Benché i risultati finora raggiunti siano positivi, il numero di camion che hanno attraversato le Alpi - 975'000 nel 2016 - è di gran lunga superiore all'obiettivo di 650'000 passaggi che dovrebbe essere raggiunto quest'anno, ha affermato Thomas Hardegger (PS/ZH).
Lo zurighese ha anche detto di essere deluso del fatto che il rapporto non indichi chiaramente quali misure occorra prendere per rispettare l'obiettivo di trasferimento. Regula Rytz (Verdi/BE) ha poi ricordato che le emissioni inquinanti e foniche continuano ad essere superiori ai valori limite, in particolare in Ticino. Secondo Hardegger, si potrebbe migliorare la situazione sottoponendo parzialmente alla tassa sul traffico pesante (TTPCP) anche i camioncini.
Viola Amherd (PPD/VS) ha da parte sua affermato che la politica del trasferimento del traffico perseguita dalla Svizzera è un successo. Per la vallesana, già sindaca di Briga-Glis, non bisogna però dormire sugli allori: resta infatti ancora molto da fare, soprattutto considerando che il numero di camion è in aumento al Sempione e al San Bernardino.
In questo contesto è positivo il fatto che il Consiglio federale non intenda modificare gli obiettivi malgrado questi non saranno raggiunti, ha sottolineato Amherd. Il PLR, per bocca di Hugues Hiltpold (GE), ha invece sollevato dubbi sulla pertinenza di mantenerli, quando già si sa che non potranno essere rispettati.
"Possiamo legittimamente chiederci che senso ha fissare obiettivi irrealizzabili se non per perseguire un ideale", ha sostenuto il ginevrino. Il PLR vedrebbe insomma di buon occhio la creazione di "obiettivi realistici e raggiungibili" e auspica una discussione in merito.
Ulrich Giezendanner (UDC/AG), in un intervento molto vivace, ha ricordato che il successo del trasferimento è dovuto in primo luogo alle imprese di trasporto private. L'argoviese, titolare dell'omonima società di trasporti, ha poi spezzato una lancia a favore del trasferimento del traffico anche nell'asse est-ovest dove c'è un grande potenziale.
Da parte sua, la consigliera federale Doris Leuthard ha tessuto le lodi della Confederazione, "numero uno a livello mondiale" per quel che concerne il trasferimento del traffico sulla ferrovia. La ministra dei trasporti non ha negato il fatto che gli obiettivi non potranno essere raggiunti, ma ha ricordato che le nuove trasversali alpine generano già ora effetti positivi. Per questo motivo gli obiettivi non vanno modificati. Replicando a Giezendanner, Leuthard ha ricordato che nel futuro sviluppo della rete ferroviaria sono previste misure per potenziare il traffico merci lungo l'asse est-ovest.
All'inizio del dibattito i relatori della Commissione dei trasporti avevano riassunto il rapporto, presentato in dicembre dal Consiglio federale. Per la prima volta dal 1994 il numero di tragitti è risultato inferiore all'obiettivo intermedio di 1 milione l'anno (975'000 nel 2016 e valutati in 960'000 nel 2017). Obiettivo, ha ricordato il relatore commissionale Fabio Regazzi (PPD/TI), che doveva però essere raggiunto già nel 2011.
A fine 2016, la quota di mercato della ferrovia nel traffico merci transalpino, rispetto alla strada, ha raggiunto il 71,0%, un record. Rispetto alla Francia e all'Austria, la Svizzera continua inoltre a vantare una quota ferroviaria molto elevata.
In questi due Paesi, la strada batte infatti nettamente la ferrovia: nell'Esagono la quota di merci in transito trasportate su camion è dell'85,1%, in Austria del 72,1%, ha ricordato l'altro relatore Thierry Burkart (PLR/AG).
La commissione - ha proseguito l'argoviese - si attende ora dal governo che faccia pressione sull'Unione europea affinché vengano realizzati gli accessi nord e sud così come promesso. Questi, in concomitanza con il nuovo tunnel del Ceneri e il corridoio di 4 metri fra Basilea e Chiasso, permetteranno di far ulteriormente calare il numero di camion in transito, ha sostenuto Burkart, invitando i colleghi a prendere atto del rapporto.