Oratori ospiti intervenuti dinanzi al Parlamento svizzero dal 1970

Legenda:​
* Discorso tenuto durante una seduta delle Camere federali; invito del presidente della Camera a prendere la parola
** Discorso tenuto durante una pausa tra le sedute delle Camere federali; invito del presidente della Camera a prendere la parola
*** Discorso teletrasmesso; invito del presidente della Camera a prendere la parola

Data​OccasioneOratoreFunzioneInformazioni
​12.09.2023 *
​175 anni Costituzione federale
​​Claude Longchamp

Markus Dieth



Yves Donzallaz ​
​Storico

Presidente della Conferenza dei governi cantonali 

Presidente del Tribunale federale 
Discorso​
​15.06.2023 ***
​Discorso del Presidente dell'Ucraina ai parlamentari svizzeri

​Volodymyr Zelensky
​Presidente Ucraino
​Discorso
Video
Foto
​06.06.2023 *

​Celebrazione dei 100 anni del trattato doganale con il Liechtenstein​
​Albert Frick
​Presidente del Parlamento del Principato del Liechtenstein​
​25.09.2018 **​
​Discours de la Présidente de l’Assemblée parlementaire du Conseil de l’EuropeLiliane Maury Pasquier​Presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, Consigliera agli stati Discorso Video
09.12.2014 **Quarantesimo anniversario della ratifica della Convenzione europea dei diritti dell’uomo​Dean SpielmannPresidente della Corte europea dei diritti dell'uomo
11.09.2012 **Commemorazione 10 anni di appartenza della Svizzera all’ONU
Ban Ki-MoonSegretario generale ONU
15.12.2010 *​Invito ​Joseph DeissPresidente dell’Assemblea generale dell’ONU
08.03.2004 **​Invito​Schirin EbadiGiurista iraniana, attivista per i diritti umani
18.06.2003 *Commemorazione 40 anni dell’adesione della Svizzera al Consiglio d’Europa ​Luzius WildhaberPresidente della Corte europea dei diritti dell’uomo
22.03.2002 *Commemorazione 100 anni Palazzo del ParlamentoJacques HerzogArchitetto
​Urs StaubStorico dell’arte, Ufficio federale della cultura
12.12.2000 **​Invito ​Michail Gorbatschow​Già presidente dell’U.R.S.S.; presidente fondatore della Green Cross International
10.03.1999 *Commemorazione 50 anni Consiglio d’EuropaArpád GönczPresidente Ungheria
​Daniel TarschysSegretario generale del Consiglio d’Europa
06.11.1998 *Commemorazione 150 anni Stato federale​Jean-Claude Favez Storico
​Annemarie PieperFilosofa
​Mario Botta​Architetto
04.06.1998 **Commemorazione 150 anni di Stato federale

​Oscar Luigi Scalfaro

Presidente della Repubblica italiana

​René MonoryPresidente della Repubblica francese
​Thomas KleistilPresidente della Repubblica austriaca
​Roman HerzogPresidente della Repubblica federale tedesca
​Principessa AnnePrincipessa GB, rappresentante dell’UE
​Principe Hans-Adam IIPrincipe del Liechtenstein
​Louise Fréchette Segretaria generale supplente ONU
07.05.1995 *Commemorazione 50 anni dalla fine della 2. GM​André Lasserre​Storico
16.03.1995 *Visita di StatoEduardo FreiPresidente della Repubblica del Cile
14.06.1991​ **Commemorazione 700° anniversario della ConfederazioneHans-Dietrich Genscher Ministro degli esteri di Germania ​​
​Catherine LalumièreSegretaria generale del Consiglio d’Europa
​Javier Pérez de Cuéllar

Segretario generale ONU

22.11.1990 **Visita di Stato​Vaclav HavelPresidente della Repubblica federativa ceca e slovacca
11.06.1970 *Visita di StatoVaraha Venkata GiriPresidente della Repubblica dell’India
 

Informazioni sul diritto di parola e sugli or​​atori ospiti

Diritto di parola regol​amentato

Cosa hanno in c​​​omune l’ex presidente dell’India Varahagiri Giri, l’ex capo di Stato sovietico Mikhail Gorbaciov e Rosina Greber, già collaboratrice del ristorante del Parlamento? Tutti e tre appartengono alla cerchia ristretta di persone che, oltre agli aventi diritto usuali, sono intervenute davanti al Parlamento svizzero.

Il diritto di parola, e quindi la possibilità di influenzare la posizione e il comportamento di voto dei parlamentari, è una delle principali prerogative dei membri del Legislativo e del Consiglio federale. Questo privilegio è, in linea di principio, condiviso solo con il cancelliere della Confederazione e occasionalmente con i rappresentanti del Tribunale federale e dell’autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione (art. 161 e 162 cpv. 2 e 5 LParl). Eccezionalmente i consiglieri federali possono farsi accompagnare da uno specialista e chiedere che gli sia data la parola (art. 159 cpv. 2 LParl). Finora questo è successo solo in due occasioni: nel 1918, quando (stando alle indicazioni del consigliere agli Stati Franz Muheim in occasione della seduta del 1° giugno 1987 [Boll. Uff. 1987 S 178]) l’allora direttore dell’Ufficio federale per l’alimentazione partecipò ai dibattimenti parlamentari; e il 2 ottobre 1986 quando, su richiesta della consigliera federale Elisabeth Kopp, il presidente del Consiglio nazionale diede la parola al professor Frank Vischer che parlò di diritto privato internazionale (Boll. Uff. 1986 N 1301 seg.). L’acceso dibattito che la richiesta menzionata innescò nel Consiglio degli Stati dimostra quanto sia delicata la questione del diritto di parola in Parlamento. Il Senato respinse la richiesta della consigliera federale, sostenendo che il professor Vischer non fosse né un «collaboratore» ai sensi della legge vigente né un funzionario federale legittimato dall’Assemblea federale. La Camera alta ribadì inoltre che i dibattimenti parlamentari sono un’attività politica da cui è escluso chiunque non eserciti il potere dello Stato, giacché il Bollettino Ufficiale è una delle pubblicazioni di riferimento per i tribunali e l’amministrazione (Boll. Uff. 1987 S 178 seg.).
La cerchia delle persone con diritto di parola è quindi molto ristretta. Inoltre, il gruppo di persone che hanno accesso alle aule delle Camere durante le sessioni è chiaramente definito nei regolamenti del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati (art. 61 cpv. 1 RCN e art. 47 cpv. 1 RCS).

Un onore r​​​​aro

Formalmente, il diritto di parola è concesso dai presidenti delle Camere, che esercitano il diritto di polizia nella loro Camera (art. 69 cpv. 1 LParl). In questa funzione possono autorizzare ad accedere alla Camera anche persone che non appartengono a nessuno dei gruppi elencati nella legge sul Parlamento o nei regolamenti e concedere loro il diritto di parola. Le richieste per invitare ospiti esterni a tenere un discorso sono precedentemente trattate dagli Uffici o dalla Conferenza di coordinamento, che valutano anche la tempistica e la forma dell’intervento (art. 37 cpv. 2 lett. a LParl).

L’atteggiamento prudente adottato in questo ambito è evidente quando si considera il numero ridotto di persone cui è stato finora concesso di intervenire davanti alle Camere federali. La presenza di oratori ospiti deve essere un’eccezione e deve rimanere tale. All’origine del numero limitato di oratori ospiti c’era, da un lato, il timore di un’ingerenza esterna nel processo legislativo e, dall’altro, la volontà di non creare precedenti, concedendo a un ospite di Stato straniero un onore che eventualmente si sarebbe dovuto rifiutare ad altri.
A lungo, le Camere del Parlamento sono state del tutto inaccessibili agli oratori esterni. Il generale Henri Guisan fu un'eccezione. Quando fu eletto nel 1939, prestò solo giuramento (Boll. Uff. 1939 AFP 525), ma in occasione delle sue dimissioni, il 20 giugno 1945, gli fu data la parola e fece un breve discorso (Boll. Uff. 1945 AFP 251).

Solo nel 1970 un capo di Stato straniero prese per la prima volta la parola davanti al Parlamento. Per mancanza di fonti attendibili, il motivo per cui si decise di rompere il vecchio tabù, concedendo al presidente indiano Giri di rivolgersi al Consiglio nazionale, resta un mistero (il motivo all’origine della decisione di invitare per la prima volta un oratore esterno non si desume né dalle notizie di stampa né dai documenti dell’Ufficio e della conferenza dei presidenti di gruppo conservati nell’Archivio federale). È verosimile che ci si sia voluti allineare alle consuetudini di altri Paesi che, seppur raramente, invitavano oratori ospiti a rivolgersi al Parlamento senza che ciò fosse considerato un sacrilegio. È inoltre probabile che la scelta di invitare il presidente di uno Stato lontano e politicamente non allineato non fu casuale. Questo primo invito, tuttavia, non bastò per rompere definitivamente il ghiaccio e introdurre una nuova usanza. Ci vollero altri 20 anni prima che Vaclav Havel intervenisse davanti al Parlamento nel quadro di una visita di Stato e addirittura un quarto di secolo prima che un oratore esterno, il presidente cileno Eduardo Frei, tenesse nuovamente un discorso ufficiale davanti al Consiglio nazionale durante una sua seduta.

Brevi comunicazioni e discorsi di osp​​​iti di Stato

Le visite di Stato non sono una rarità in Svizzera. Sono numerosi gli ospiti di Stato che hanno assistito a una sessione parlamentare dalla tribuna per il pubblico, senza tuttavia prendere la parola. Quando è successo che un ospite si sia potuto rivolgere ai parlamentari è stato per motivi e con modalità molto diversi. In linea di massima gli interventi degli oratori esterni si suddividono in quattro categorie:

  1. Discorsi tenuti durante una seduta delle Camere federali; invito del presidente della Camera a prendere la parola

  2. Discorsi tenuti durante una pausa tra le sedute delle Camere federali; invito del presidente della Camera a prendere la parola

  3. Brevi comunicazioni/ringraziamenti da parte di persone attive nell’ambito del funzionamento del Parlamento durante una seduta delle Camere federali; invito del presidente della Camera a prendere la parola

  4. Discorsi tenuti fuori dalle sedute e dalle sessioni delle Camere senza invito del presidente della Camera a prendere la parola

Non entreremo nei dettagli dei discorsi appartenenti alla quarta categoria dal momento che non c’è alcun nesso diretto con l’attività parlamentare. Non sarebbe inoltre possibile elencare in modo esaustivo chi si è alternato ai pulpiti del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati al di fuori delle sessioni. Si tratta di discorsi tenuti nel contesto dell’utilizzo delle aule parlamentari al di fuori delle sedute e delle sessioni, senza saluto formale da parte del presidente del Consiglio nazionale o del Consiglio degli Stati. Le autorizzazioni concesse per questo tipo di utilizzo delle sale parlamentari erano più numerose quando erano ancora di competenza del Consiglio federale. L’unica condizione da soddisfare era che l’evento avesse un nesso particolare con la Confederazione. Nelle aule delle due Camere si tenevano quindi con una certa frequenza cerimonie di promozione militari, conferenze organizzate dagli Uffici federali, riunioni di associazioni e ricevimenti particolari. Con l’approccio più cauto adottato a partire dalla metà degli anni Ottanta, le autorizzazioni sono diminuite (AFS E1010C/1996/219/580). La prassi si è ulteriormente inasprita con il conferimento formale del diritto di polizia ai presidenti delle Camere. Si applicano le «Direttive per l’utilizzo delle sale del Palazzo del Parlamento per eventi extraparlamentari». 

Le sale delle Camere sono occasionalmente utilizzate dai Servizi del Parlamento, come ad esempio in occasione dell’incontro informativo del nuovo segretario generale Philippe Schwab del 28 agosto 2013. Sono stati invece meno frequenti gli eventi organizzati da esterni. Ne è un esempio la tavola rotonda tenutasi il 4 maggio 2002. Alla fine dei lavori della Commissione indipendente d’esperti Svizzera - Seconda guerra mondiale, il presidente della commissione Jean-François Bergier, il membro di commissione Daniel Thürer, il vicepresidente della Banca nazionale Jean-Pierre Roth e lo storico statunitense William Z. Slany risposero alle domande dei parlamentari (Slany si era già rivolto al Consiglio nazionale il 20 giugno 1997 in occasione della presentazione del rapporto Eizenstat).

Tra gli eventi più memorabili c’è sicuramente l’assemblea costitutiva di Emmaus International, tenutasi il 24 e il 25 maggio 1969 nella sala del Consiglio nazionale e presieduta dal presidente di Emmaus Svizzera Marcel Farine. All’assemblea partecipò anche l’Abbé Pierre, il leggendario fondatore del movimento (Emmaüs International, Bloc Notes N°3, marzo 2012, pag. 12pdf). Nel corso degli anni la sala del Consiglio nazionale ha più volte ospitato incontri e conferenze internazionali di questo tipo; ad esempio l’assemblea dell’Unione interparlamentare nel 1953 e nel 2011.
Dal 1993 la sala del Consiglio nazionale ospita annualmente anche le Sessioni federali dei giovani, che danno la possibilità ai numerosi partecipanti di esprimersi su questioni politiche.

Gli interventi della terza categoria non hanno contenuti politici e non si inseriscono nel contesto politico. Si tratta dei rari casi in cui il presidente della Camera dà la parola a collaboratori attivi nell’ambito del funzionamento del Parlamento per brevi prese di posizione personali. Il 24 agosto 1992, Christoph Lanz, che sarebbe poi diventato segretario generale, si rivolse ad esempio brevemente ai deputati dopo la sua elezione alla carica di segretario del Consiglio degli Stati (Boll. Uff. 1992 S 633). Il 7 maggio 2004, Rosina Greber, collaboratrice del ristorante del Parlamento, ottenne l’autorizzazione del presidente del Consiglio nazionale Max Binder a rivolgere qualche parola di ringraziamento ai parlamentari in occasione del suo pensionamento (Boll. Uff. 2004 N).

Nella seconda categoria rientrano i discorsi tenuti dopo la fine di una seduta, ma nel quadro di una sessione, davanti a una parte significativa di deputati, incluso il presidente. Questa forma di intervento non è verbalizzata nel Bollettino Ufficiale. Il loro carattere semiufficiale riduce il rischio che questi interventi siano considerati un precedente o diano addirittura adito a incomprensioni sul piano diplomatico. A livello di politica interna questo tipo di intervento tende a riscontrare un consenso più ampio rispetto ai discorsi ufficiali tenuti durante una seduta.
Come ogni categorizzazione, anche questa implica una certa arbitrarietà. Il discorso che il presidente del Parlamento norvegese Jorgen Kosmo tenne nella sala del Consiglio nazionale il 16 settembre 2005 in occasione dei 100 anni di indipendenza della Norvegia, ad esempio, non rientra nelle prime due categorie perché precedette di un paio di giorni l’inizio della sessione. Al suo discorso, inoltre, non assistettero solo i membri del Parlamento, ma anche diversi invitati che non facevano parte né del Consiglio nazionale né del Consiglio degli Stati. Nel 2023 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto al Parlamento svizzero nel primo videomessaggio trasmesso nella sala della Camera bassa. Precedentemente il presidente ucraino aveva già tenuto discorsi davanti a diversi altri parlamenti.

I discorsi della prima categoria, che si tengono nel quadro di una seduta ordinaria della Camera e – ad eccezione del primo – sono protocollati nel Bollettino Ufficiale, sono di natura inequivocabilmente ufficiale. Gli interventi appartenenti a questa categoria sono organizzati in occasione di anniversari particolari o visite di ospiti di Stato.