(ats) La Confederazione deve ridurre le spese pubbliche e il personale federale deve essere trattato come quello del settore privato. Il Nazionale ha adottato oggi una serie di mozioni dell'UDC in tal senso. Il Consiglio degli Stati deve ancora pronunciarsi.

Con 101 voti contro 94, la Camera del popolo chiede una verifica completa dei compiti dello Stato per ridurre di almeno il 5% la quota delle uscite della Confederazione. Lo Stato deve concentrarsi sulle sue missioni prioritarie. Occorre eliminare i doppioni e i compiti inutili nonché quelli che possono essere assicurati dal settore privato, ha sostenuto Magdalena Martullo (UDC/GR).

Se fosse accettata anche dagli Stati, la Confederazione dovrebbe risparmiare circa 3,75 miliardi di franchi all'anno, che toccherebbero in modo eterogeneo tutti i maggiori settori dello Stato: formazione e ricerca, agricoltura, esercito e collaborazione internazionale. Ciò non sarebbe possibile, ha affermato invano il ministro delle finanze Ueli Maurer.

Il Consiglio federale si sta già occupando del tema e risparmi potenziali sono già stati constatati: -30% nelle pubblicazioni e nell'informazione, -5% nella costruzione oppure ancora -2,5% nell'informatica, ha precisato Maurer.

Spese vincolate

Attraverso un'altra mozione, accolta con 104 voti contro 90 e 3 astenuti, l'UDC ha proposto di ridurre le cosiddette "spese fortemente vincolate" e di ridurle di almeno il 5%. Quando il Parlamento discute del budget, il suo margine di manovra è limitato. Le spese sociali, che aumentano regolarmente e rappresentano un terzo del totale, sono intoccabili, ha affermato Thomas Aeschi (UDC/ZG).

Il Consiglio federale si occupa pure di questo dossier, ha sottolineato invano Ueli Maurer, precisando che vengono al momento analizzati sessanta progetti di riforme strutturali. Risparmi del 5% per le costruzioni sono già previsti nel preventivo 2019. Ma l'ampiezza delle richieste democentriste non è ragionevole. Quando si tocca un posto, le reazioni sono vive, ha ricordato il ministro delle finanze.

Personale federale

Il Nazionale ha preso pure di mira il personale della Confederazione. Con 115 voti contro 78 e 1 astenuto, ha approvato un'altra mozione dell'UDC che chiede l'elaborazione di un vero sistema salariale basato sul merito e la soppressione di numerose gratifiche. Queste ultime, secondo Franz Grüter (UDC/LU), non hanno nulla a che vedere con le remunerazioni del lavoro compiuto.

Un'ulteriore mozione democentrista, adottata con 99 voti contro 93 e 2 astenuti, chiede un allineamento dei salari e delle prestazioni sociali dell'Amministrazione federale con quelli delle aziende private. A detta dell'UDC, il diritto del personale della Confederazione deve inoltre ispirarsi maggiormente a quello del diritto del lavoro nel settore privato.

Occorre comparare ciò che è comparabile, ha replicato invano Ueli Maurer. La Confederazione con i suoi 37'000 dipendenti non è una piccola e media impresa. Le condizioni di lavoro non sono le stesse nel pubblico e nel privato. A suo avviso, occorre avanzare a piccoli a passi. Gli impiegati della Confederazione formano un insieme eterogeneo e la regolamentazione deve tener conto dei casi particolari.

Reddito a cassa PUBLICA

Infine, il Nazionale ha pure accolto - con 125 voti contro 64 e 3 astenuti - un'altra mozione del democentrista Peter Keller (NW) con la quale si chiede che gli impiegati federali forniscano tutto o una parte del reddito ricavato dalle loro attività a favore di terzi alla cassa pensioni federale PUBLICA.

Il nidvaldese ha fatto allusione al caso del direttore dell'Ufficio federale dello sport Matthias Remund, che incassa 36'000 franchi in qualità di rappresentante degli impiegati federali alla cassa pensioni PUBLICA, somma che però conserva tutta per lui. "Ciò è incomprensibile", secondo Keller, il quale ha sottolineato il contro-esempio positivo della SSR.

Queste attività implicano per le persone interessate compiti supplementari e cariche che vanno al di là delle loro funzioni e dei loro orari ordinari ed è sempre più difficile trovare persone motivate, ha perorato invano il Consiglio federale.