Secondo l'autore del testo, accade troppo spesso che montatori si rifiutino di installare macchine da cantiere, apparecchi elettrici, cucine, caldaie, impianti sanitari e altri apparecchi perché sono stati acquistati nello Spazio economico europeo e non in Svizzera. Le conseguenze? Prezzi molto più elevati per i clienti.
Per questo motivo è necessario intervenire, ha spiegato Prisca Birrer-Heimo, secondo cui basta confrontare i prezzi praticati in un negozio di fai da te svizzero e tedesco per rendersi conto del problema.
A suo avviso, i fabbricanti esteri dovrebbero indicare nel contratto di distribuzione che autorizzano i loro distributori elvetici a installare e riparare i loro prodotti, come avviene nel settore dell'auto.
La destra si è opposta con successo alla mozione, con il sostegno del Consiglio federale. Secondo Toni Brunner (UDC/SG), non è sicuro che il problema esista realmente. Nessun ricorso è pendente presso la Commissione della concorrenza (COMCO).
Stando a uno studio condotto lo scorso anno dalla COMCO presso i settori economici interessati e le organizzazioni di protezione dei consumatori, pochi si rifiutano di fornire prestazioni.
Questi rifiuti non sono inoltre dovuti ad accordi di concorrenza tra fabbricanti o fornitori e imprese, ma al rimborso insufficiente dei servizi di garanzia da parte di fabbricanti o importatori, a eventuali rischi di responsabilità o a ostacoli tecnici al commercio.
Secondo la maggioranza, legiferando in questo ambito si correrebbe il rischio di generare oneri amministrativi e inutili controlli burocratici.