La modifica legislativa ha origine dall'iniziativa del Canton Ticino denominata "Strade più sicure subito". Il testo prevede che i veicoli pesanti per il trasporto di merci o persone non conformi ai recenti standard di sicurezza possano percorrere le strade alpine al massimo ancora per cinque anni, ha spiegato Bruno Storni (PS/TI) a nome della commissione (è stato lo stesso Storni ad aver depositato nel 2016 l'iniziativa in Gran Consiglio quando era ancora deputato a Bellinzona, ndr.). Le nuove norme si applicheranno a tutti i quattro assi di transito transalpino: San Gottardo, San Bernardino, Sempione e Gran San Bernardo.
"Sbagliare è umano, ma le conseguenze possono essere molto pesanti", ed è qui che vengono in aiuto le innovazioni tecnologiche, ha affermato Storni. Il ticinese ha citato il caso del camion che aveva tamponato nel 2016 un'auto ferma in colonna davanti al portale sud della galleria del San Gottardo, schiacciandola contro il mezzo pesante che la precedeva. Il bilancio: quattro morti, tra cui due bambini piccoli. Orbene, con i dispositivi di sicurezza più recenti tale tragedia avrebbe potuto essere evitata, ha sottolineato il socialista.
In futuro, i veicoli in questione dovranno dunque essere equipaggiati con i dispositivi di sicurezza più recenti. L'iniziativa ticinese cita il sistema antibloccaggio, il dispositivo avanzato frenata d'emergenza, il sistema di controllo della stabilità, l'avviso di deviazione della corsia e il controllo della pressione degli pneumatici. Questi dispositivi sono del resto obbligatori in Svizzera e nell'UE per i mezzi pesanti immatricolati dopo il 2015.
Nell'elaborare la modifica della LCStr, la commissione, ha spiegato Storni, ha proposto la possibilità di un termine più lungo per la Svizzera meridionale e il Vallese. L'idea è sgravare le imprese di spedizione attive nei Cantoni alpini e garantire l'approvvigionamento delle regioni di montagna. L'eccezione è sensata considerando anche che i viaggi per questi trasportatori sono più corti.
Un'agevolazione per i trasporti interni, come prevista nel progetto, non è compatibile con gli obblighi internazionali della Svizzera, ha replicato la consigliera federale Simonetta Sommaruga. Simili eccezioni, è stato inoltre sottolineato, riducono l'efficacia delle misure e contraddicono il principio dell'uguaglianza giuridica. "Se vengo tamponato da un camion, da dove viene la sua targa importa assai poco", ha evidenziato Barbara Schaffner (PVL/ZH).
Al voto tale termine più lungo per il traffico interno è però stato approvato con 144 voti contro 43.
Da notare, infine, che durante il dibattito di entrata in materia una minoranza composta da UDC e PLR ha chiesto la bocciatura del progetto, ritenendo che la necessità di un intervento legislativo non si giustificasse a sufficienza. Lo stesso Ufficio federale delle strade (USTRA) ha espresso dubbi, ha affermato Lorenzo Quadri (Lega/TI).
La normativa provoca una distorsione della concorrenza all'interno del Paese, ha sostenuto da parte sua Christian Wasserfallen (PLR/BE). "Si tratta di una chiara discriminazione commerciale", ha affermato il bernese.
La disposizione proposta non è inoltre compatibile con l'accordo sui trasporti concluso con l'Unione europea, ha proseguito Wasserfallen. "Non è il momento di aprire nuovi fronti con Bruxelles", ha aggiunto, invano, il liberale-radicale.
Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati.