Nel suo testo, Pardini chiedeva alle aziende nelle quali la Confederazione è la principale proprietaria o l'azionista di maggioranza di non versare salari superiori a 500'000 franchi. Nella mozione del deputato viene spiegato che lo stipendio di riferimento è la retribuzione dei consiglieri federali.
Per i "senatori" il valore di riferimento per il limite superiore degli stipendi non deve però corrispondere allo stipendio netto di un membro del Consiglio federale, bensì a quello lordo, compresa la pensione. Il Consiglio federale si muove del resto già oggi entro questi limiti con le sue direttive alle aziende secondo le quali non può essere versato un salario superiore al milione di franchi.
In questo contesto, la commissione preparatoria, ha ricordato la sua relatrice Pascale Bruderer Wyss (PS/AG), ha già accolto la mozione della consigliera nazionale Leutenegger Oberholzer. Nell'elaborare un disegno di legge, la Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale dovrà però tenere conto delle obiezioni sollevate.
La commissione gemella degli Stati vuole infatti dare la competenza al Consiglio federale di definire e applicare una forchetta per tutte le remunerazioni (parte di salario fisso, parte di salario variabile e prestazioni accessorie) delle imprese e istituti federali o legati alla Confederazione.
Tali remunerazioni dovrebbero avere un rapporto appropriato col compito da assolvere, la taglia dell'impresa, le sfide che devono affrontare, le prestazioni, il mercato del lavoro e il sistema salariale applicabile al personale. Criteri materiali si addicono infatti meglio per orientare la politica salariale delle aziende parastatali aziende rispetto a salari di riferimento o tetti fissi