Nel suo messaggio del 2 marzo 2018 il Consiglio federale ha proposto diverse modifiche della legge federale sugli stranieri (18.026 s). Soltanto un tema ha sollevato ampie discussioni in seno alla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S): quello dei viaggi dei rifugiati riconosciuti nei loro Stati d’origine o di provenienza. Già secondo il diritto vigente un rifugiato perde il proprio statuto di rifugiato se intraprende volontariamente un simile viaggio. In tal caso, infatti, si presume che egli non sia più perseguitato dallo Stato in questione. La Commissione sostiene l’inversione dell’onere della prova, così come proposto dal Consiglio federale: d’ora in poi non spetterà più alle autorità svizzere dimostrare che il rifugiato ha compiuto un viaggio abusivo, ma sarà il rifugiato a dover rendere verosimile di essere stato costretto a recarsi nello Stato d’origine o di provenienza. Con 6 voti contro 3 la Commissione ha respinto l’introduzione di ulteriori motivi che autorizzino i viaggi all’estero senza provocare la revoca della qualità di rifugiato, come era stato proposto dal Consiglio federale e da alcuni membri della Commissione.
La CIP-S, anche in questo caso con 6 voti contro 3, ha inoltre approvato il divieto per i rifugiati riconosciuti di recarsi anche negli Stati limitrofi al loro Stato d’origine. I rifugiati provenienti dall’Eritrea, ad esempio, non potranno più recarsi in Abissinia.
Buste per il voto preaffrancate? La responsabilità deve rimanere ai Cantoni
È giusto che in occasione degli scrutini federali la Posta si assuma i costi di spedizione derivanti dal voto per corrispondenza? Sì, ha risposto il Consiglio nazionale nella scorsa sessione primaverile approvando con 109 voti contro 73 una mozione che va appunto in questa direzione (17.3762 n Mo. Consiglio nazionale (Estermann). 85 centesimi per più democrazia!). Invece in questo caso la CIP-S non intende intervenire nell’ambito di competenza dei Cantoni. Essa ritiene inoltre che non sia logico che la Posta, la quale in base alla legge sulle poste è tenuta a stabilire i suoi prezzi secondo principi economici, venga obbligata ad assumersi i costi di spedizione. Con 6 voti contro 5, la Commissione si è pertanto espressa contro la mozione. Essa fa notare che già oggi in un terzo dei Cantoni il voto per corrispondenza avviene senza spese di porto. La Commissione esprime l’auspicio che questa misura, di portata assai modesta, possa essere introdotta anche da altri Cantoni, nell’interesse degli aventi diritto di voto. La minoranza ritiene che, assumendosi i costi di spedizione, la Confederazione fornirebbe un piccolo contributo ai fini di una migliore partecipazione al voto.
Presieduta dalla consigliera agli Stati Pascale Bruderer Wyss (S/AG), la Commissione si è riunita a Berna il 14 maggio 2018.