(ats) Le piste ciclabili vanno iscritte nella Costituzione, al pari della reti di sentieri e dei percorsi pedonali. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale approvando, con 120 voti contro 68 e una astensione, il controprogetto all'iniziativa popolare "Per la promozione delle vie ciclabili e dei sentieri e percorsi pedonali" (Iniziativa per la bici).

L'iniziativa, consegnata esattamente due anni fa con 105'234 firme valide, è invece stata bocciata con 121 voti contro 61 e 6 astenuti. Per la maggioranza le sue richieste sconfinano nelle competenze di Cantoni e Comuni.

Il controprogetto, come ha ricordato il relatore commissionale Jacques-André Maire (PS/NE) - arrivato in Parlamento a seduta inoltrata a causa della neve che ha paralizzato la stazione di Neuchâtel, ndr -, riprende comunque l'obiettivo principale dell'iniziativa che è: promuovere l'uso della bici, realizzando un maggior numero di piste ciclabili.

Il principale difetto dell'iniziativa, ha spiegato Maire, è che "obbliga" la Confederazione a sostenere i cantoni nella realizzazione e manutenzione di sentieri, percorsi pedonali e piste ciclabili.

L'articolo costituzionale attuale che promuove sentieri e percorsi pedonali prevede soltanto che la Confederazione "possa" sostenere la costruzione di simili reti. Si tratta per Maire, come anche per l'esecutivo, di preservare l'autonomia cantonale in materia lasciando alla Confederazione il compito di emanare principi generali sulle reti di sentieri, percorsi pedonali e piste ciclabili.

Il controprogetto ha inoltre un costo modesto: nella sua parte obbligatoria non genererà spese superiori al milione di franchi, ha ricordato Maire. Il neocastellano ha poi sottolineato lo spazio che la bicicletta ha nella nostra società: è importante per il turismo - basti pensare alle escursioni in rampichino -, per la mobilità urbana e per la salute pubblica.

Il 50% degli spostamenti in automobile e l'80% di quelli in bus o in tram non supera i 5 chilometri, distanza che può benissimo essere coperta in bicicletta o a piedi, ha affermato Marco Romano (PPD/TI) sostenendo l'importanza di iscrivere questo mezzo di trasporto a due ruote nella Costituzione. C'è infatti ancora molto da fare, in particolare nella Svizzera italiana, ha aggiunto il ticinese.

La grigionese Silva Semadeni (PS) ha messo l'accendo sulla importante diffusione della bicicletta nel nostro Paese: oggi ne circolano almeno 3 milioni e nel 2016 ne sono state vendute oltre 324 mila. Per la socialista solo separando il traffico automobilistico da quello ciclistico e da quello pedonale, che hanno velocità diverse, si potrà assicurare la sicurezza. Un concetto, quello della sicurezza, sul quale ha puntato anche Rocco Cattaneo (PLR/TI), che è pure membro del comitato direttore dell'Unione ciclistica internazionale (UCI).

In aula solo l'UDC si è mostrato poco entusiasta: per Thomas Hurter (UDC/SH) l'iniziativa e il controprogetto sono superflui poiché la Svizzera è già un paese di bici. Il sistema attuale funziona bene, ha sostenuto lo sciaffusano ricordando che già oggi la rete di piste ciclabili è in continua estensione.

Per i democentristi non si tratta insomma di votare contro l'uso della bicicletta, ma contro la proposta in discussione oggi che, per l'UDC, invade troppo le competenze di Cantoni e Comuni. La Confederazione ha visioni che non corrispondono sempre ai bisogni delle popolazioni locali, ha sostenuto Manfred Bühler (UDC/BE). È quindi meglio non modificare le competenze in materia, ha aggiunto il bernese che teme anche una esplosione dei costi.

Mauro Tuena (UDC/ZH) ha poi citato l'esempio della città di Zurigo dove, a suo dire, vengono soppressi posteggi per creare piste ciclabili che non sono utilizzate da nessuno. Diversi parlamentari democentristi hanno anche criticato i ciclisti non esitando a definirli pirati della strada che non rispettano le elementari norme della circolazione stradale.

È vero che i ciclisti sono talvolta imprudenti, ad esempio non mettono sempre il caso, ma questo non è un motivo per bocciare l'iniziativa, ha replicato la consigliera federale Doris Leuthard ricordando che il numero di morti e feriti tra i ciclisti è in aumento. Questo trend potrebbe essere corretto mettendo a disposizione una infrastruttura sicura, ha aggiunto la ministra.

Alla fine la maggioranza della Camera del popolo ha ritenuto i timori dell'UDC infondati ed ha raccomandato la bocciatura dell'iniziativa e l'adozione del controprogetto. Pure bocciata la richiesta democentrista di precisare nel controprogetto che le piste ciclabili che devono essere soppresse vanno sostituite solo se esiste un interesse pubblico manifesto. Per la maggioranza ciò è un'evidenza che non è necessario precisare.

Il dossier è quindi pronto per le votazioni finali. L'iniziativa potrebbe essere anche essere ritirata, hanno annunciato Romano e Semadeni che figurano tra i suoi promotori.