(ats) Proteggere i minorenni dai contenuti mediali inadeguati, uniformando per esempio a livello nazionale l'età minima per guardare un film o acquistare un videogioco.

Ne è convinta una maggioranza del Consiglio nazionale che oggi ha respinto (115 voti a 69 e 2 astensioni) una proposta di non entrata nel merito dell'UDC, sostenuta da diversi PLR, su un progetto governativo in tal senso. Il dibattito prosegue con l'esame particolareggiato del disegno di legge per trattare le principali minoranze, ma il voto finale sul progetto dovrebbe tenersi durante la sessione estiva del parlamento per mancanza di tempo.

Per i democentristi, la protezione dei minori in questi settori è una questione privata. Tocca ai genitori porre dei limiti e sorvegliare la prole, ha affermato Verena Herzog (UDC/TG), spiegando che padri e madri non vanno messi sotto tutela da una legge dello Stato. I mezzi tecnici per farlo ci sono già, ha aggiunto.

Questa legge non impedirà ai giovani di avere accesso a video o film violenti oppure contenuti sessuali espliciti. Si tratta di una "falsa sicurezza", ha sottolineato la deputata turgoviese.

La maggioranza è invece convinta che occorrano nuove disposizioni legali al fine di proteggere i minori da contenuti di film e di videogiochi inappropriati. "La maggior parte dei giovani è già stata confrontata con contenuti a rischio - droga odio, pornografia - ha affermato Mathias Reynard (PS/VS).

Purtroppo in Svizzera, ha spiegato il vallesano, la regolamentazione a protezione dei giovani in quest'ambito è confusa, specie per il consumo di video su richiesta: molto è lasciato all'autoregolamentazione del settore, per non parlare che le disposizioni, quando esistono, cambiano da Cantone a Cantone. Ci vuole insomma un minimo comune denominatore a livello nazionale, ha sottolineato il deputato vallesano.

Reynard ha insistito anche sulla necessità di adoperarsi a livello di prevenzione per ridurre il rischio di dipendenza da videogiochi, un fenomeno che viene agevolato dalla possibilità di eseguire micro transazioni. I minorenni incominciano sempre più presto a consumare contenuti sui media elettronici e dedicano sempre più ore a questo passatempo, ha sostenuto Sandra Locher Benguerel (PS/GR).

Anche per Stefania Prezioso Batou (Verdi/VD) è indispensabile una regolamentazione a livello nazionale, come chiedono 5 Cantoni che dispongono di leggi in materia, ma che deplorano questa frantumazione del diritto. Il progetto del Consiglio federale risponde a questa richiesta e a una mozione sul tema.

Dello stesso parere Simone de Montmollin (PLR/GE) che ha però criticato alcuni aspetti del disegno, da lei giudicati "complessi", che rischiano di creare problemi nell'applicazione della legge, specie da parte dei Cantoni. Per questo motivo, il PLR è diviso su questo progetto.

Simon Stadler (Centro/UR) ha sottolineato il bisogno di una regolamentazione nazionale: molti genitori sono del tutto impreparati per far fronte al problema, che va ben oltre le loro capacità. Tuttavia, il progetto non intende mettere sotto tutela padre e madri, bensì dare una risposta alle loro preoccupazioni. Ai genitori si aggiungono anche le associazioni a protezione dei giovani.

Thomas Brunner (SG) dei Verdi liberali ha insistito nel suo intervento sulla dipendenza causata dal videogiochi e da Internet in generale, e dai rischi che ciò comporta in fatto di manipolazione. I Verdi liberali auspicano tuttavia un maggior coinvolgimento del settore per determinare ciò che è pericoloso e inappropriato da ciò che non lo è.