(ats) La Posta Svizzera è stata oggi ancora sotto i riflettori del Consiglio nazionale. Ben cinque atti parlamentari, di cui quattro mozioni, sono stati accolti dalla Camera del popolo, tutti contro il parere del Consiglio federale. Gli Stati devono ancora pronunciarsi.

Il plenum ha dapprima approvato - con 132 voti contro 52 e 6 astenuti - una mozione di Martin Candinas (PPD/GR) che chiede al governo di prendere tutte le misure necessarie, in particolare adeguando gli obiettivi strategici e le prescrizioni, affinché la Posta non possa trasferire posti di lavoro esistenti dalla Svizzera all'estero.

Il parlamentare grigionese faceva riferimento a un progetto, a cui il gigante giallo ha nel frattempo rinunciato, di far verificare in Vietnam gli invii male indirizzati. Tale progetto era stato rivelato nell'estate 2016 da due domenicali e aveva provocato le ire di partiti e popolazione.

L'idea era far verificare nel Paese asiatico gli indirizzi non riconosciuti dagli scanner automatici nei centri svizzeri di smistamento delle lettere, facendo risparmiare tempo ai postini. Secondo Candinas, i centri logistici di Coira e Sion ne avrebbero fatto le spese.

Distribuzione della posta entro le 12.30

In un'altra mozione, accolta dal plenum con 126 voti contro 56 e 8 astenuti, lo stesso parlamentare grigionese chiede che la posta debba essere distribuita in linea di principio a tutte le economie domestiche entro le 12.30. Secondo Candinas, le regioni periferiche subiscono le conseguenze di una distribuzione tardiva.

Motivando la sua mozione - che è stata sottoscritta da 35 colleghi in parlamento tra cui i ticinesi Marco Romano (PPD), Fabio Regazzi (PPD) e la grigionese Silva Semadeni (PS) - Candinas ha spiegato come nelle zone discoste tale situazione danneggi non solo le famiglie - specie i nuclei familiari con persone anziane che non fanno uso di Internet - ma anche le aziende.

Secondo il governo, l'introduzione di un orario fisso di fine distribuzione farebbe lievitare i costi per la Posta, perché implicherebbe un maggior numero di turni più brevi, rendendo così necessari più veicoli. Inoltre, la Posta non potrebbe praticamente più offrire posti a tempo pieno nella distribuzione, ciò che renderebbe necessaria una ristrutturazione significativa sul piano del personale. Ma tali argomenti non hanno fatto breccia tra i parlamentari.

Specificità rurali

Il plenum ha successivamente approvato altri tre atti parlamentari riguardanti la Posta. Quest'ultima dovrebbe migliorare la raggiungibilità degli uffici postali e l'accessibilità ai servizi di pagamento, tenendo conto delle caratteristiche regionali e delle specificità rurali. La chiusura degli uffici prosegue in tutti i Cantoni e se l'ex regia manterrà questa tendenza, le prestazioni peggioreranno di anno in anno, ha sottolineato con successo Jakob Büchler (PPD/SG). La sua mozione è infatti stata adottata con 134 voti contro 52 e 5 astenuti.

La Posta dovrà inoltre fare degli sforzi per coinvolgere nel dibattito sul futuro della rete postale tutte le parti interessate (popolazione delle località e dei quartieri interessati, Comuni, Cantoni, ecc.). Un postulato in tal senso di Mathias Reynard (PS/VS) è stato adottato con 128 voti contro 63 e 2 astenuti, nonostante il parere contrario di Doris Leuthard, la quale riteneva che il gigante giallo avesse già fatto sforzi in questo ambito.

Infine, il plenum ha pure accolto una mozione di Ida Glanzmann (PPD/LU) che chiede che il limite massimo dei prelievi presso gli uffici postali, fissato oggi a 500 franchi, sia portato a 5000 franchi. Il Consiglio federale era contrario all'atto parlamentare, poiché riteneva che tale limite riguarda soltanto una sessantina di uffici e non è generalizzato. Ma anche in questo caso la Camera del popolo non ha seguito le argomentazioni governative.