(ats) Su proposta della sua commissione preparatoria, il Consiglio degli Stati ha sospeso oggi l'esame della mozione che vuole vietare l'organizzazione salafita "Lies!" (Leggi!), che diffonde gratuitamente il Corano, mozione già approvata dal Consiglio nazionale nel settembre scorso.

Il plenum, sostenuto dal consigliere federale Guy Parmelin, vuole attendere il disegno di legge in via di elaborazione che dovrebbe attribuire alla polizia maggiori strumenti per contrastare le cosiddette persone potenzialmente pericolose al di fuori di un procedimento penale, soprattutto nella fase della radicalizzazione.

Secondo il consigliere nazionale Walter Wobmann (UDC/SO), autore della mozione, le azioni di distribuzione del Corano servono principalmente come piattaforma per adescare giovani e convincerli a consacrarsi al jihadismo.

Nel corso del dibattito alla Camera del popolo, Wobmann aveva citato il caso di Winterthur (ZH), dove l'iniziativa avrebbe permesso di radicalizzare diversi giovani, che sarebbero poi stati inviati a combattere in Siria o in Iraq.

Il ministro della difesa Guy Parmelin ha dichiarato oggi davanti ai "senatori" che la distribuzione del Corano non costituisce da sola una minaccia per la sicurezza interna o esterna della Svizzera. Inoltre, a suo avviso, un divieto generalizzato non è la soluzione ideale, tanto più che l'arsenale giuridico a disposizione è sufficiente.

Il ministro della difesa ha poi ricordato che il Ministero pubblico della Confederazione ha già avviato procedimenti penali contro persone che hanno avuto un legame con la campagna in questione.

Da tempo le autorità elvetiche stanno valutando quali misure adottare contro "Lies!". Il canton Berna, per esempio, ha invitato i comuni a respingere sistematicamente le richieste di autorizzazione di distribuzione gratuita del Corano. Per l'esecutivo bernese, simili azioni incitano i giovani a radicalizzarsi.

Secondo il comitato della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali di giustizia e polizia, un divieto generalizzato nei confronti dell'organizzazione "Lies!" non sarebbe di nessuna efficacia. A suo parere si può invece contrastare la distribuzione gratuita del Corano per strada non concedendo le necessarie autorizzazioni.