Partecipazione della Svizzera ai programmi quadro europei di ricerca e innovazione
La Svizzera deve continuare a partecipare ai programmi quadro di ricerca dell’Unione europea per gli anni 2014-2020 in quanto Stato associato. È questo il parere della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N) che chiede al suo Consiglio di approvare il credito complessivo di 4389,3 milioni di franchi per la partecipazione ai sette anni del programma.

«Orizzonte 2020» è il titolo del programma quadro dell’Unione europea nei settori della ri-cerca e dell’innovazione per gli anni 2014-2020. Prima di cominciare a esaminare il progetto («Promovimento della ricerca e dell’innovazione negli anni 2014-2020. Finanziamen-to», 13.022), la CSEC-N ha sentito i rappresentanti delle istituzioni direttamente interessate. Tutti i partecipanti alle audizioni hanno messo in evidenza l’eccellente collaborazione con i partner europei nell’ambito del settimo programma quadro (2007-2013) e si sono detti a favore di un proseguimento dei programmi auspicando che il Parlamento conceda i contributi previsti. Anche i membri della Commissione hanno giudicato molto positivamente il pro-gramma: «Orizzonte 2020» rappresenta un importante investimento sul futuro in quanto prende in considerazione tutta la catena del valore aggiunto, dalla ricerca di base alla ricerca applicata fino allo sviluppo di nuove tecnologie. La Commissione ritiene che si tratti del modo migliore per permettere ai ricercatori svizzeri di continuare ad accedere alla rete europea di ricerca.

Ha dato tuttavia luogo a intense discussioni la proposta del Consiglio federale di confermare la partecipazione della Svizzera al programma della Comunità europea dell’energia atomica  per le attività di ricerca e formazione nel settore nucleare (Euratom) e al suo progetto di ret-tore a fusione ITER. Una minoranza ha chiesto di separare questi programmi specifici dai programmi quadro di ricerca dell’UE e di cancellare il credito di 144,2 milioni di franchi pre-visto a tale scopo. Sempre una minoranza della Commissione chiede inoltre che il pro-gramma Euratom non sia portato avanti negli anni 2019-2020, al contrario di quanto previsto dal Consiglio federale. La maggioranza della CSEC-N ha tuttavia fatto notare che gli obiettivi di ricerca del programma Euratom sono assolutamente conciliabili con la politica energetica della Confederazione e danno un essenziale contributo al mantenimento e alla promozione del know-how scientifico nei settori della fissione e della fusione nucleare. Nel contesto di una svolta nella politica energetica sono pertanto irrinunciabili agli occhi della maggioranza dei membri della Commissione.

Una minoranza della CSEC-N teme infine che il contributo finanziario della Svizzera, com-misurato al PIL, sia destinato ad aumentare a causa dell’attuale situazione economica euro-pea e perciò non si possa garantire che in futuro i fondi investiti torneranno effettivamente a vantaggio dei ricercatori svizzeri. 

Nonostante questi dubbi, la Commissione è entrata in materia senza opposizioni sul decreto di finanziamento e ha approvato il credito complessivo di 4389,3 milioni di franchi per la par-tecipazione della Svizzera a «Orizzonte 2020» – compresi i programmi Euratom – nonché per le misure collaterali e le riserve. Con 16 voti contro 2 e 5 astensioni, la CSEC-N ha inoltre approvato, nella votazione sul complesso, il decreto federale che chiede una modifica della legge sulla promozione della ricerca e dell’innovazione (LPRI); anche la modifica è stata approvata con 16 voti contro 3 e 3 astensioni.

L’oggetto sarà discusso dal Consiglio nazionale nel corso della sessione estiva. Qualora anche il Parlamento approvasse il decreto relativo al finanziamento, il Consiglio federale sarebbe autorizzato a rinnovare l’accordo bilaterale tra la Svizzera e l’UE concernente la partecipazione ai programmi quadro di ricerca. 

La Commissione si è occupata poi della questione della protezione delle api. Prendendo le mosse dalla petizione «Migliorare la situazione delle api in Svizzera» (12.2069) la CSEC-N  ha depositato due mozioni. Dopo la sospensione da parte della Confederazione dell’autorizzazione all’uso di tre tipi di pesticidi, la Commissione ora chiede da una parte un’estensione di tale sospensione alle colture di girasoli e l’inclusione nella lista dei prodotti interessati di insetticidi che a loro volta risultano dannosi per le api, dall’altra incarica il Con-siglio federale di presentare un pacchetto di misure sull’utilizzo sostenibile dei prodotti fito-sanitari. L’obiettivo è ridurre entro il 2023 i rischi per l’ambiente, le api e altri insetti impollina-tori legati all’impiego di questi prodotti.

A seguito del fallimento della candidatura dei Grigioni per i giochi olimpici invernali, la Com-missione ha infine depositato una mozione volta a promuovere la diffusione dello sport di massa e agonistico e la preparazione delle nuove leve.

Presieduta dal consigliere nazionale Christian Wasserfallen (RL/BE), la Commissione si è riunita a Berna il 2 e il 3 maggio  2013. A parte della seduta era presente il consigliere fede-rale Johann Schneider-Ammann.

 

Berna, 3 maggio 2013 Servizi del Parlamento