(ats) Non serve alcun divieto, per luoghi di culto e predicatori islamici, di ricevere finanziamenti dall'estero. È l'opinione del Consiglio degli Stati che ha respinto per 29 voti a 7 a 4 astenuti una mozione sul tema del leghista Lorenzo Quadri.

Il testo del ticinese si ispira alle norme vigenti in Austria e prevede anche l'obbligo di trasparenza in relazione alla provenienza e all'utilizzo dei finanziamenti nonché di tenere le prediche nella lingua locale.

Secondo la maggioranza dei "senatori", sarebbe problematico focalizzare la legislazione su una specifica comunità religiosa. Inoltre in Austria, contrariamente a quanto avviene in Svizzera, alcune comunità religiose islamiche sono riconosciute a livello nazionale quali enti di diritto pubblico e le prescrizioni riguardanti il finanziamento sono in relazione con tale riconoscimento.

Il plenum reputa che sia possibile porre un freno in altro modo all'attività delle comunità e dei predicatori islamici estremisti, grazie alla nuova legge sulle attività informative e al piano d'azione nazionale per prevenire e combattere la radicalizzazione e l'estremismo violento.

Già oggi, ha ricordato a nome della commissione Robert Cramer (Verdi/GE), per il rilascio di un permesso di dimora o di soggiorno di breve durata i consulenti religiosi devono possedere conoscenze della lingua nazionale parlata nel luogo di lavoro e avere dimestichezza col sistema di valori sociali e giuridici della Svizzera.