(ats) Il futuro della stazione di ricerca Agroscope preoccupa il Parlamento. Per questo motivo il Consiglio nazionale ha approvato una mozione che chiede al governo di sospenderne la riorganizzazione. Gli Stati devono ancora esprimersi.

Lo scorso marzo l'esecutivo aveva annunciato un progetto di ristrutturazione di Agroscope, prevedendo di centralizzare a Posieux (FR) le sue attività, ora suddivise in diversi cantoni. Questo per limitare i costi d'esercizio dell'istituto, che potrebbe perdere il 20% del proprio budget, vale a dire 40 milioni di franchi, ha ricordato Beat Jans (PS/BS) a nome della commissione.

Prima di procedere a ristrutturazioni bisogna definire la strategia coinvolgendo anche i cantoni. Occorre anche attendere i risultati della consultazione delle parti interessate e l'analisi del finanziamento di Agroscope.

Per Jans è comunque chiaro che la prevista centralizzazione a Posieux è problematica. La ricerca agroalimentare è importante per il nostro Paese: abbiamo delle specificità elvetiche, non è quindi possibile basarsi unicamente sui risultati degli studi condotti all'estero, ha sostenuto Jans. "Come si può riuscirci sopprimendo le varie specificità locali dei vari centri nazionali di Agroscope (in Ticino si teme per il futuro della stazione di Cadenazzo ndr.)?", si è chiesto il basilese.

"Con questa mozione - ha aggiunto Jans - vogliamo anche lanciare un segnale agli specialisti del settore: vogliamo mantenere la ricerca nel settore agroalimentare". Per Beat Walti (PLR/ZH) non spetta però al Parlamento definire le norme di funzionamento di una struttura come Agroscope. Per lo zurighese questo compito è di competenza del Consiglio federale e il Parlamento non dovrebbe immischiarsi. È sbagliato credere che il governo voglia indebolire la ricerca, è vero semmai il contrario, ha poi aggiunto, invano, il consigliere federale Johann Schneider-Ammann.