(ats) Agevolare la piena partecipazione alla politica delle persone con disabilità intellettiva in nome del principio di non discriminazione incluso nella Costituzione e in linea con gli impegni internazionali della Svizzera.

È l'incarico conferito oggi al Consiglio federale che dovrà esaminare la questione e le misure da intraprendere, come chiede un postulato accolto dal Consiglio degli Stati presentato da Marina Carobbio Guscetti (PS/TI).

La "senatrice" ticinese ricorda nel suo intervento che, con la ratifica da parte della Svizzera della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CDPD), la Confederazione si è impegnata a eliminare gli ostacoli che incontrano le persone che vivono una situazione di disabilità, a proteggerle dalle discriminazioni e a promuoverne le pari opportunità e l'integrazione nella società civile. Lo scopo è permettere alle persone con disabilità di esercitare i propri diritti nella stessa misura del resto della popolazione.

In termini di ostacoli giuridici, la questione principale riguarda la negazione del diritto di voto e di eleggibilità alle persone private della capacità giuridica. Nella maggior parte degli Stati membri dell'UE la decisione di privare una persona della sua capacità giuridica si traduce automaticamente nella sua esclusione dalla manifestazione del voto.

In sempre più Stati dell'UE, alle persone sotto tutela (che riguarda le persone con disabilità intellettive e psicosociali) viene concesso il diritto di voto nei loro paesi. Gli ultimi esempi includono Danimarca (2016), Francia (2019), Germania (2019) e Spagna.

Il rapporto del governo dovrà insomma valutare, oltre all'introduzione generalizzata dello strumento dell'informazione in "lingua facile" a tutti i livelli e specifici programmi di sostegno in favore alla partecipazione politica e civica, se e quali modifiche legislative sono necessarie per garantire la piena partecipazione politica alle persone con disabilità intellettiva.