Durante le lunghe discussioni, tutti i gruppi parlamentari hanno sottolineato l'importanza dei media e le difficoltà in cui versano attualmente. Gli aiuti devono consentire di evitare un impoverimento dell'offerta durante gli anni di transizione che deve affrontare la stampa, ha indicato Frédéric Borloz (PLR/VD) a nome della commissione.
Il vero giornalismo si fa sempre più raro, ha deplorato Christian Wasserfallen (PLR/BE), criticando quella che definisce una "corsa ai clic". "Se si vuole combattere le 'fake news', abbiamo iniziato con il piede sbagliato", ha aggiunto.
Secondo l'UDC, con il progetto si ha l'impressione di essere in un bazar. "Chi vince, è colui che ottiene più soldi dallo Stato", ha sottolineato Gregor Rutz (UDC/ZH). "I media dicono peste e corna sulle sovvenzioni accordate all'agricoltura, ora forse le cose cambieranno", ha rincarato Philipp Matthias Bregy (Centro/VS).
Per la sinistra, i media devono invece essere sostenuti per mantenere la fiducia del pubblico, mentre quest'ultima si sta erodendo. Isabelle Pasquier-Eichenberger (Verdi/GE) ha deplorato la "tendenza alla frammentazione" dell'informazione regionale nella Svizzera romanda, dove un gruppo svizzero-tedesco controlla il 70% del mercato.
Sommaruga: non forzare la transizione
I media devono far fronte a cambiamenti strutturali, con in particolare un dimezzamento degli introiti pubblicitari, e gli aiuti devono permettere di attraversare questo periodo, ha rilevato dal canto suo la consigliera federale Simonetta Sommaruga. Non bisogna forzare la transizione, ha tuttavia aggiunto, ritenendo che spetta agli stessi media fissare la propria strategia.
Prima di pronunciarsi sulla stampa elettronica, il Nazionale ha affrontato le modifiche della legge sulla posta e della legge federale sulla radio e la televisione.
Per quanto riguarda gli aiuti indiretti alla stampa, ossia per la distribuzione regolare e mattutina dei quotidiani e dei settimanali in abbonamento, il plenum si è allineato alla versione del Consiglio degli Stati: un totale di 40 milioni coprirà la distribuzione mattutina e domenicale.
I deputati hanno inoltre sostenuto l'importo di 30 milioni proposti dai "senatori" per gli aiuti indiretti destinati alla stampa associativa e delle fondazioni, approvando proposte in tal senso di Pasquier-Eichenberg e Fabio Regazzi (Centro/TI). La maggioranza commissionale avrebbe voluto attenersi a 20 milioni.
"Volete sostenere qualcosa che finirà in un museo?", ha chiesto provocatoriamente Katja Christ (PVL/BL), per la quale la strategia deve orientarsi verso il futuro. "Sostenere la stampa cartacea non è molto innovativo, ma è un cerotto necessario", le ha replicato Jon Pult (PS/GR).
Pubblicazioni online limitate alla SSR
I deputati hanno inoltre deciso, con 122 voti contro 69 e 4 astenuti, di completare il progetto con un articolo che limita la pubblicazione di testi sui siti online della Società svizzera di radiotelevisione. "Indebolire la SSR non risolve il problema degli editori", ha esortato invano Pult.
"Vi sono già restrizioni su ciò che la SSR può pubblicare, hanno ricordato vari oratori. Essi si fondano su trattative passate e nuove limitazioni potrebbero avere conseguenze non opportune", ha sottolineato inutilmente anche Simonetta Sommaruga.
I deputati non hanno invece voluto vietare, oltre alla pubblicità, pure i partenariati di sponsoring con la SSR. Con essi si è potuto aumentare la quota del canone per i diffusori regionali dal 6 all'8%, è stato rilevato in aula.
Le istituzioni che forniscono offerte di formazione ai giornalisti devono inoltre beneficiare di un sostegno finanziario. Il Nazionale ha voluto ampliare questa possibilità sopprimendo la nozione di istituzioni "indipendenti" nella proposta del Consiglio federale.
Sostegno alle agenzie
Il plenum ha anche deciso di fissare in maniera più precisa le prestazioni delle agenzie di stampa che hanno diritto a un sostegno finanziario. Si tratta di garantire un'offerta equivalente in tedesco, francese e italiano e di vietare la distribuzione di dividendi durante il periodo dell'attribuzione del sostegno finanziario.
I deputati non hanno invece voluto che la Confederazione sostenga finanziariamente l'attuazione di buoni media destinati ai giovani. Se l'idea è allettante, i dettagli di questa proposta dell'ultimo momento sono ancora troppo vaghi, hanno sottolineato vari oratori, in particolare per quanto riguarda la questione del finanziamento.
I dibattiti sono tuttora in corso, come detto, sul tema cruciale dell'aiuto ai media elettronici.