pianura. Per la popolazione ciò è inaccettabile, ha affermato Franz Ruppen (UDC/VS). Le misure di protezione dei greggi non bastano.
Misure di regolazione
Con la revisione si fa esplicito riferimento alla regolazione degli effettivi di specie protette - come il lupo - e non più solo all'abbattimento di animali isolati quando, ad esempio, hanno attaccato un certo numero di pecore. La sinistra ha combattuto invano questo cambio di paradigma.
I cantoni potranno prevedere la regolazione di determinate specie, previa la consultazione dell'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM). Il Nazionale, a volte con maggioranze molto ridotte, ha allentato le condizioni di regolazione.
Il Consiglio federale intendeva limitare la regolazione solo alla prevenzione di danni "ingenti" o pericoli "concreti" per l'uomo che non possono essere garantiti "mediante misure ragionevolmente esigibili". Su questi termini e l'ultima parte della frase il dibattito è stato particolarmente acceso. Alla fine, il Nazionale ha ha scelto "concreti" con un solo voto di scarto, quello della presidente Marina Carobbio (PS/TI) che ha fatto pendere l'ago della bilancia.
Con 97 voti contro 93, la Camera del popolo ha anche deciso a favore di una proposta di Fabio Regazzi (PPD/TI), secondo cui le misure di regolazione devono essere necessarie alla conservazione di effettivi regionali adeguati della selvaggina.
La regolazione del lupo è prevista dal 1° settembre al 31 gennaio. Il Consiglio degli Stati voleva che arrivasse fino al 31 marzo, mentre la sinistra che iniziasse solo il 16 settembre e terminasse il 15 novembre. Il lasso di tempo in cui si potrà regolare gli effettivi degli stambecchi andrà invece dal 1° agosto al 30 novembre e quello dei castori dal 1° settembre al 15 marzo.
Contro il parere del campo rosso-verde, il Consiglio federale può estendere l'elenco delle specie protette interessate dalla regolazione. A differenza del Consiglio degli Stati, il Nazionale ha rifiutato di menzionare la lince.
La revisione non consentirà solo misure di regolazione di specie protette come il lupo, ma permetterà anche di abbattere un orso solitario che penetra ripetutamente nei villaggi in cerca di cibo. La Camera del popolo ha deciso a favore di misure quando un animale causa danni o rappresenta un pericolo per l'uomo.
Le misure dovranno essere realizzate da un cacciatore o da un guardiacaccia e potranno essere intraprese quando gli animali mostrano un comportamento che attira l'attenzione.
La maggioranza si è inoltre avvalsa della disposizione sulle regolazioni per precisare che la Confederazione può concedere aiuti finanziari ai cantoni per la vigilanza e l'attuazione di misure di gestione delle specie. Secondo la ministra dell'ambiente si tratterebbe di circa un milione di franchi all'anno.
Esami di caccia
Il Nazionale ha anche regolato diversi altri punti della revisione della legge. A differenza del Consiglio degli Stati, si è espresso con 98 voti contro 88 e tre astensioni a favore dell'armonizzazione degli esami di caccia cantonali, le cui materie saranno dettate dalla Confederazione. Queste saranno "biologia della fauna selvatica", "protezione delle specie e degli spazi vitali", "protezione degli animali" e "manipolazione delle armi". La revisione della legge prevede anche il reciproco riconoscimento degli esami cantonali.
"Ciò riduce la competenza dei cantoni, che sono abbastanza maturi da poter agire da soli e non hanno bisogno di interventi", ha criticato Franz Ruppen (UDC/VS) sostenuto da diversi PPD. I cantoni e i cacciatori sostengono il progetto, che lascia un certo margine di manovra, ha dal canto suo replicato la consigliera federale Simonetta Sommaruga.
Periodi di caccia
La Camera del popolo ha inoltre rivisto le disposizioni sui periodi venatori e di protezione di diversi mammiferi e uccelli. Tra le altre cose, la pernice grigia è ora protetta, mentre gli stormi di cornacchia grigia e nera non beneficeranno di alcuna protezione e il periodo di protezione del cormorano è abbreviato, come pure quello del cinghiale.
La sinistra voleva evitare di permettere la caccia alla beccaccia, ma non ci è riuscita. Il periodo di protezione di questo uccello, caratterizzato dal becco a punta, sarà prorogato dal 15 dicembre al 15 ottobre. Sono inoltre fallite altre proposte finalizzate a vietare la caccia alle lepri comuni e bianche, ai conigli selvatici, alle pernici e ai fagiani di monte.
I cantoni potranno autorizzare tutto l'anno l'abbattimento di specie non indigene come il daino, il cervo sika e il muflone, nonché di animali domestici e da reddito inselvatichiti.
Previa consultazione dell'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), potranno inoltre abbreviare temporaneamente i periodi di protezione per ridurre le popolazioni troppo elevate, salvaguardare la diversità delle specie o lottare contro epizoozie.
Con 101 voti contro 89, il Nazionale ha rifiutato di impedire alle organizzazioni ambientaliste e ai comuni di presentare ricorso contro le decisioni cantonali riguardanti le specie che possono essere cacciate. Il dossier torna agli Stati.