Inizialmente la Camera del popolo voleva spingersi oltre e chiedeva, in una mozione del gruppo UDC approvata nel giugno del 2017, l'apertura di una vera e propria sede diplomatica ad Asmara. La Camera dei cantoni ha però preso un'altra strada, riformulando il testo.
I giovani eritrei scappano dal servizio militare obbligatorio e dall'assenza totale di prospettive economiche, ha affermato Claude Beglé (PPD/VD) a nome della commissione preparatoria. Le domande di asilo sono esplose nel 2011 ma il loro numero è fortemente diminuito dal 2015.
Per l'UDC, vista la grande comunità eritrea in Svizzera è assolutamente necessario aprire una rappresentanza ad Asmara per impedire ai giovani di lasciare il loro Paese. Secondo i democentristi, una presenza in loco dovrebbe inoltre permettere di negoziare un accordo di riammissione dei rifugiati.
Da parte sua, il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha sottolineato la volontà del governo di procedere passo dopo passo nelle relazioni con l'Eritrea. Ora toccherebbe ad Asmara compierne uno verso Berna prima che la Svizzera apra un'ambasciata nel Paese africano, ha rilevato, precisando che non c'è un legame fra la presenza di una sede diplomatica e la migrazione.
La Svizzera ha con l'Eritrea un dialogo strutturato, organizza atelier con alti funzionari, e la Germania ci affitta dei locali nella sua ambasciata ad Asmara, ciò che permette di lavorare in un luogo sicuro, ha proseguito il consigliere federale. "Il costo è di circa 10'000 franchi, molto meno quindi del milione che costerebbe aprire un'ambasciata".
Attualmente l'Eritrea è di competenza dell'ambasciata di Karthum, in Sudan. L'ambasciatore svizzero effettua 5-6 viaggi all'anno ad Asmara, ha precisato il ministro. Cassis ha poi ricordato che il contesto è difficile, in Eritrea non c'è un parlamento e il presidente decide praticamente tutto. "Ci vorrà una politica dei piccoli passi."