Il testo invita il Consiglio federale, in collaborazione con la Commissione della concorrenza (COMCO) e il Sorvegliante dei prezzi, a lottare contro le attuali differenze giudicate esagerate dei prezzi dei periodici in Svizzera e all'estero: la soluzione dovrà essere la più efficace e semplice possibile, senza complicazioni amministrative.
Da anni il prezzo delle riviste estere vendute in Svizzera suscita polemiche, ha spiegato Prisca Birrer-Heimo (PS/LU) a nome della commissione. Stando a un'inchiesta del Sorvegliante dei prezzi, i periodici francesi sono il 75% più cari in Svizzera rispetto alla Francia, quelli tedeschi il 74% più costosi e quelli italiani addirittura il 158%.
Thomas Aeschi (UDC/ZG), a nome di una minoranza, ha rimesso in discussione il mandato affidato dalla mozione al Consiglio federale. Lo scopo, a suo avviso, è molto ambizioso. "Non volete legiferare, ma cercate una soluzione efficace e senza complicazioni burocratiche", ha aggiunto, dubitando sugli effettivi risultati del testo.
Il governo prende sul serio il problema, ha spiegato invano il ministro dell'economia Johann Schneider-Ammann. Ma la mozione è troppo ambiziosa, a detta del consigliere federale. Gli editori fissano il prezzo finale e assumono il rischio economico legato alla vendita. Inoltre, finora non è stata constatata nessuna infrazione al diritto vigente. Il Consiglio federale respinge inoltre una regolamentazione dei prezzi decisa dallo Stato.
Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati.